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Fmi: A quando la riforma?

G20: per battere la crisi occorre riformare
il Fondo Monetario

I ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali del G20 hanno anche sottolineato il rischio che «la crisi si diffonda all’economia reale» e si sono detti «pronti ad agire con urgenza».

Cari amici,

Domenica a San Paolo i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali del G20 hanno sollecitato una riforma del fondo monetario internazionale.

Dall’ articolo tratto dalla Web Page del sole 24 ore di oggi, si evince chiaramente che i rappresentanti chiamati a discutere hanno poche idee vaghe su come procedere per dare una nuova organizzazione al Fmi.

Il punto della questione sul tavolo, anche se nessuno lo dice chiaramente, è che il dominio finanziario degli USA è finito.

I vari paesi dei “mondi emergenti” sono oggi ripieni di cartaccia verde (dollari americani) che valgono sempre di meno.

Questo muro di biglietti verdi (i dollari) se ne va in giro per i mercati finanziari del mondo, correndo sempre più velocemente nella speranza che si trasformi in qualcosa di meno pericoloso, ma per ora i tentativi di cambiare moneta di riferimento sono tutti di basso profilo.

E’ certo che i potenti della terra sono scontenti!

Ancora oggi tutti si ricordano di quando la valuta americana è caduta di valore (dalla parità con l’ euro al controvalore di circa 1,45 di oggi).

Una fregatura mondiale che tutti hanno subito, e che oggi nessuno vuole che si ripeta.

Il fatto è che l’ ingombrante colosso USA sta in mezzo ad ogni trattativa internazionale, ed impedisce qualsiasi decorso politico che diriga il mutamento dei poteri economici e politici internazionali.

Il “fatto nuovo” però è che i mercati “liberi” se ne fregano della politica, e si stanno aggiustando seguendo l’ unica logica che conoscono, che si esprime molto bene con il famoso proverbio: Piove sul bagnato.

Sono convinto che non sia rimasto molto tempo!

Se non si troveranno vie d’ uscita “politiche”, i mercati finanziari mondiali si aggiusteranno da soli, e per noi paesi “non emergenti” non sarà un mutamento piacevole.

In economia alla fine i conti tornano sempre!

 

Il sole 24 ore

I ministri delle Finanze ed i governatori delle banche centrali del G20 hanno sollecitato domenica a San Paolo una riforma del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale ed una maggiore partecipazione dei paesi emergenti negli organismi finanziari internazionali.
«Le istituzioni nate a Bretton Woods – si legge in un comunicato congiunto diffuso al termine dei lavori – debbono essere riformate affinché possano adeguarsi ai grandi cambiamenti dell’economia mondiale».

Divisioni sul potere decisionale del G20
Il comunicato aggiunge poi che «i paesi emergenti e in via di sviluppo dovrebbero avere più voce» nella Banca mondiale e nel Fmi, dopo la crisi economica globale che si è sviluppata a partire dal crollo immobiliare statunitense. Ma, in concreto, su questo punto non c’è accordo tra i partecipanti al vertice: se da un lato il ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, ha detto chiaramente che il G20 dovrebbe diventare un’organizzazione decisionale nella sua composizione con i capi di stato e di governo, di tutt’altro parere è apparso il presidente della Banca Mondiale, lo statunitense Robert Zoellick, che, ha definito il G20 «troppo ingombrante» e si è speso a favore di un assetto flessibile che coinvolga i Paesi del G7 (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Canada) con l’allargamento ad hoc ad altri Paesi come Brasile, Cina, India, Messico, Russia, Arabia Saudita e Sud Africa.

Azione coordinata contro la crisi
Dal vertice è scaturita una intesa formale sulla necessità di un’azione coordinata per far fronte alla crisi finanziaria, come indicato dal Brasile, che quest’anno detiene la presidenza del G20. Ma Mantega ha precisato che i dettagli dell’azione coordinata non sono ancora stati definiti e che non c’è stato accordo sulle proposte per aumentare la regolamentazione dei mercati finanziari.

Paesi emergenti più rappresentati nel Fsf
Mantega ha anche sottolineato come i paesi emergenti potrebbero avere in futuro una maggiore rappresentatività nel Financial Stability Forum (Fsf), organismo presieduto dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, rivelando che durante la due giorni di San Paolo «Draghi si è detto d’accordo su una maggiore rappresentatività dei paesi emergenti» nell’organismo da lui presieduto.

Rischio di diffusione all’economia reale
I ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali del G20 hanno anche sottolineato il rischio che «la crisi si diffonda all’economia reale» e si sono detti «pronti ad agire con urgenza».
Il G20 ministeriale evidenzia che «rimane una considerevole volatilità sui mercati finanziari» e si impegna a fare «qualunque azione per ridurla». Il G20 dice di vedere «forti sfide per la crescita economica a breve termine» e sottolinea la necessità di «aumentare la supervisione a tutti i livelli».

Banche centrali e tassi
Alle banche centrali invece il G20 ha chiesto di «continuare a monitorare attentamente» la situazione per valutare la necessità di eventuali azioni, facendo con questo intendere la possibilità di nuovi tagli dei tassi.

