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I governi si alleano per governare la finanza mondiale

La Merkel a Obama:
«Vertice globale sulle banche»

Cari amici,

Mi fa molto piacere che i governi stiano cominciando ad “alzare la testa” e parlino chiaramente di nuove regole di controllo per la finanza mondiale.

Non si può immaginare di sviluppare l’ economia mondiale in modo armonioso se non si riuscirà a governare il potere finanziario, che oggi risiede saldamente in mano a chi controlla i mercati finanziari.

E’ evidente che negli ultimi vent’ anni i governi si sono sottomessi ai proprietari del capitale finanziario, facendo di tutto per fare in modo che i capitali (leciti o non leciti) non cambiassero destinazione in altri stati più compiacenti.

L’ ultima legge sul cosiddetto “scudo fiscale” è un esempio illuminante su quanto uno stato può svendere la giustizia e la legalità in cambio della possibilità di disporre di capitali finanziari.

Tutta questa situazione deve cambiare.

Il valore economico non può essere totalmente soggetto ai mercati finanziari, ma deve essere sottomesso al controllo politico, che deve far pesare il valore sociale del territorio.

Questo progetto politico si potrà raggiungere solo a livello sovranazionale, pertanto è opportuno promuovere questi timidi segnali di coordinamento tra USA e Unione Europea.

Il Sole 24 ore

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, sta preparando una conferenza internazionale per fissare nuove regole dei mercati finanziari e accelerare il processo di coordinamento, prima del prossimo vertice dei Paesi del G20, in programma a giugno in Canada. L’evento si terrà a Berlino e, secondo quanto scrive oggi il settimanale Der Spiegel, si svolgerà a fine maggio. Al vertice, che vedrà coinvolti i ministri delle finanze e dell’economia, dovrebbe partecipare anche la Cancelliera Angela Merkel.

L’appuntamento nasce come risposta al progetto di riforma bancaria annunciato dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che si propone di restringere le attività e le dimensioni delle banche americane per evitare che in futuro ci sia una banca «troppo grande per poter fallire». Nello specifico, la proposta del presidente, vieterebbe alle banche commerciali e alle società che controllano banche di possedere o investire in hedge fund e private equity. Inoltre sarebbero limitate le dimensioni di ogni istituto finanziario in relazione all’intero settore: sarebbe rivisto l’attuale limite del 10% sulla quota di depositi totali che ogni banca può detenere.

Gary S. Becker, premio nobel per l’economia nel 1992, intervenendo al Forum Economia Risparmio, organizzato da Anima e da Banca Popolare di Milano ha così commentato il piano di Obama: è «un primo passo verso il risanamento del quadro economico, a patto di non essere così drastico e severo da impedire poi» agli istituti di credito «di fare il loro mestiere tradizionale che è quello di prestare soldi». In particolare Becker si chiede se sia «il momento giusto per tassare le banche» proprio «quando stiamo sperando in una ripresa del settore finanziario» che, qualora venisse tassato, si riprenderebbe «più lentamente». In relazione poi a separare le banche commerciali da quelle d’affari secondo il professore di economia alla Chicago University «è sufficiente alzare i requisiti patrimoniali».

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