Risposte nei forum create
-
Post
-
Il lavoro di amministratore condominiale è una professione che, spesso, è fonte di stress.
Da un lato vi è necessità di conseguire vaste competenze professionali.
Dall’altro implica capacità propriamente relazionali, quali ad esempio saper intrattenere rapporti con varie reti (nella fattispecie con le realtà territoriali e coi condomini).
A livello della sfera di competenze interpersonali, l’amministratore si prefigge l’obiettivo di costruire relazioni positive tra i condomini.
Il discorso all’ONU di Trump ha segnato un punto di svolta su una serie di temi, dal green ai biolab, dall’immigrazione ai vaccini. Ma non è solo il presidente Usa a demolire una narrazione e una agenda che è stata dominante, in tutto il mondo i piani globalisti e transumani stanno crollando.
Yanis Varoufakis è un economista, ex Ministro delle Finanze della Grecia e autore di numerosi libri bestseller.
In questa discussione, Varoufakis parla del suo libro “Tecno-feudalesimo: Cosa ha ucciso il capitalismo”. Varoufakis sostiene che il capitalismo, così come lo conoscevamo, è morto — sostituito da qualcosa di ancora più pericoloso.
Al posto dei mercati e della concorrenza, il nostro mondo è sempre più dominato da piattaforme digitali che agiscono come nuovi signori feudali, estraendo rendite dai nostri clic, dati e attenzione. Varoufakis spiega come le Big Tech abbiano smantellato il vecchio ordine capitalista e costruito quelli che lui definisce “feudi digitali”, dove siamo meno consumatori e più servi digitali.
Unendo storia, economia e una narrazione incisiva, mostra come questa trasformazione minacci la democrazia e concentri il potere in modi senza precedenti — indicando anche come possiamo resistere e ripensare il futuro.
Mi chiedo se accogliere la prossima crisi come opportunità per migliorare.
Ma in realtà non ci credo tanto.
Infatti credo che una crisi sia soprattutto un’ opportunità per comprendere il senso delle cose e della propria vita.
Il miglioramento arriva sempre più tardi, ma non sempre è economico.
Un accordo tra Washington e Pechino è stato raggiunto due settimane prima del prossimo vertice dell’ASEAN a Kuala Lumpur che si svolgerà dal 6 all’8 ottobre. Nel frattempo, chi prenderà il controllo del movimento di Kirk? Perché, dopo più di 150 anni, Lynn Forrester Rothschild si sta sbarazzando delle sue quote di maggioranza dell’Economist? Cosa è emerso dal viaggio di Trump a Londra? Ne parliamo con Umberto Pascali, giornalista, corrispondente da Washington. Intervista a cura di Jeff Hoffman
Il generale Harald Kujat è un ex capo delle Forze Armate tedesche (Bundeswehr) ed ex presidente del Comitato Militare della NATO. Avendo ricoperto la più alta posizione militare sia in Germania che nella NATO, il generale Kujat offre la sua esperienza su come l’Occidente e la Russia siano arrivati a combattere una guerra per procura in Ucraina. Il generale Kujat discute il fallimento nel raggiungere una comprensione comune dopo la Guerra Fredda, la destituzione del presidente Yanukovych in Ucraina, il sabotaggio degli accordi di Minsk e dei negoziati di pace di Istanbul, e le menzogne dell’Occidente riguardo a un’“invasione non provocata” e “su larga scala” dell’Ucraina. Quando Boris Johnson si recò in Ucraina per sabotare i negoziati di pace nel 2022, uno degli stretti collaboratori di Zelensky riassunse così l’essenza della visita di Johnson: “Johnson ha portato due messaggi semplici a Kyiv. Il primo è che Putin è un criminale di guerra; deve essere messo sotto pressione, non negoziato con lui. E il secondo è che anche se l’Ucraina è pronta a firmare alcuni accordi di garanzia con Putin, loro non lo sono. Possiamo firmare [un accordo] con voi [Ucraina], ma non con lui. In ogni caso, lui fregherà tutti”. L’essenza della posizione del generale Kujat è che la guerra avrebbe potuto essere prevenuta e avrebbe potuto finire poco dopo il suo inizio o nel corso del suo sviluppo. Non si può negare né contestare che la Russia abbia iniziato una guerra che viola il diritto internazionale.
