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Paradisi fiscali, Una fortuna per l’ economia di mercato

G20, niente accordo sui paradisi fiscali
Dopo le violenze in strada della vigilia, i leader lavorano a una ricetta per uscire dalla crisi economica

Cari amici,

Oggi i “grandi” della terra sono riuniti per migliorare l’ economia mondiale.

Non so se sentirmi più sicuro, oppure più “preoccupato”.

Il fatto che si stia discutendo di fare una “lista” dei cosiddetti “paradisi fiscali”, di per se è positivo.

Accordi per ora non ce ne sono!

Ciò nonostante, spero che in futuro il denaro possa circolare in modo più “controllato”, almeno per ciò che riguarda il fisco.

Però, a parte la speranza, sul fatto che si riesca a trovare un governo “globale” della circolazione finanziaria, che possa garantire controllo e rispetto delle leggi, ho forti dubbi!

Sono convinto che gli interessi in campo sono troppi e troppo intrecciati per consentire ai “grandi” di trovare una soluzione politica su questo problema.

Ma che male c’ è a sperare?

Il nostro presidente del consiglio appare fiducioso tutte le volte che spunta dal televisore.

A questo riguardo, l’ articolo del Corriere della sera riferisce che a cena Silvio Berlusconi era seduto tra il premier olandese Jan Peter Balkenende e il primo ministro indiano Manmohan Singh.

Una notizia davvero essenziale, che mancava per essere informati!

Corriere della sera

LONDRA – E’ il giorno del vertice. Dopo una vigilia contrassegnata dagli scontri nella City tra manifestanti anti-capitalismo e polizia – che portano un bilancio di un morto (per cause naturali) e di alcune decine di arrestati tra i dimostranti – i capi di stato e di governo stabiliranno oggi una linea comune per affrontare le nuove sfide dell’economia, in particolare in tempi di crisi. Un’operazione non scontata viste le divergenze di opinione sulle ricette da adottare. In particolare, l’asse franco-tedesco chiede che non vi siano allentamenti nei controlli da parte dei governi.

I PARADISI FISCALI – Ma molti Paesi del G20, tra cui la Cina e diversi Paesi europei, a quanto riferiscono le agenzie di stampa, si oppongono all’elaborazione di una lista nera dei paradisi fiscali, uno dei punti qualificanti della proposta congiunta di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Le agenzie citano fonti diplomatiche a margine della riunione. L’accordo su una «black list» internazionale potrebbe dunque slittare di qualche mese, arrivando presumibilmente sul tavolo del vertice del G8 della Maddalena. In ogni caso, spiegano fonti diplomatiche, la lista dovrebbe vedere la luce «entro l’anno».

BERLUSCONI DISTACCATO – Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, era arrivato al centro Excel nella zona dei Docklands a Londra, dove si svolge il vertice, ed era stato accolto dal padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown, al quale ha consegnato un articolo dalla sua rassegna stampa. Dopo la foto di rito, i due si sono salutati con un «ciao ciao» in italiano. Berlusconi, secondo i resoconti di diversi osservatori, sta affrontando il vertice da una posizione un po’ distaccata. In più di un’occasione il presidente del Consiglio ha fatto sapere di riporre le proprie aspettative soprattutto nel vertice del G8 che si terrà a luglio alla Maddalena e che sarà da lui stesso presieduto.

LA DIPLOMAZIA A TAVOLA – Il vertice è stato preceduto ieri sera da una cena a Downing Street tra i leader del summit. Barack Obama è stato seduto accanto alla cancelliera tedesca Angela Merkel, il leader europeo che con più vigore in queste settimane si è opposto alla ricetta americana per uscire dalla crisi. E che ieri ha lanciato un vero e proprio ultimatum sulle regole a Stati Uniti, ed al suo alleato speciale britannico, insieme al Nicolas Sarkozy, con cui in questa occasione ha rinsaldato e rilanciato un solido asse franco-tedesco. E, naturalmente non a caso, il presidente francese ieri sera al tavolo di Downing Street, imbandito esclusivamente del «meglio della cucina britannica» dallo chef star televisiva Jamie Oliver, sedeva vicino a Gordon Brown, a cui evidentemente era stato affidato il compito di cercare, tra una portata e l’altra, di ridurre le differenze, apparse quanto mai ampie nelle conferenze stampa delle due coppie di leader ieri, in vista del summit di oggi. In effetti, tra Brown e Sarkozy l’attento protocollo del premier britannico ha messo – secondo il piano dei posti a tavola che è stato diffuso alla stampa – il presidente cinese Hu Jintao. Silvio Berlusconi, invece, era seduto tra il premier olandese Jan Peter Balkenende e il primo ministro indiano Manmohan Singh, che aveva al suo fianco la ‘presidentá argentina Cristina Kirchner.

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