MERCATI: STA PASSANDO UNA FALSA PROIEZIONE POSITIVA DEL FUTURO
di WSI
Paradossalmente, l’estrema negatività di molti dati macro Usa sta dando agli operatori l’impressione di star vivendo la fase più acuta della crisi economica e finanziaria.

 

(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro la settimana si è conclusa con tassi in calo su tutta la curva e con un differenziale 2-10 anni pressoché stabile intorno ai 126 pb. La sessione di venerdì è stata caratterizzata da un andamento positivo del mercato azionario e dall’attesa per i dati statunitensi.

Restano negativi i dati sulla crescita tedeschi. La produzione industriale di settembre ha infatti registrato un forte calo causato soprattutto dal settore manifatturiero e costruzioni, evidenziando la possibilità che anche il terzo trimestre possa registrare una crescita negativa. Intanto per far fronte alla crisi il gruppo delle venti economie avanzate ed emergenti, in una riunione tenutasi il fine settimana, ha dichiarato necessaria un’azione coordinata.

Nella nota è infatti emerso che i paesi membri devono trovare misure per stimolare la crescita e raggiungere la stabilità finanziaria. Il G20 ha inoltre riconosciuto la necessità di migliorare la governance e la supervisione degli istituti finanziari. Le proposte emerse dal G20 saranno discusse in un’altra riunione che si terrà il prossimo 15 novembre.

Continua a ridursi il differenziale sul decennale Italia-Germania che si è portato a 91 pb, mentre sul monetario il tasso Euribor tre mesi è sceso a 4,47% da 4,59%. Sul decennale il supporto passa per 3,65%.

Negli Usa tassi di mercato in rialzo dopo il recupero dei listini azionari, malgrado i dati sul mercato del lavoro di ottobre che hanno evidenziato una marcata accelerazione della perdita di posti di lavoro con il tasso di disoccupazione ai massimi da 14 anni.

I dati segnalano pertanto come praticamente certa l’entrata in recessione degli Usa. Paradossalmente, l’estrema negatività del dato ha consentito agli operatori di avere l’impressione di star vivendo la fase più acuta della crisi, consentendo pertanto una proiezione verso l’immediato futuro, a partire dai provvedimenti che potrebbero arrivare dal vertice del G-20 del prossimo sabato.

La reazione di breve degli operatori oggi viene in parte supportata anche dal gigantesco piano di stimolo all’economia cinese oltre che dall’annuncio di un aumento del piano di aiuti alla compagnia assicurativa AIG (che oggi presenterà i dati trimestrali) portato ora a 150Mld$, di cui 40Mld$ attinti dal fondo da 700Mld$. Inoltre la portavoce della Camera Nancy Pelosi si è detta favorevole all’approvazione di una prima tranche di piano si supporto per l’economia da 100Mld$, che andrebbe poi successivamente integrato agli inizi del prossimo anno per arrivare ad un ammontare almeno doppio.

Infine è attesa la decisione del governo in merito alla delicata situazione del settore automobilistico del paese, con la grave crisi finanziaria di General Motors. I tre colossi automobilistici del paese chiedono un più facile accesso al piano da 25Mld$ già varato oltre ad un ampliamento dello stesso fino a 50Mld$.

Questa settimana son attese le aste sul 3 anni (oggi), sul 10 e sul 30 anni per un ammontare complessivo di 55Mld$. La pressione dal lato dell’offerta insieme con il possibile maggior ottimismo in ottica G-20, potrebbero spingere al rialzo i tassi di mercato con prima resistenza sul decennale in area 3,90%.

Valute: Dollaro stabile venerdì verso Euro ed in deprezzamento questa mattina verso Euro. Dopo la settimana delle banche centrali, è attesa una temporanea fase di consolidamento all’interno del’area 1,27-1,30. Dopo un tentativo di apprezzamento lo scorso venerdì, lo Yen torna a deprezzarsi questa notte in seguito alla notizia del piano di stimolo cinese da 586Mld$ (pari a ben il 16% del Pil) per supportare l’economia. La manovra ha riportato ottimismo tra gli investitori spingendo al rialzo i listini azionari asiatici. Verso Yen i livelli di resistenza si collocano a 100 e 100,55 nella seduta odierna. Il supporto a 96,35. Verso Euro la resistenza di riferimento si colloca a 131, il supporto più vicino a 122,25.

Materie prime: venerdì il greggio Wti ha chiuso stabile, ma questa mattina è in forte rialzo grazie alla notizia in arrivo dalla Cina. In calo il gas naturale (-3,2%) su aumento delle scorte e clima mite negli Usa. Fine settimana negativo per i metalli industriali guidati dal forte calo di piombo (-7,1%) ed alluminio (-4%). Anch’essi oggi potrebbero beneficiare nella notizia dalla Cina e rimbalzare. Contrastati i preziosi. Andamento contrastante anche tra gli agricoli con il rialzo della soia (+1,4%) ed il calo del mais (-0,7%).

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