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«Ho pensato di suicidarmi ma la coscienza è a posto»

«Ho pensato di suicidarmi ma la coscienza è a posto»
Parla Roberto Artuso: «Io onesto, ma se non rubi non riesci a starci dentro Ho chiuso l’ufficio. Ricevo minacce: vogliono bruciarmi la casa? È già ipotecata»

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«Avevo pensato anche di suicidarmi, ma non lo farò, in coscienza credo di aver agito sempre onestamente e nel rispetto assoluto delle regole: sono state le morosità di molti inquilini, e il fatto di aver anticipato spesso i soldi a rovinarmi».

Signor Artuso, lei si presenta così. Ma qui i buchi si susseguono di giorno in giorno, e gli inquilini sono sulle spine.

«Lo so, ho chiuso l’ufficio altrimenti non lavoravo più, era impossibile, mi trovavo sotto assedio. Adesso dovrò licenziare le dipendenti, mi spiace, sono due bravissime ragazze, avessi trovato prima delle persone così. Ma lei sa che mi minacciano, mi dicono su di tutto, credo che molti vorrebbero linciarmi, se potessero. Hanno detto che mi bruciano la casa: non è più mia, è ipotecata dalla banca».

I nostri conti sono provvisori e parlano di almeno 300 mila euro di ammanchi, in una manciata di condomini.

«Le cifre non sono quelle sparate da voi, ma molto, molto inferiori».

Può dare allora lei una cifra?

«Stiamo quantificando, sto lavorando con il mio commercialista, dirlo adesso sarebbe prematuro. Ma ripeto, emergeranno cifre molto più ridotte a quelle che state prospettando nei vostri servizi. Anche perché avanzo anch’io molti soldi, anticipati per gli inquilini morosi».

Ci siamo attenuti ai verbali della assemblee condominiali e alle prime ricostruzioni degli amministratori che le sono succeduti.

«Ma forse nessuno vi ha detto delle morosità, ci sono inquilini che protestano con me, forse con voi, ma non dicono mica di essere morosi, e di cifre tutt’altro che irrilevanti. E nessuno vi ha detto di quanto ho anticipato.

Sapete che al Quartiere Latino, quello dietro l’università, avanzo 80mila euro più le spese legali di un vecchio contenzioso? E chi ha pagato le superbollette dei garage? Ho avviato decreti ingiuntivi, sempre con l’opposizione di legali molto bravi.

E quando c’erano morosità e io avevo anticipato soldi, succedeva che poi i miei crediti li ereditava chi mi succedeva nell’amministrazione degli stabili».

Ma è possibile arrivare a cifre così rilevanti?

«C’è stata la crisi, mi dico sempre che se avessi chiuso 4 anni fa avrei fatto meglio. Al giorno d’oggi lavorare bene non serve. Non ho mai recuperato i miei crediti. Le morosità hanno reso difficile chiudere i conti, ho cercato di sistemare le cose ma poi è stata come una valanga…»

C’è chi parla di bella vita, da parte sua.

«Respingo l’insinuazione. E non gioco al casinò, lo dico subito. Nei fine settimana lavoro l’orto, ho anche un piccolo allevamento di conigli. Chiedete a chi mi conosce. Ero nel coro Stella Alpina, mi sono sempre comportato bene, porto il nome di una famiglia che è a Treviso dal 1621. Ho tre figlie, una famiglia, mia moglie sta tornando da Torino (è originaria del capoluogo piemontese, ndr) ed è in ospedale, ha avuto un malore, vedersi sbattuti sui giornali in questo modo».
Qui nessuno discute questo piano, ma quello del suo operato professionale. E da cronisti raccontiamo fatti come le assemblee condominiali o i resoconti dei suoi colleghi che l’hanno sostituita in diversi stabili.

«Ho sempre pagato tutti, finché ho potuto: stipendi, Inps a un certo punto avevo una struttura per gestire 1.240 condomini, oggi ne avrò poco più di 30. La verità è che in questo mestiere se non rubi non vivi o non lavori. I compensi sono bassi, le spese altissime».

Parole grosse, le sue. I colleghi non gradiranno.

«Lo dico perché ho fatto sempre il mio dovere, finchè ho potuto. Non sono scappato, ho cercato per lungo tempo di raddrizzare la situazione, ma mi è stato impossibile».

E fermarsi prima?

«Quando sei dentro pensi sempre di potercela fare. Ho chiesto anche al commercialista se potevo fallire, mi ha detto che non è contemplato, per aziende di servizi di queste dimensioni. E ricordo che ho sempre pagato le tasse e i contributi Inps».

Dica la verità: quanti buchi o ammanchi ci sono, tra i suoi stabili?

«Situazioni difficili? Una decina, forse qualcuna in più. Ma non per le cifre riportate. Purtroppo ha ragione chi parla di effetto domino».

Teme le denunce?

«Non sarebbero le prime. Sono una persona pulita, lo posso dire in faccia a tutti. Dico che con questo lavoro ci ho rimesso, dopo aver lavorato come un mulo per anni e anni. Da ragazzo gli altri andavano in vacanza, per tirare su soldi lavoravo come manovale, ho imparato tanti mestieri». (a.p.)
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