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L’amministratore in Porsche è scomparso: buco milionario

L’amministratore in Porsche è scomparso: buco milionario

Genova – Il ricordo brucia ancora nella mente di chi, lentamente, sta scoprendo che “il dottore”, il brillante amministratore di condominio, rinomato in mezza Genova per il suo eloquio e la sua Porsche, il denaro dei condomini – quasi un centinaio – al termine di rimpalli che i primi accertamenti disegnano come vorticosi, non arrivava a destinazione. Dove finissero i denari non è chiaro, né è noto, quantomeno ai suoi creditori, l’attuale buen retiro di Massimo Griotti, dopo l’abbandono dell’ultimo domicilio conosciuto, un elegante studio nel quartiere di Carignano. In attesa di notizie, mentre alla guardia di finanza fioccano le denunce e gli avvocati si mettono in moto, c’è da fare i conti con una “bolla” che, man mano che altri professionisti subentrano nella gestione dei caseggiati, aumenta di dimensioni ogni giorno che passa: dai due milioni di scoperto stimati fino a qualche settimana fa, considerando l’intero portafogli di palazzi gestiti, il conto, stando alle informazioni che circolano tra gli amministratori – subentranti e non – la voragine sfiorerebbe i quattro milioni.

Quello che è ormai un ex studio gestiva gli affari di palazzi in mezza città. In pieno centro, in zona San Vincenzo, passando per Oregina e la Valbisagno, da Marassi fino al “Biscione”, per arrivare a Sturla. E, verosimilmente per un tempo piuttosto lungo, la vera situazione dei conti di molti di questi condomini è stata quantomeno taciuta. Qualcuno ha iniziato a sospettare, altri hanno scoperto per caso che qualcosa non andava: come è successo in via Bobbio, all’1, un palazzone vista stadio dove il “puffo” supera abbondantemente i 100 mila euro. La lamentela di un “piccolo”, l’addetta delle pulizie, è stata la scintilla. Silenziosa, per molto tempo, nel timore di perdere il lavoro, un giorno si sfoga con un condòmino. «Non mi pagano, non posso continuare». Un tassello dopo l’altro, quelle che in un primo tempo erano solo voci si sono fatte più insistenti, circostanziate. «Querelo tutti – faceva mettere a verbale “il dottore”, in assemblee in cui, più o meno energicamente, gli veniva chiesto conto di alcune stranezze – devo tutelarmi».

Del vero, in fin dei conti, ce n’era. Perché, una dopo l’altra, le innumerevoli fatture custodite gelosamente dal professionista e dai suoi collaboratori hanno iniziato a spuntare. E con esse gli altrettanto numerosi solleciti di pagamento. Un’autentica bomba innescata, all’insaputa di chi invece, mettendo in conto i classici, fisiologici ritardi – e talvolta anche le morosità e le “dimenticanze” di alcuni condomini – il conto, nella sostanza, lo saldava eccome. Ecco spuntare quindi “buchi” da decine di migliaia di euro, un po’ in tutto lo “scibile”: riscaldamento, servizi “generali”, l’acqua. Per non parlare della trascuratezza emersa, piuttosto di frequente, nel comparto delle ristrutturazioni.

Le contromisure infine sono arrivate, anche radicali: come gli avvisi a caratteri cubitali affissi negli androni dove si spiega che non è proprio più il caso di utilizzare il vecchio conto corrente per i versamenti. Ma le contromosse, pur avendo evitando un’ulteriore degenerazione, rischiano di essere tardive: perché, dai primi accertamenti, quella che sta emergendo è una situazione intricatissima di debiti incrociati. In pratica: i condomini coinvolti sarebbero in molti casi debitori gli uni degli altri, perché i fondi versati da un caseggiato venivano utilizzati – indifferentemente – per pagare le proprie spese o per quelle di altri fabbricati.

Di lui, “il dottore” con la passione per le auto sportive e per il golf, ad oggi non si sa molto. Perfino il suo profilo Facebook, negli ultimi giorni, è sparito con una velocità paragonabile solo a quella con cui è stato smantellato il suo studio. Allo stesso modo Griotti, cedute a giugno le quote di una società di servizi, non risulta essere titolare di alcunché: un altro elemento che rischia di trasformare in una chimera recuperare il maltolto.

Il Secolo XIX, per avere una sua versione dei fatti, ha provato a mettersi in contatto con il professionista, a un numero di cellulare che, nei documenti risultava “di reperibilità”. Ma i tentativi dell’interlocutrice – una dipendente dello studio – di mettersi in contatto con l’amministratore, per ora sono risultati vani.
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2013 … ario.shtml

Genova – Si fa di giorno in giorno più grave la situazione degli oltre 100 condomini amministrati da Massimo Griotti, il professionista scomparso da inizio agosto e probabile autore di un "buco" da oltre 4 milioni di euro con aziende fornitrici, appaltatori e tasse.

Sul caso è intervenuta anche la Guardia di Finanza dopo una serie di esposti presentati alla magistratura a seguito di verifiche contabili effettuate da condomini.

L’amministratore, noto per girare in porsche, potrebbe aver manomesso documenti e fatture facendole risultare pagate mentre i fornitori chiedevano con urgenza i pagamenti.

Una "valanga" che, a catena, ha coinvolto numerosi condomini in tutta Genova ma, in particolare in Valbisagno e nel Centro Storico.
Palazzi che si sono visti interrompere la fornitura dell’acqua o del gas a causa degli importi spropositati mai pagati da nessuno.

In alcuni casi sembra emergere un disavanzo pari ad un anno di esercizio del condominio, come se per un anno intero, nessun proprietario di casa abbia pagato le rate dell’amministrazione e nessuna fattura o servizio sia stato pagato.

Mentre si indaga per scomprire dove sia l’amministratore "ricercato" e dove siano finiti i soldi, resta la difficile situazione di interi condomini che dovranno far fronte a spese per centinaia di migliaia di euro.

Resta la perplessità di tanti rispetto al "silenzio" con cui l’amministratore ha gestito una situazione che, evidentemente, andava avanti da lungo tempo e come sia possibile che centinaia di fatture non pagate non abbiano fatto scattare alcun allarme.
http://genova.ogginotizie.it/268573-amm … iIsZmT0_eM

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