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Gianmaria Mello Grand, morto l’amministratore accusato di truffa

Avrebbe fatto sparire sei milioni; Morto l’amministratore accusato di truffa

Cronaca quì:

ROZZANO 12/03/2009 – È morto suicida nella stanza do ospedale dove era stato ricoverato circa un mese fa, l’amministratore di condomini, Gianmaria Mello Grand, accusato dai suoi inquilini di un buco da sei milioni di euro.

Nel frattempo si attende l’autopsia per avere la conferma che si sia trattato d suicidio ed escludere ogni altra ipotesi. Gianmaria Mello Grand 56 anni, era stato colpito da un male che lo aveva costretto ad un ricovero presso la struttura per inabili di via Persegetto a Rozzano.

Finito al centro di pesanti voci sulla sua condotta di amministra­tore condominiale si era prima ammalato e poi non avendo retto alle accuse si sarebbe tolto la vita. In una lettera trovata dai carabinieri ci sarebbe racchiusa la verità sulla vicenda che ora è oggetto di indagine dei carabinieri.

Gian­maria Mello Grand è trovato privo di vita nella stanza dove era ricoverato dagli infermieri del­la struttura sanitaria ed aveva la testa infilata in un sacchetto.

Per gli inquirenti si sarebbe trat­tato di un suicidio ma per fugare ogni dubbio è stato disposto l’esame autoptico. L’amministratore che gestiva una dozzina di palazzine nel quartiere dei Vip avrebbe lasciato un buco da sei milioni di euro.

Ma per i suoi difensori si tratterebbe di una gestione disordinata e non di un ammanco voluto. Ma per l’avvocato Augu­sto Cirla di Assocond – Conafi e cose stanno diversamente: «L’amministratore gestiva 14 condominii di media dimensione siti nel me­desimo grande complesso residenziale, cia­scuno con un rendiconto annuo di circa 400 euro.

Aperto il conto corrente per ogni singolo Condominio sul quale gli ignari condomini provvedevano a versare le proprie quote di spesa, tutte le somme ivi depositate venivano poi subito trasferite su un unico conto corrente bancario intestato all’amministratore, che ve­niva da lui usato per pagare i fornitori di tutti gli edifici dal lui gestiti. Un caotico conto corrente che egli stesso denominava “bidone” o “self service”, dove andavano annualmente a confluire, se la matematica non è un’opinione, non meno di seimilioni di Euro».

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