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Craxi fu una vittima del sistema dei partiti

Schifani: «Craxi vittima sacrificale»
La politica commemora il leader socialista. Salta
il discorso di Berlusconi. «Evita strumentalizzazioni»

Cari amici,

La commemorazione di Bettino Craxi è illuminante per capire quanto la verità sia di chi la racconta.

E’ incredibile come un personaggio condannato e latitante possa trasformarsi di nuovo in “statista”.

Craxi è stato il principale alleato di Berlusconi, colui che nei fatti gli ha permesso di trasmettere a livello nazionale.

Craxi ha sdoganato il sistema dei partiti, e ne ha permesso lo sviluppo politico di cui oggi noi subiamo le conseguenze.

Infine Craxi si è ritrovato a vivere un momento storico sfavorevole che ha messo in luce i suoi reati, e pertanto ne ha subito le conseguenze penali.

Oggi, a mio giudizio, noi dobbiamo fare tesoro della vicenda umana e politica di questo statista, che ha vissuto il suo tempo storico per come era, al fine di non ripetere oggi gli stessi errori.

La moralità e l’ etica, per ciò che ancora significano, devono di nuovo essere importanti e vissuti dai nostri rappresentanti, i quali non devono sacrificare la legalità in nome di una supposta preminenza politica.

Non ce lo possiamo più permettere di mantenere tutti questi privilegi.

Corriere della sera

ROMA – Bettino Craxi fu la «vittima sacrificale» offerta per risolvere una crisi «morale e istituzionale» che riguardò «l’intero sistema politico». Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha ricordato così il leader socialista durante un convegno organizzato a Palazzo Madama, in occasione del decimo anniversario della morte di Craxi. Ha parlato a una platea numerosa Schifani: a Palazzo Madama erano presenti il premier Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, tanti politici e diversi giornalisti. La biblioteca del Senato non è riuscita a contenere tutti gli invitati ed è stata allestita un’altra sala al primo piano. «A ciascuno di noi – ha detto il presidente del Senato – il compito di riflettere su Craxi e su una stagione drammatica che non ha consentito di valutare con serena obiettività comportamenti diffusi, non solo nelle responsabilità personali». Secondo Schifani «per Craxi non ci furono sconti. Ha pagato più di ogni altro colpe che erano di un intero sistema politico».

BERLUSCONI NON INTERVIENE – Seduto in prima fila, Berlusconi ha scelto la linea del silenzio.

Silvio Berlusconi abbraccia Stefania Craxi (LaPresse)
Silvio Berlusconi abbraccia Stefania Craxi (LaPresse)

Il premier ha ascoltato tutti gli interventi della prima parte della cerimonia intrattenendosi per circa un’ora in sala ma, invitato dal moderatore Michel Martone a parlare, ha rifiutato con un cenno della mano e del capo. Il Cavaliere ha però calorosamente abbracciato Stefania Craxi al termine del suo intervento. E proprio la figlia dl leader socialista ha spiegato perché il presidente del Consiglio abbia preferito non prendere la parola: Berlusconi «ha voluto evitare le strumentalizzazioni che inevitabilmente sarebbero seguite», ha detto Stefania Craxi. «Con la sua presenza ha voluto onorare ancora una volta il suo amico Bettino» ha aggiunto. Al termine della commemorazione, il premier ha salutato tra gli altri anche l’ex governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco. «Ho sofferto molto per te» gli ha detto il presidente del Consiglio, alludendo al coinvolgimento di Del Turco nell’inchiesta sulla sanità regionale.LA CELEBRAZIONE – Nel suo intervento Craxi Schifani ha ricordato che il leader socialista «per la sua cultura non concepiva la politica al di fuori dei partiti e, pur avendo più di ogni altro compreso le fragilità e la necessità di una riforma del sistema, ad esso rimase fino all’ultimo fedele». Il presidente del Senato ha citato «quel famoso intervento» pronunciato da Craxi il 2 luglio 1992 alla Camera: «Un forte richiamo alla responsabilità collettiva di tutti gli attori del sistema politico di allora di fronte alla crisi morale, istituzionale ed economica che toccava in quei giorni il suo momento più alto». «Una crisi – ha sottolineato Schifani – legata anche a fenomeni diffusi di corruzione della vita pubblica e che, come si vide negli anni seguenti, chiuse l’esperienza della “Repubblica dei partiti”, segnandone la fine. Una crisi che vide offerta, da un ceto politico intimorito ed esausto, come “vittima sacrificale”, la figura dello statista che qui oggi ricordiamo. E da qui l’aggressione (non solo morale), il processo, la condanna, la forte determinazione a trascorrere gli ultimi anni di vita all’estero e la morte che lo colse in terra straniera». Schifani ha concluso: «Ritengo che gli anni trascorsi ci consentano di esprimere oggi quel giudizio storico più sereno e obiettivo che quei momenti drammatici ormai lontani non consentirono di dare».

«VERGOGNOSA BEATIFICAZIONE» – L’Italia dei Valori sul piede di guerra. «In questo momento non si sta dando una lettura più serena di quegli anni, ma più falsa e più distorta» ha detto Antonio Di Pietro, replicando a chi gli chiedeva della lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato ieri alla vedova di Craxi e delle celebrazioni di questi giorni per il decennale della morte del leader socialista. Per l’ex pm si sta «osannando un delinquente latitante». «È sufficiente dire che Craxi fu un gigante, e così sarà ricordato, mentre Di Pietro è e resta uno gnomo», è stata la replica del portavoce del Pdl Daniele Capezzone. Affondo su Craxi anche da Luigi De Magistris, europarlamentare Idv, che dal suo sito invita riflettere su quella che a lui appare come una riabilitazione strumentale del leader socialista da parte della maggioranza, finalizzata a giustificare la situazione politica dei nostri giorni. «Oggi ci si inchina ad Hammamet per genuflettersi verso Arcore». «È davvero una vergogna la beatificazione di un pregiudicato in una sede istituzionale» ha detto il presidente dei dipietristi al SenatoFelice Belisario. «Sono davvero addolorato per quanto sta avvenendo in questi giorni e per il cattivo esempio che la classe politico-istituzionale sta dando ai nostri giovani esaltando la figura di un uomo controverso che la storia non ha ancora giudicato, mentre lo ha condannato la magistratura indipendente».

MANIFESTAZIONI – L’Idv ha preso parte al «No Craxi Day», la manifestazione che si è svolta a Piazza Navona. Una ventina di persone del «Popolo viola» ha anche inscenato una protesta sventolando bandiere e lanciando in aria monetine davanti all’Hotel Raphael a Roma, dove nel ’93 anche Craxi fu duramente contestato. Sono stati esposti anche cartelli dalla scritta «Hotel Raphael 30-4-93 io c’ero – Piazza Navona 19-1-2010 io ci sono». Alcuni hanno invece ironizzato sull’intitolazione di una strada a Craxi mostrando su un foglio l’insegna di una via con la scritta: «Via! Bettino Craxi. Latitante». L’Italia dei Valori è scesa in piazza anche a Milano, con un presidio di una decina di militanti davanti al municipio di Palazzo Marino per dire no alla proposta del sindaco Letizia Moratti di intitolare un parco all’ex leader socialista.

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