@fabriziosepe A Roma non è Ferragosto senza pollo coi peperoni. Il 15 d’Agosto questo piatto non può mancare a tavola! 🍗🫑 Vi aspetto dal lunedì al sabato, dalla colazione all’aperitivo! ☕🍪🍰🥨🥗🍝🍷🥃🍸🍺 🍽️ @letrezucche 📍Via G. Mengarini, 49 (RM) 📞 Info e prenotazioni: 0645429576 🎥 @Atera | Marketing Agency #polloconpeperoni #pollocoipeperoni #ferragosto #cheffabriziosepe
Scott Ritter è un ex maggiore, ufficiale dell’intelligence, marine degli Stati Uniti e ispettore delle Nazioni Unite per le armi. Ritter sostiene che la retorica di guerra tra Russia e NATO sia salita a livelli drammatici dopo l’incidente con il drone in Polonia.
Il ministro Crosetto lancia l’allarme: l’Italia può essere colpita ed è impreparata, ma a chi si riferisce? Nel frattempo Netanyahu, dopo aver bombardato il Qatar, ribadisce che nessuno è al sicuro da Israele. Sul fronte russo l’innalzamento della tensione con Mosca, accusata di aver lanciato droni contro la Polonia, non convince i polacchi che invece accusano l’Ucraina. Poi emergono nuovi sconvolgenti retroscena sul caso di Charlie Kirk e sul suo presunto attentatore. E non mancano le rivelazioni sui file di Epstein, nei quali ci sarebbe un importantissimo italiano.
L’Unione Europea ha mietuto la sua ennesima vittima.
L’economia francese è al collasso a causa del concentrato di ricette neoliberali a cui il popolo francese è stato sottoposto negli ultimi 40 anni.
E Macron si è rivelato il Presidente perfetto per guidare il paese dall’essere uno dei più ricchi e sviluppati al mondo al disastro attuale.
La finanziarizzazione ha drenato risorse dall’economia reale per ingrossare i portafogli delle oligarchie, la de industrializzazione e il fallimento delle piccole medie imprese hanno fatto il resto.
La manovra “lacrime e sangue” che chiedeva Bayrou è una riedizione in salsa francese della ricetta Monti, fondata sull’idea che per “risanare” le finanze pubbliche sia necessario comprimere la domanda interna.
In tutto questo, Macron se ne va in giro per il mondo a tentare di salvare l’Europa dall’”orco russo” invece di affrontare le proteste e gli scioperi che ormai dilagano.
E prometto un aumento delle spese militari del 40 per cento nei prossimi 5 anni…
Con Geminello Preterossi e Gabriele Guzzi di tutto questo e quali spazi agibilità politica abbiamo oggi in Italia e in Europa per mandare a casa questa classe dirigente ed evitare una possibile deriva autoritaria.
@marcorufinichef 5 pomodori, 1 primo da leccarsi i baffi 😋🍝 📍 @casalerufini, Gallicano Nel Lazio (RM) 📞 Info e prenotazioni: 0695469591 🎥 @Atera | Marketing Agency #spaghettiai5pomodori #spaghettialpomodoro #chefrufini
A 24 anni dagli attentati che hanno segnato la storia del XXI secolo, l’11 settembre resta un evento centrale non solo per la memoria collettiva, ma anche per l’assetto geopolitico globale che ne è scaturito. Con Massimo Mazzucco affrontiamo i nodi ancora irrisolti, il ruolo dei media, le conseguenze politiche e culturali, e il paradigma dello shock che ha trasformato la società contemporanea. Intervista a cura di Enrica Perucchietti.
Dal brutale omicidio di Charlie Kirk ai presunti droni di Putin caduti in Polonia, dai crimini sempre più violenti degli immigrati allo sconvolgente delitto di Irina, la ragazza ucraina colpita sulla metropolitana, il mondo appare percorso da una violenza sempre più cieca e dilagante. Ma si tratta di un impazzimento generale o c’è dietro una regia? Chi si avvantaggia della nuova strategia della tensione? Ne parliamo in questa nuova puntata dei multipolari con Arnaldo Vitangeli e Debora Billi.
