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La riforma condominiale va nella direzione sbagliata

La riforma condominiale va nella direzione sbagliata

Dopo circa settant’anni, nel dicembre 2012 il Parlamento italiano ha approvato una modifica complessiva della disciplina codicistica in materia di condominio: da alcuni decenni si voleva riallineare la normativa del 1942 alle innumerevoli novità che hanno via via interessato la realtà del condominio in conseguenza dello sviluppo sociale e scientifico nel frattempo intervenuto.

In questo senso la recente riforma è di certo storica.

Va rilevato che proprio la strutturale inadeguatezza del codice civile ad affrontare le svariate ed eterogenee problematiche che si ponevano all’attenzione degli interpreti e degli operatori aveva prodotto una significativa stratificazione di giurisprudenza: di fatto, il diritto condominiale era progressivamente divenuto una sorta di piccola enclave di diritto giurisprudenziale in un mare di diritto scritto.

Nessuno poteva dire di conoscere il condominio senza aver studiato attentamente sia le sentenze della Cassazione sia quelle dei giudici di merito: nonostante alcuni scossoni ben noti agli addetti ai lavori, il placido susseguirsi di decisioni era sostanzialmente riuscito a stabilizzare il settore, dimostrando in modo evidente come il lento e costante lavoro di giudici, avvocati e studiosi sia in grado di svolgere una funzione di sviluppo e adeguamento del diritto alla realtà in evoluzione.

Ciononostante, l’opinione pubblica (e gran parte della dottrina) spesso fatica a focalizzare correttamente l’importante ruolo della giurisprudenza nei sistemi di civil law come quello italiano, di certo non riconducibile alla banale (e ideologica) figura della “bocca della legge”, e concepisce ogni modifica del diritto solo come equivalente a una modifica della legge….segue:
http://www.brunoleonimedia.it/public/BP … ominio.pdf

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