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G20 nulla di nuovo, mentre l’ Irlanda sta per fallire

Cari amici,

Il G20 si è concluso con tanti sorrisi ma senza alcun accordo.

Gli USA continueranno a stampare moneta con la speranza di veder ripartire la propria economia, mentre la Cina proseguirà a prendere i soldi USA fingendo di non vedere l’ enorme massa di valuta che è sempre più difficile valutare.

In Europa, invece, le cose non vanno molto meglio, poichè i debiti sovrani sono sempre più a rischio di collasso.

In particolare l’ Irlanda ormai è cotta e diventerà inesigibile entro brevissimo tempo.

La Grecia seguirà l’ irlanda tra non molti mesi.

L’ Italia fa finta di stare meglio, e speriamo tutti che la prossima finanziaria venga approvata nonostante la crisi politica ormai conclamata.

In generale tutto il mondo politico fa finta di non vedere che i mercati finanziari ormai sono impazziti, e si reggono su logiche che hanno perso ogni riferimento con la realtà economica sottostante.

I soldi effettivamente non ci sono!

Sono scritti nei computer delle banche, ma non girano per la società; quindi i residenti non spendono.

Sono pochissimi i beneficiari dei redditi finanziari, che sono sempre più figurativi e sempre meno reali.

Ormai chi ha i soldi non sa più dove spenderli, e tutti gli altri invece sono sempre più poveri e sopravvivono con i magri redditi che provengono da un lavoro sempre più scarso e mal pagato.

Sono convinto che la cosiddetta sinistra abbia bisogno di sogni nuovi.

E’ vitale immaginare un mondo diverso da questo!

Dovrebbe essere facile almeno desiderare qualcosa di diverso, perchè il nostro mondo economico e politico è sempre più invivibile.

Io, nel mio piccolo, propongo di ripartire dall’ economia relazionale.

Il Sole 24 ore


I leader del G20 hanno raggiunto «un ampio accordo» per imboccare la strada della ripresa dell’economia mondiale, dice il presidente americano Barack Obama, da Seul. Ma le posizioni sono ancora distanti sulla guerra delle valute. «Le posizioni sono ancora molto distanti soprattutto per la chiusura dei cinesi» è la sintesi di alcuni sherpa riuniti al capezzale delle monete impazzite e degli squilibri globali. Toccherà alla prossima presidenza francese riavvicinarle. E trasfomare gli impegni di cui si parla nel documento finale in azioni politiche concrete. Impresa non da poco. Anche se stamane a Seul Sarkozy si è detto molto ottimista.

Nel comunicato finale del G20 i leader avvertono che «restano rischi» per la ripresa dell’economia globale e che «azioni politiche non coordinate possono solo portare a conseguenze peggiori per tutti». I leader del G20, senza guizzi eccessivi né soluzioni draconiane, rilanciano la necessità per le «economie avanzate» di risanare i bilanci pubblici deteriorati dalla crisi, attuando «piani a medio termine chiari, credibili, ambiziosi e differenziati a seconda delle condizioni di ciascun Paese». «Siamo consapevoli dei rischi che lo sforzo contemporaneo di risanamento pone alla ripresa globale – si legge nelle conclusioni del summit – e del rischio che il fallimento nell’attuazione del risanamento, laddove immediatamente necessario, possa indebolire la fiducia e la crescita».

Un piano di «Azione di Seul» per sostenere gli obiettivi di una crescita «forte, sostenuta e equilibrata». È quanto lanciato dal summit sudcoreano che ha messo a punto «cinque aree di intervento»: dalle politiche monetarie a quelle commerciali e di sviluppo, dal risanamento dei bilanci alle riforme finanziarie e strutturali. «Abbiamo costruito tale Piano con unità di intenti per assicurare un forte impegno a cooperare, produrre un piano orientato all’azione con gli impegni politici di ciascun paese e raggiungere i nostri tre obiettivi di crescita forte, sostenibile ed equilibrita», si legge nella dichiarazione finale del summit. Ecco le cinque aree di intervento :

Politiche monetarie e tasso di cambio
Si ribadisce l’impegno ad «assicurare la stabilità dei prezzi e contribuire così alla ripresa» e ci «muoveremo verso tassi più basati sul mercato e che derivino dagli andamenti economici» scrivono ribadendo l’impegno ad «astenersi dalle svalutazioni competitive». «Daremo nuova linfa ai nostri sforzi volti a promuovere un sistema monetario internazionale stabile e ben funzionante e facciamo appello – si legge nel documento – al Fondo monetario internazionale perché approfondisca il suo lavoro in tale aree.
Politiche commerciali e di sviluppo
Si ribadisce l’impegno per il libero scambio e dei flussi di investimento. «Ci asterremo dall’introdurre azioni commerciali protezionistiche di qualsiasi genere» alle quali «ci opporremo», prosegue il documento che rilancia anche la necessità di una ripresa e rapida concluse dei negoziati di Doha.
Risanamento di bilancio
Il G20 impegna le economie avanzate a «redigere e attuare piani a medio termine di risanamento dei bilanci chiari, credibili, ambiziosi, che aiutino la crescita, in linea con gli impegni di Toronto e differenziati a seconda delle condizioni di ciascun paese: siamo consapevoli – ribadisce il G20 – dei rischi rischi che lo sforzo contemporaneo di risanamento pone alla ripresa globale e del rischio che il fallimento nell’attuazione del risanamento, laddove immediatamente necessario, possa indebolire la fiducia e la crescita».
Riforme finanziarie
Impegno ad «agire a livello nazionale ed internazionale per innalzare gli standard e garantire che le nostre autorità nazionali attuino gli standard globali definiti fino ad oggi, in modo coerente. «Attueremo i nuovi standard di capitale e liquidità per le banche e affronteremo problemi dei soggetti finanziari troppo grandi per fallire».

Riforme strutturali
Il G20 rilancia la necessità di riforma per sostenere la domanda mondiale. Nel documento si citano, in particolare, il mercato dei prodotti, le riforme del mercato del lavoro, quella fiscale, la crescita verde, riforme per ridurre la dipendenza dalla domanda esterna, quelle per rafforzare le reti si sicurezza e investimenti in infrastrutture per «far fronte alle strozzature»
Squilibri commerciali e delle partite correnti
Promuovere politiche per ridurre quelli eccessivi. Si da mandato ad un Gruppo di lavoro di definire le linee guida da sottoporre ai ministri Finanziari. Fissando la prima verifica del percorso a ‘metà 2011’, sotto la presidenza francese.

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