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Il valore delle cose

Quei barili di petrolio in giro per il mondo
Centinaia di superpetroliere non scaricano più il loro carico in attesa che il prezzo del greggio torni a salire

Cari amici,

L’ Economia globale segue una logica tutta particolare nei suoi sviluppi: La logica del lucro!

La notizia pubblicata oggi sulla WebPage del corriere della sera, indica che il prezzo del petrolio ha raggiunto ribassi insostenibili per il mercato; addirittura il prezzo del trasporto del greggio non è coperto a sufficienza.

Mi chiedo chi decide il prezzo dei beni? E’ il mercato!
E come funziona il mercato? Con i soldi!
E che succede se non hai i soldi per vivere? Non mangi!

Cosa puoi fare con i soldi? Tutto!
Cosa puoi fare se non hai i soldi? Nulla!

Che logica c’ è in questi ragionamenti? …non so!

In questi tempi di cupa recessione, credo che abbiamo la possibilità di comprendere le logiche assurde che stanno all’ origine dei nostri comportamenti cosiddetti “economici”.

Il mondo sta assumendo sempre di più un aspetto sregolato e privo di logica umana, perchè i pensieri vengono “rubati” da chi produce informazione, assimilati, appiattiti e annullati nella mediocrità di una cultura oppressa dal marketing e dalla pubblicità, la quale ci spinge a vivere in modo anonimo ed integrato.

Eppure le contraddizioni del nostro modo di vivere sono evidenti per chi ha la voglia di prestare attenzione.

A mio giudizio non è possibile “affidare” la valutazione delle cose e dei servizi ai “prezzi di mercato”, se prima non stabiliamo leggi “politiche” che impediscano alle persone di arricchirsi oltre misura.

La ricchezza personale non può essere “illimitata”, ma deve essere orientata e controllata affinchè possa essere redistribuita.

Ci sono persone nel mondo le quali, con la loro ricchezza personale, potrebbero rimediare ai problemi economici di vaste aree del pianeta.

E’ difficile convivere con queste ingiustizie sociali senza almeno “provare” ad esporre i problemi.

Non è possibile che i prezzi siano così importanti per vivere: Così tanto che se mancano i soldi le navi non arrivano, la gente muore, i bambini non nascono.

E’ ora di finirla di prestare attenzione ai prezzi!

Il valore è un concetto “politico”, e non si può abbandonarlo nelle mani nei mercati senza controllo.

Corriere della sera

WASHINGTON (USA) – Mentre l’Italia e buona parte dell’Europa rischiano di rimanere senza il gas e il petrolio russi a causa delle vertenze tra il Cremino e l’Ucraina, circa 35 superpetroliere e altre petroliere più piccole con oltre 80 milioni di barili di greggio a bordo si aggirano dallo Oceano indiano al Golfo del Messico senza attraccare mai, o stanno all’ancora senza scaricarlo. Sono in attesa che il prezzo del petrolio, precipitato in un anno da quasi 150 dollari a meno di 40 dollari al barile, torni ad aumentare.

FLOTTA – Ma la flotta fantasma, che a volte rischia l’attacco dei pirati, come accadde giorni fa alla petroliera saudita in Somalia, è solo la punta dell’iceberg.

Col calo dei consumi di greggio causato dalla prima crisi economica globale, è scattata la corsa allo stoccaggio, nella speranza di futuri colossali profitti: complessivamente, ben 327 milioni di barili di greggio giacciono inutilizzati in tutto il mondo, in particolare negli Stati uniti. Ad attirare l’attenzione sulle manovre delle nazioni e compagnie petrolifere sono stati il giornale International Herald tribune e l’agenzia Bloomberg. Stando al primo, il Paese che tiene le maggiori quantità di greggio ferme nelle sue petroliere, almeno 15, sarebbe l’Iran. E stando al secondo, tra le “sorelle” del petrolio che fanno la stessa cosa si troverebbe la Royal Dutch Shell, che disporrebbe di due superpetroliere, la Leander e la Eliza. L’International Herald tribune ha citato Adam Sieminski, un esperto della Deutsche bank, secondo cui lo stoccaggio costerebbe circa 10 dollari all’anno al barile: se nel frattempo il prezzo del barile salisse da 40 a 60 dollari, ha notato l’esperto, l’attesa frutterebbe enormi profitti. L’agenzia Bloomberg ha fatto un calcolo analogo: con una spesa di 1,12 dollari al barile si può tenere una superpetroliera in giro sugli oceani per un mese, e guadagnarci molto. Manovre del genere non sono nuove, la novità sta nel crescente ricorso alle superpetroliere, anche da parte di grandi banche e altre intermediarie: la Bloomberg fa i nomi di Citigroup e della Morgan Stanley, a esempio. E grazie ai tagli apportati alla produzione del greggio dai signori del petrolio è possibile che siano coronate da successo. Ma è una speculazione che minaccia di danneggiare l’economia, dalle fabbriche ai trasporti, e i cittadini, e ritardare la ripresa globale. Non a caso Daniel Yergin, forse il massimo esperto americano, chiede che il prezzo del petrolio venga stabilizzato al più presto. E il presidente eletto Obama si impegna allo sviluppo di fonti alternative di energia, in modo da liberare l’America dalla schiavitù del greggio straniero.

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