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Riforma normativa; ultime notizie

Cari amici,

Di seguito pubblico un articolo tratto dal Sole 24 ore, con le ultime notizie riguardanti la riforma del condominio, che è possibile sia approvata in breve tempo.

Di seguito pubblico anche la mia proposta di riforma innovativa, che può essere attuata subito dalla nostra Community, perchè è legale:

Ogni condomìnio deve nominare il proprio rappresentante-legale scegliendo tra i Condòmini residenti.

Il Condòmino amministratore potrà delegare le funzioni tecniche e amministrative a professionisti e/o società utilizzando specifici contratti di mandato.

…ecco le ultime notizie:

A giudicare dalla prima tornata di audizioni, la buona volontà delle associazioni degli amministratori potrebbe dare la spinta necessaria per arrivare a una soluzione condivisa sulla riforma del condominio.

Il disegno di legge presentato al Senato da Franco Mugnai contiene innovazioni fondamentali, tra cui la possibilità di cedere i beni condominiali – oppure di cambiare la loro destinazione – a maggioranza speciale ma senza unanimità, la responsabilizzazione dell’amministratore nella riscossione delle morosità e numerose semplificazioni.

Dopo una presa di posizione di assoluto dissenso sul testo del Ddl (lo scorso 13 ottobre), le associazioni degli amministratori sono state ascoltate alla commissione Giustizia del Senato giovedì scorso (le audizioni proseguono oggi). E i nodi principali si stanno sciogliendo. «Le posizioni delle associazioni erano già note, ma ho notato ammorbidimento complessivo – dice Mugnai –. Del resto, se tutti si rendono conto che non potranno essere completamente soddisfatti vuol dire che siamo sulla buona strada».

Il nodo che rendeva davvero impercorribile l’iter era quello della fideiussione obbligatoria che l’amministratore dovrebbe prestare a favore del condominio per un importo pari al bilancio. Un onere bancario o assicurativo che individualmente nessun professionista, di fatto, potrebbe sopportare: decine di migliaia di euro di costi annuali. Ma in questi mesi sono cominciate a circolare proposte, soprattutto la possibilità che le associazioni creassero – attraverso istituti di credito o assicurazioni – dei fondi a rotazione che garantissero la copertura dei soldi dei condomini in caso di default dell’amministratore. I costi si ridurrebbero così sensibilmente. «Siamo consapevoli di come funziona il sistema bancario – dice Mugnai – la soluzione delle polizze collettive dall’associazione, in favore direttamente dei condòmini e non dell’amministratore, è interessante ma sul piano normativo è complessa. La via più corretta sarebbe quella di indicare nella legge che ci si impegna a "prestare idonea garanzia", quindi anche attraverso un’associazione. Certo c’è un impulso all’associazionismo, che però non è cattiva cosa. E chi vuole può comunque scegliere di fare una fideiussione per conto suo, certo a costi probabilmente più alti». Carlo Parodi, capo dell’ufficio studi Anaci, è d’accordo: «Stiamo esaminando l’ipotesi di un fondo di garanzia proprio adesso. Il costo non dovrebbe superare un importo dai 500 ai 1.000 euro a condominio».

Sulla capacità giuridica del condominio, cui puntava Confedilizia, sembra invece calare il sipario. Ma Confedilizia evidenzia che, senza un lavoro di coordinamento serio con le altre norme, la riforma rischia di creare confusione, soprattutto in tema di servitù per cavi elettronici e in fibra ottica e disposizioni sul consumo energetico.

C’è poi la questione dell’elenco degli amministratori, sul quale puntano molto le associazioni, che vorrebbero rinforzarlo (nel Ddl esiste solo l’obbligo di iscriversi presso le Camere di commercio e segnalare quali sono gli stabili amministrati). Ma Mugnai suggerisce una mediazione: «Forse si può ipotizzare un regolamento attuativo del ministero competente, che possa meglio descrivere certe caratteristiche dell’amministratore nell’ambito dell’elenco presso le Ccia». In concreto, formazione obbligatoria almeno ai livelli base da dimostrare con corsi certificati. «È una soluzione che ci vede concordi, anzi l’avevamo suggerita noi», osserva Parodi.

Da ultimo, Mugnai pensa di stringere i tempi: «Dopo le audizioni faremo una disamina incrociata delle proposte. Stiamo arrivando a una serie di emendamenti già pensati e concordati per superare le ultime spigolosità. Così si potrebbe avere la sede deliberante, con un po’ di fortuna, già nei primi mesi dell’anno».

Fonte: Il Sole 24Ore

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