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Mondiali 2010, la fine di un sogno

Cari amici,

stamattina ho visto ben poche bandiere italiane sventolare dalle finestre.

Il nostro sogno di gloria è finito, meritatamente, con ben tre pappine che ci hanno rifilato gli avversari.

Mi dispiace un pochettino, ma che dire: Un giorno si vince e un giorno si perde!

Per fortuna che perlomeno non ci sono scuse da accampare.

Gli azzurri hanno perso perchè hanno trovato sulla loro strada una squadra più forte, più preparata atleticamente, più motivata, ….e anche meno ricca della nostra.

Speriamo che la prossima volta la nostra avventura andrà meglio, anche perchè peggio di così è assai difficile che potrà andare!

Corriere della sera

JOHANNESBURG (Sudafrica) – Sfascio azzurro. Cacciati al primo turno, come l’altra finalista di Berlino 2006, la ridicola e ammutinata Francia. Ultimi nel girone più morbido del pianeta. Presi a pallate dai caparbi ma modesti debuttanti slovacchi.
Si torna a casa nel grigiore e nella depressione di un gruppo esangue e senza futuro. All’Ellis Park finisce in tragedia, sportiva s’intende: con i nostri avversari che, entusiasti e quasi increduli, fanno il giro del campo, Lippi che a capo chino imbocca in tutta fretta la strada dello spogliatoio e Quagliarella (l’unico a brillare durante i 90′) che scoppia in un pianto dirotto. Come diceva la pubblicità del Campari Soda, che altro?

RAFFICA DI MODULI – Per la sfida da ultima spiaggia contro lo Slovacchia Lippi cambia la dislocazione delle truppe in campo. Ma il modulo di partenza assomiglia di più a un 4-1-3-2 piuttosto che al 4-3-3 strombazzato alla vigilia. Nella terra di mezzo c’è Montolivo, affiancato sugli esterni da Gattuso e Pepe. La novità è De Rossi che gioca più basso, a ridosso della difesa. Obiettivo: rafforzare la trincera mediana e controllare da vicino lo spauracchio Hamsik. E per scacciare la maledizione del gol il duo bianconero (Udinese-Juve) Iaquinta e Di Natale.

DISASTRO TOTALE – Schemi o non schemi, gli azzurri però falliscono completamente l’approccio nervoso e tattico alla gara e vanno in difficoltà di fronte alla superiore organizzazione e fisicità degli avversari. Già al 6’ Hamsik ci fa vedere le streghe, ma grazia Marchetti ciccando il destro in piena area di rigore. Sono passati 20’ minuti e dalla cintola in su è il solito pianto greco dei lippiani. Zero tiri in porta. E il peggio deve arrivare. L’erroraccio di De Rossi in appoggio ci spalanca le porte dell’Inferno. E’ il 25’: Vittek si invola e con un rasoterra fa 1-0. Schiacciati, senz’anima, persino irrisi.

La delusione di Cannavaro (Ap)

La prestazione degli slovacchi è talmente gagliarda che, se i sospetti di combine non fossero una sciocchezza monumentale, ci sarebbe da chiedere un parere aggiuntivo a Umberto Bossi. Caro ministro, visto che roba? A invertire la tendenza ci prova l’hocheista mancato Skrtel con un goffo colpo di testa che quasi quasi finisce alle spalle del suo portiere. Avesse fatto autogol, i leghisti sarebbero stati autorizzati a rilanciare l’ipotesi «pastetta». Ma sono brividi tiepidi. Anzi è Kucka con un bolide da fuori ad andare vicino al colpo del ko. Il fischio dell’inglese Webb, che mette fine ai primi 45’ minuti più brutti che si ricordino da quando gioca la Nazionale, è una liberazione e anche una consolazione. Può andare peggio di così?

BRUTTI E IELLATI – Nella ripresa Lippi ha raccolto i cocci e già che c’è tira fuori dal cilindro l’ennesimo schema alternativo. Via un Gattuso in debito di ossigeno e di fosforo, dentro Quagliarella. Maggio ha preso il posto del timido Criscito. Si passa al 4-2-3-1 con il napoletano che va a fare la mezza punta insieme a Di Natale e Pepe. In tre a sostegno di Iaquinta. Ma non c‘è un reparto che funziona a dovere. Quando l’eliminazione è sull’uscio di casa, ecco la mossa della disperazione Pirlo, non prima di aver assistito a un tiro moscio moscio di Di Natale. L’occasione della vita ci capita al 22’: sforbiciata di Quagliarella salvata sulla linea da Skrtel. Dentro o fuori? Le riprese tv non chiariscono, ma è comunque l’ennesimo presagio di un pomeriggio che sarà da incubo. Quello che le telecamere raccontano è invece un Lippi disperato che si mette le mani in testa ogni volta che viene inquadrato. E non ha ancora assistito al raddoppio di Vittek che al 28’ stordisce ambizioni e sogni di rimonta italici. In verità il gol di Di Natale al 36’, dopo una bella triangolazione tra Quagliarella e Iaquinta, potrebbe tenere aperta una porticina alla speranza. Ma gli azzurri di Ellis Park sono brutti e anche un po’ iellati: il 2-2 del pimpante Quagliarella, che ci garantirebbe il passaggio del turno, viene annullato per millimetrico fuorigioco. E nel momento di massimo sforzo ecco la mazzata di Kopunek (3-1), su ennesima bambola collettiva della nostra difesa. Poi il solito Quagliarella accorcia le distanze con un pallonetto-prodezza e all’ultimo respiro Pepe potrebbe addirittura concretizzare il miracolo. Invece è un funerale. E ora sarà dura uscire dalla secche della mediocrità di un pallone tricolore mai caduto così in basso. Dal 20 luglio ci proverà Cesare Prandelli. Auguri.

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