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Il Papa, lo Stato e il diritto alla verità

Il Papa: «La vita umana non è materia inanimata nelle mani degli scienziati»
«Il rischio altrimenti sarebbe un uso strumentale della scienza, con l’inevitabile conseguenza di cadere nella discriminazione e nell’interesse economico del più forte

Cari amici,

In questi tempi incerti che sta vivendo l’ umanità, spesso ci scontriamo con il limite della libertà e della verità.

La società umana sta scoprendo che il mondo ha le risorse limitate, che l’ economia deve coniugare la vita con le risorse finanziarie e non il contrario, che la vita dell’ uomo è un mistero infinito e insondabile, e pertanto è rischioso affidarla agli scienziati, i quali per la loro stessa natura di uomini hanno una visione limitata e distorta della realtà.

D’ altra parte il Papa esercita la sua autorità spirituale solo su chi crede in Dio, e nostro Signore oggi non va più di moda.

Pertanto mi chiedo come si farà ad agire in modo coerente per affrontare le sfide che abbiamo di fronte?

Ciascuno, infatti, è chiamato dalla società ad agire secondo il proprio interesse personale, e il contorno sociale e politico appare ipocrita in un mondo arido abitato da pochissimi ricchi e moltitudini di poveri.

Mi chiedo in che lingua parlerà Dio per farsi ascoltare?

…non so! Ma d’ altra parte ormai non ha senso avere paura del futuro, perchè già lo abitiamo.

Ben presto il collasso economico e sociale dello stato USA non si potrà più nascondere, e allora il vuoto politico di un potere costruito in oltre 50 anni di storia dovrà pur essere riempito da qualche altra cultura.

Noi viviamo in un passato moribondo, e in un futuro incerto.

Rimbocchiamoci le maniche, e cerchiamo di costruirlo meglio che possiamo!

Corriere della sera

CITTÀ DEL VATICANO – «La vita umana conosce un proprio sviluppo e l’orizzonte di investigazione della scienza e della bioetica è aperto, ma occorre ribadire che quando si tratta di ambiti relativi all’essere umano, gli scienziati non possono mai pensare di avere tra le mani solo della materia inanimata e manipolabile».
È quanto ha detto questa mattina il Papa ricevendo in udienza i partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia per la vita, guidati dal presidente del dicastero vaticano, monsignor Rino Fisichella. «Infatti, fin dal primo istante – ha spiegato ancora il Pontefice – la vita dell’uomo è caratterizzata dall’essere vita umana e per questo portatrice sempre, dovunque e nonostante tutto, di dignità propria». «Contrariamente – ha detto Ratzinger – saremmo sempre alla presenza del pericolo di un uso strumentale della scienza, con l’inevitabile conseguenza di cadere facilmente nell’arbitrio, nella discriminazione e nell’interesse economico del più forte».

«PERICOLOSO STATO CHE PRETENDE DI ESSERE FONTE DELL’ETICA» – «Coniugare bioetica e legge morale naturale – ha affermato Benedetto XVI – permette di verificare al meglio il necessario e ineliminabile richiamo alla dignità che la vita umana possiede intrinsecamente dal suo primo istante fino alla sua fine naturale». «Invece, nel contesto odierno – ha spiegato Ratzigner – pur emergendo con sempre maggior insistenza il giusto richiamo ai diritti che garantiscono la dignità della persona, si nota che non sempre tali diritti sono riconosciuti alla vita umana nel suo naturale sviluppo e negli stadi di maggior debolezza». «Una simile contraddizione – ha aggiunto – rende evidente l’impegno da assumere nei diversi ambiti della società e della cultura perchè la vita umana sia riconosciuta sempre come soggetto inalienabile di diritto e mai come oggetto sottoposto all’arbitrio del più forte». «La storia – ha detto ancora il Papa – ha mostrato quanto possa essere pericoloso e deleterio uno Stato che proceda a legiferare su questioni che toccano la persona e la società, pretendendo di essere esso stesso fonte e principio dell’etica».

«DIGNITÀ UMANA SIA RICONOSCIUTA DA OGNI ORDINAMENTO GIURIDICO» – «Il riconoscimento della dignità umana, in quanto diritto inalienabile trova il suo fondamento primo in quella legge non scritta da mano d’uomo, ma iscritta da Dio Creatore nel cuore dell’uomo, che ogni ordinamento giuridico è chiamato a riconoscere come inviolabile e ogni singola persona è tenuta a rispettare e promuovere» ha anche detto il Pontefice. «Senza il principio fondativo della dignità umana sarebbe arduo trovare una fonte per i diritti della persona e impossibile giungere a un giudizio etico nei confronti delle conquiste della scienza che intervengono direttamente nella vita umana».

«C’È RISCHIO DERIVA RELATIVISTICA A LIVELLO LEGISLATIVO» – «Senza principi universali che consentono di verificare un denominatore comune per l’intera umanità, il rischio di una deriva relativistica a livello legislativo non è affatto da sottovalutare», ha spiegato Benedetto XVI . «La legge morale naturale, forte del proprio carattere universale – ha aggiunto – permette di scongiurare tale pericolo e soprattutto offre al legislatore la garanzia per un autentico rispetto sia della persona, sia dell’intero ordine creaturale». «Essa si pone come fonte catalizzatrice di consenso – ha sottolineato Ratzinger – tra persone di culture e religioni diverse e permette di andare oltre le differenze, perchè afferma l’esistenza di un ordine impresso nella natura dal Creatore e riconosciuto come istanza di vero giudizio etico razionale per perseguire il bene ed evitare il male».

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