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Buco da 20.000€ in condominio, incubo voragine

Buco da 20.000€ in condominio, incubo voragine
L’ammanco in via Ronchese, stabile gestito dalla “Restera” di Roberto Artuso. In arrivo denunce. E anche l’Ater indaga

Utenze non pagate, a cominciare dal gas, per almeno 15 mila euro.

E poi diversi conti di fornitori, per altre migliaia di euro. Ventimila euro che non tornano, nei conti di un condominio di via Ronchese, ai civici 27, 29 e 31, nel cuore di uno dei quartieri popolari simbolo, ad altissima densità di alloggi Ater.

E’ allarme rosso fra i condòmini – la maggioranza delle unità immobiliari, 11, è di proprietà, gli altri 7 alloggi sono dell’Ater che ha inquilini a canone sociale – dopo che la relazione contabile è stata messa nero su bianco nel verbale, nella scorse settimane, dal nuovo amministratore. Facile capire lo shock degli inquilini, convinti che tutto fosse in regola.

E invece, quest’estate, sono arrivati solleciti di pagamento, avvisi delle società erogatrici di servizi. Il nuovo amministratore, che ha sede fuori mura, ha rilevato la gestione dello stabile – (un immobile con scale e civici diversi, ma di fatto un solo condominio) – dall’amministrazione immobiliare “Restera” di Roberto Artuso, in passato al centro di altri ammanchi poi sfociati in un procedimento giudiziario a carico del titolare e della moglie.

In teoria, le ragioni del buco sono da chiarire, e il nuovo amministratore – del tutto estraneo lo ribadiamo, si è appena insediato – starebbe ancora completando l’esame di documentazione e fatture e dei versamenti degli inquilini. Ma anche chi vive in affitto ha segnalato il caso all’azienda di via D’Annunzio proprietaria di sette alloggi: e dunque anche chi vive in affitto si sente beffato, e vuole vederci chiaro.

A Santa Bona lo spettro di un altro «buco» aleggia, e la paura corre in via Ronchese, ma anche in altri stabili non molto distanti.

Una residente dello stabile, che ha la casa di proprietà, non ha dubbi e annuncia sin d’ora denunce alle forze dell’ordine: «Voglio andare fino in fondo perché in questa storia troppe cose non convincono: un anno fa quando erano sorti problemi mi sono ritrovata l’unica a votare per il cambio di amministratore», sbotta inviperita, «e da quanto mi risulta in altri stabili il nome di questo amministratore era caldeggiato agli inquilini dell’Ater, nonostante fossero già emersi casi di ammanchi sui giornali, il che mi sembra francamente inconcepibile e inammissibile.

Credo ci siano tutti gli estremi per denunciare l’amministratore, e sono stupefatta che queste vicende avvengano in stabili dove l’Ater ha tecnici e geometri incaricati che compiono sopralluoghi e interventi tecnici. Inutile che l’Ater lanci allarmi sulle morosità dei condòmini: gli inquilini di questo stabile avevano pagato, eravamo tutti in regola, non è mica colpa nostra». Fra le scale, c’è chi sottolinea come a queste latitudini pagare somme alte, come le bollette del gas – e per due volte – rischia di mettere in crisi le fasce deboli, a cominciare dai pensionati sociali

L’Ater sarà pure in minoranza, nello stabile, ma l’ammanco fa sì che fra le parti lese, adesso, ci sia anche l’azienda presieduta da Francesco Pietrobon. E nel cda siede Pierantonio Fanton, che conosce il quartiere come la sue tasche.

In questi giorni gli echi della recente assemblea condominiale di via Ronchese, e del verbale che in qualche modo certifica i pagamenti non effettuati e quantifica il presunto ammanco di cassa in circa 20 mila euro, sono giunti anche ai piani alti dell’Ater, in via D’Annunzio. È scontato che l’azienda disporrà accertamenti. Ed è facile capire che il caso susciterà reazioni a catena. C’è già chi teme effetti domino, o a cascata.
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