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Berlusconi e i comunisti: IPSE DIXIT

«I tribunali non sono sezioni di partito»
L’Anm dopo le parole del premier a Ballarò: «Parole ridicole, non le merita nessu ufficio giudiziario»

Cari amici,

ieri Silvio Berlusconi è intervenuto a Ballarò, illuminando il pubblico su ciò che “Egli” pensa.

Dal punto di vista di “sua emittenza”, i giudici sono “comunisti” che fanno di tutto per attaccarlo, al fine di affossare il suo salvifico governo del nostro paese.

Perchè lui è convinto di averci “salvato”!

Un salvatore non concede repliche, si ascolta in silenzio, al limite si applaude!

Pertanto, quando Floris ha cercato di interloquire, il presidente lo ha zittito con veemenza, e ha continuato a illuminare il pubblico con la sua “verità”.

La natura politica di Berlusconi, francamente mi spaventa.

Il tono violento e polemico che utilizza certo non aiuta a rasserenare il clima politico, ed inoltre ostacola la ricerca di soluzioni opportune alla crisi economica che ci pesa sulle spalle.

A parte le polemiche sul “capo”, devo per coerenza anche scrivere che non mi appaiono così evidenti le posizioni politiche dei diversi “antagonisti”, i quali si sprecano in annunci mediatici accattivanti, ma non hanno a mio giudizio alcuna ipotesi politica alternativa al dilagante liberalismo che ci sovrasta come una maledizione.

Io resto convinto che non siamo condannati al “mercato” nè alla ricerca affannosa dell’ incremento del PIL.

Qualcuno deve pur avere il coraggio di sterzare il timone della storia verso strade più umane, sostenibili e convenienti soprattutto per chi vivrà dopo di noi.

….o no!

Corriere della sera

MILANO – «Ogni occasione sembra buona per denigrare l’ordine giudiziario e descrivere i palazzi di giustizia come sezioni di partito, frequentate da magistrati militanti. Nessun ufficio giudiziario merita queste infondate e ridicole definizioni, tanto meno quello di Milano». È duro il commento dell’Associazione nazionale dei magistrati che in una nota replica indirettamente alle accuse mosse alle toghe di Milano dal premier Silvio Berlusconi. In un attacco a tutto campo ai giudici durante una telefonata a Ballarò, il premier ha accusato in particolare «i pm comunisti che sono la vera opposizione nel nostro Paese». Parole che nopn sono andate giù al sindacato delle toghe. «Da Milano, e dall’intero Paese, la magistratura ribadisce che intende continuare a vestire solo la toga e a rispondere solo alla legge. In primis alla Costituzione» si legge in un documento redatto dall’Anm che è dedicato alle assemblee di protesta che si terranno giovedì in tutta Italia e intitolato «Il no dei magistrati alle intimidazioni: “Rispondiamo solo alla legge. E alla Costituzione”». Le assemblee, spiega la giunta, «nascono dalla profonda e sincera preoccupazione per i continui tentativi di delegittimare e intimidire sia la giurisdizione nel suo complesso, sia i singoli magistrati in relazione a processi specifici o in ragione delle sentenze pronunciate. Perfino il rapporto tra istituzioni e organi di garanzia è stato messo in discussione». E «mentre la tensione e l’attenzione si concentrano su una impropria contrapposizione, di cui la magistratura è vittima, nulla di serio, concreto e duraturo – lamenta l’Anm- viene proposto per restituire efficienza all’organizzazione giudiziaria e per ricondurre il processo alla ragionevole durata». All’ appuntamento di giovedì «la magistratura arriva compatta: sia nelle componenti associative, sia con la spontanea e massiccia adesione agli appelli in favore del collega Mesiano. Ciò testimonia il sentimento di solidarietà a un collega attaccato violentemente solo per aver fatto il proprio dovere, e che ha poi tenuto un comportamento esemplare; ma testimonia soprattutto il rifiuto verso qualsiasi forma di intimidazione«. »Forse certe strategie non nascono a tavolino. Ma neppure nascono dal nulla», afferma ancora l’Anm , che parla di stucchevole reiterazione di epiteti nei confronti di «stucchevole reiterazione di epiteti nei confronti dei magistrati».

ROBLEDO – «Se le nostre toghe sono rosse, lo sono per il sangue versato dai magistrati che hanno pagato con la vita la difesa della legalità e dei valori costituzionali, a cominciare da Falcone e Borsellino». Così il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, titolare in passato di inchieste che riguardavano proprio Berlusconi, risponde alle affermazioni pronunciate dal premier nella telefonata a Floris. «Definire comunisti i colleghi delle procure che lavorano seriamente è inammissibile: il lavoro dei magistrati del pubblico ministero, per altro, trova poi conferma nelle pronunce dei giudici. E, allora, o siamo tutti comunisti o non possono esserlo solamente le procure» gli fa eco dalla Sicilia il procuratore capo della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi.

IDV – Ma sulle accuse ai pm ci sono interventi anche di natura più strettamente politica. «Silvio Berlusconi anche ieri sera a Ballarò ha rasentato il ridicolo accusando i giudici di Milano di essere comunisti. Come ricorda qualche quotidiano il giudice Lapertosa, che martedì ha condannato Mills, è lo stesso giudice comunista che lo aveva assolto in appello nel processo Sme» ha detto invece il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario. «Come mai allora Berlusconi ha dimenticato di ricordare di essere stato assolto da un giudice comunista? La verità è che il premier ha l’ossessione dei giudici e della magistratura e vede complotti ovunque. Oppure ha paura di essere giudicato. Vada in tribunale – conclude Belisario – e vedrà che i magistrati non hanno colore politico, ma si limitano semplicemente ad applicare la legge».

BERSANI – Non si sono fatte attendere le repliche anche da parte del Pd sul fatto che il Partito democratico sia diventato un nuovo Pci. «Noi il nuovo Pci? Ma diceva che eravamo comunisti già prima che diventassi segretario io, lo diceva con Veltroni, con Franceschini… Ce lo fornisca il premier il segretario buono…» replica il neosegretario del Pd Pier Luigi Bersani . Poi più seriamente spiega: «Tre milioni di persone non sono un dettaglio, c’è stata una spinta enorme da tanta gente normale che si è riavvicinata al Pd e di tanta gente nuova che arriva. Questo ci fa sentire la responsabilità di essere coerenti con quel messaggio di fiducia, saremo un partito nuovo, unitario, fatto nella chiarezza e nella semplicità. Gli elettori delle primarie ci hanno dato un messaggio chiaro».

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