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Stati Uniti, paese corrotto, immorale e decadente

Cari amici,

Il sogno americano è finito!

Oggi l’ america è nelle mani dei ricchi (ossia di pochissimi privilegiati), i quali sono ormai organizzati per mantenere il proprio status sulle spalle della stragrande parte della popolazione.

Mentre scrivo moltissimi americani della cosiddetta classe media vedono pericolosamente avvicinarsi la soglia della povertà.

Infatti l’ economia in crisi si abbatte soprattutto su quanti sono oppressi dalle spese fisse (mutui, assicurazioni sanitarie, tasse universitarie), che da noi, per fortuna, sono ancora diritti per tutti.

Prima di scimmiottare la liberalizzazione incontrollata, spacciata per libero mercato, dobbiamo chiederci se è davvero questa la nostra convenienza.

Oggi più che mai la nostra società è suddivisa tra ricchi e poveri; pertanto non possiamo più ignorare che la giustizia è sempre di più un privilegio per chi non ha i soldi per comprarsela.

Abbiamo bisogno di leggere i nostri tempi con la lucidità e l’ onestà intellettuale per capire i nuovi problemi che ci affliggono.

Dobbiamo rifondare la nostra economia sul valore reale delle cose e delle relazioni, perchè la finanza non garantisce un futuro equo e solidale.

Per questo abbiamo bisogno di nuovi obiettivi politici che possano orientare la nostra attività sociale ed economica.

Non possiamo più fingere di non vedere!

Wall Street Italia

E’ una tempesta perfetta. E si parla del sistema capitalistico democratico americano.

Per cominciare, i ricavi sono ora concentrati in poche mani, piu’ di quanto lo fossero 80 anni fa. Quasi un quarto del fatturato totale generato negli Stati Uniti va all’1% degli Americani piu’ ricchi. Un decimo di questa percentuale guadagna 120 milioni di volte delle persone piu’ povere di altre nazionalita’.

Ma a parte queste ingiustizie, e’ interessante scoprire chi sono queste persone così facoltose? Con l’eccezione di pochi imprenditori come Bill Gates, sono i top manager di grandi societa’ e di Wall street, gestori di fondi di investimento e manager di private equity. Tra questi vi sono i miliardari fratelli Koch, le cui ricchezze sono cresciute a milioni lo scorso anno e che stanno finanziando i candidati del movimento del Tea party.

Questo ci porta alla seconda parte della nostra tempesta perfetta: pochi americani stanno comprando la democrazia di tutti, oggi come mai prima d’ora. E se lo fanno accade comunque in segreto.

Centinaia di milioni di dollari vengono versati in pubblicita’ pro e contro i candidati, senza lasciare traccia, ovvero senza che sia possibile risalire alla provenienza di tali somme di denaro. Sono soldi riciclati tramite una nicchia di gruppetti. Fred Maleck, ex vicedirettore del Consiglio per Rieleggere il Presidente sotto Richard Nixon, e’ a capo di uno di questi. Il Repubblicano Karl Rove presidia un altro gruppetto, così come la Camera di Commercio americana (pro Repubblicana).

Chi ha permesso che tutto cio’ avvenisse? Sono stati l’Unione dei Cittadini della Corte Suprema e la Commissione delle Elezioni Federali. Quest’ultima sostiene che solo il 32% dei gruppi che pagano per le campagne elettorali mostra i nomi dei propri donatori. Solo per capire la differenza, nel semestre del 2006 il 97% dei nomi era noto; nel 2008 meno della meta’.

Sembra di essere tornati alla fine del 19esimo secolo, quando i servi dei ladri baroni depositavano letteralmente sacchi di monete nei tavoli dei legislatori “amici”. Il popolo non sapeva mai chi stesse corrompendo chi.
Subito prima della chiusura, la Casa Bianca ha passato un disegno di legge che richiede di mettere in mostra al pubblico i nomi di tutti i donatori. Ma non è stato approvato al Senato. Tutti i Repubblicani hanno votato contro (10 anni fa le decisioni riguardanti la campagna elettorale erano supportate da 48 su 54 senatori Repubblicani).

Ed ecco la terza parte della tempesta perfetta. La maggior parte degli americani e’ in pericolo. Il loro lavoro, stipendio, risparmi e anche le case sono in bilico. Hanno bisogno di un governo che lavori per loro, non per i privilegiati ed i potenti. Come se non bastasse le tasse stanno aumentando e i servizi diminuendo. Insegnanti e pompieri vengono licenziati. Le strade ed i ponti stanno crollando, le condutture stanno crepando e le biblioteche pubbliche vengono chiuse.

Manca un disegno di legge sui lavoratori, per fare in modo che essi trovino lavoro nel settore privato. I sussidi di disoccupazione non raggiungono che la meta’ delle persone senza lavoro ne hanno bisogno. Washington dice che non c’è nulla da fare. Non ci sono piu’ soldi.

Niente piu’ soldi? Il tasso marginale di ricavi per i piu’ ricchi e’ il piu’ basso da 80 anni. Sotto il presidente Dwight Wisenhower era il 91%. Ora è al 36%. Intanto si discute sulla possibilita’ di non rinnovare la legge decisa dall’amministrazione Bush di tagliare le tasse per i ricchi e di tornare ad una tassazione del 39% per chi guadagna di piu’.

La maggior parte degli stipendi dei piu’ ricchi viene trattato come un guadagno di capitale comunque, quindi soggetto al 15% delle tasse. Un tipico manager di fondi di investimento e di private- equity ha pagato solo il 17% lo scorso anno.

Il Congresso non limitera’ le deduzioni di tasse per i piu’ ricchi, che includono gli interessi per i mutui multi milionari. I soldi per aiutare gli americani ci sono, l’unico problema e’ che i politici non vogliono utilizzarli.

Per tempesta perfetta si intende una concentrazione senza precedenti di ricavi e guadagni ai vertici; un ammontare record di soldi che inondano la democrazia americana, e una popolazione che sta diventando sempre piu’ arrabbiata e cinica nei confronti di un governo che continua ad aumentare le tasse, diminuisce i servizi ed è incapace di far trovare lavoro.

L’America sta passando da un capitalismo democratico ad un capitalismo dei ricchi.

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