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I politici non si ribellano al potere della finanza

Cari amici,

poche migliaia di operatori della finanza stanno con il dito sul grilletto, e svendono le nostre vite per il tornaconto personale dei loro clienti.

Tra i clienti dei fondi speculativi internazionali, i quali causano la bancarotta degli stati nazionali, probabilmente ci sono anche alcuni “ricchi” residenti proprio in quei paesi che si vogliono far fallire.

Non capisco perchè i nostri politicanti facciano finta di non capire questa situazione, …anzi credo di capirlo: Essi non hanno convenienza a prendere iniziative contro lo strapotere della finanza, perchè è troppo rischioso.

Molto meglio continuare a difendere i loro interessi nei confronti di noi residenti, costretti a guardare il nostro futuro sempre più precario e indifeso.

Siamo oppressi da una situazione che non abbiamo il potere di controllare, perchè tutti siamo convinti che il potere del denaro non possa essere contrastato.

Questo non è vero, è un illusione che ci è stata inculcata, ma non ha alcun fondamento.

Negli Stati Uniti, per esempio, in questi giorni si sta discutendo su come alzare il tetto del debito, mantenendo inalterata la pressione fiscale, e nessuno si stupisce di queste proposte anche se esse sono in costrasto con la gestione “oculata” della Bce, la quale si impegna il più possibile per mantenere costante il valore del denaro nel tempo, preservando così il potere di chi il denaro lo detiene.

Questo non vuol dire che i politicanti americani siano migliori di quelli europei, ma soltanto che loro usano il potere dello stato per contrastare quello della finanza speculativa.

I residenti americani, invece, patiscono anche loro il potere della finanza speculativa esattamente come da noi, perchè lì il potere dello stato e quello della finanza coincidono; da noi, invece, il potere politico è arraffato da una casta di rubagalline che si preoccupano soltanto di mantenere i loro privilegi.

Non possiamo più aspettare un’ altra generazione di politicanti; dobbiamo riprenderci il diritto di sognare un futuro migliore per noi e per i nostri figli.

La politica deve tornare ad essere a servizio dei cittadini!

Wall Street Italia

Milano – Niente da fare. I titoli di stato italiani continuano a essere oggetto delle vendite, Consob o non Consob. I decennali sono infatti in calo prima dell’apertura degli scambi sull’azionario: si tratta del sesto ribasso consecutivo, che dopo l’apertura di Piazza Affari porta i rendimenti del decennale a balzare fino al 5,419%, nuovo record assoluto di 11 anni, cioe’ dall’introduzione dell’euro nel 1999. Il BTP 4 3/4 21 quota 95.360.

Scambi con volumi molti alti, e dopo l’apertura il differenziale tra il bond Italia e il benchmark tedesco sale ai nuovi massimi, a 264 punti base.

Per il titolo che e’ il benchmark del debito sovrano dell’Italia prezzi ai minimi assoluti e nuovi massimi dei rendimenti a causa dell’attacco speculativo dall’estero, dovuto alla sfiducia che all’estero si nutre sulla capacita’ del governo italiano di fra fronte alla crisi.

Motivi: la debolezza del governo di centro destra formato da PDL e Lega, le risse tra ministri economici, il rapporto di assoluta sfiducia dichiarato dal presidente del consiglio Silvio Berlsuconi nei confronti del ministro dell’Economia Giulio Tremonti (“non fa gioco di squadra, si crede un geniio e considera tutti gli altri dei cretini”) e infine, soprattutto (e’ la visione da Londra e New York) il fatto che la magistratura abbia chiesto l’arresto di Marco Milanese, il piu’ stretto collaboratore del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, per corruzione e associazione a delinquere. Un fatto gravissimo che i grandi investitori esteri giudicano intollerabile, per il ministro che gestisce la manovra di austerita’ proposta dal governo di Roma. Di qui l’attacco contro in BTP.

Alle 10:25 i rendimenti del decennale sono leggermente calati, passando dal massimo di 5,419%, nuovo record assoluto di 11 anni, cioe’ dall’introduzione dell’euro nel 1999, al 5,392%. Il BTP 4 3/4 21 quota in leggero recupero a 95.565.

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