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Bce: Tassi al 4,25%; Petrolio: Rialzi oltre i 145$

Bce, tassi al 4,25% per garantire la stabilità dei prezzi
Bce aumenta di 25 punti base i tassi di riferimento; il petrolio non arresta la sua corsa al rialzo e proprio stamattina ha sfondato la soglia dei 145 dollari

Cari amici,

La WebPage del sole 24 ore di oggi pubblica inesorabile sia l’ evoluzione della crisi economica e finanziaria mondiale, sia le ricadute che si abbattono sulle nostre Comunità Residenziali.

Oggi la Bce ha confermato la sua decisione di alzare i tassi di riferimento nella misura di 25 punti base.
Questa manovra era stata già annunciata da tempo, e mira a limitare l’ inflazione, ossia gli aumenti di prezzo ingiustificati.

A mio giudizio questa decisione risulterà inutile e dannosa, in quanto gli aumenti di prezzo sono giustificati dall’ aumento incontrollato del prezzo del petrolio.

Pertanto, tutti gli operatori economici che potranno, ribalteranno appena possibile gli aumenti di costo verso i loro clienti, e chi resterà con il “cerino in mano” saranno soprattutto le categorie di soggetti che non potranno fare a meno di subire gli aumenti di prezzo, i quali si tradurranno quindi in erosione del potere di acquisto di salari e di stipendi.

A causa di queste dinamiche, i lavoratori dipendenti e i pensionati subiranno da una parte l’ incremento dei prezzi al consumo di quasi tutti i prodotti e i servizi offerti sul mercato, e dall’ altra l’ incremento dei tassi di interesse variabile applicati sui mutui passivi contratti negli ultimi anni.

Chi ci guadagnerà da questa situazione? A parte le banche nessuno!

E’ necessario imparare a difenderci dagli speculatori.

Per questo motivo, vi rinnovo l’ invito a diventare “attori” delle dinamiche di mercato, attraverso l’ organizzazione di acquisti collettivi e soprattutto costruendo reti informative efficienti che sappiano guidare i consumatori organizzati verso il miglior rapporto qualità/prezzo.

La Community AziendaCondomìnio farà il possibile per dare servizi e guide informative alle Comunità Residenziali che vogliano organizzarsi per creare valore.

Il sole 24 ore

Come ampiamente preannunciato la Banca centrale europea ha deciso di reagire all’aggravamento dei rischi inflazionistici, aumentando di 25 punti base i tassi di interesse di riferimento, che raggiungono così il 4,25 per cento. Il caro vita dell’area dell’euro ha accusato a giugno una nuova accelerazione, raggiungendo un tasso di incremento annuo del 4%, mentre il petrolio non arresta la sua corsa al rialzo e proprio stamattina ha sfondato al rialzo la soglia dei 145 dollari. Gli analisti temono che l’inflazione non abbia ancora sfogato tutte le spinte rialziste giunte dal fronte energetico, e prevedono che possa peggiorare ulteriormente nei mesi estivi.

Intanto la Bce alza il costo del danaro dell’area dell’euro: il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento sale al 4,25%, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi presso la Banca centrale rimarranno, rispettivamente, al 5,25% e al 3,25 per cento. Tali variazioni avranno decorrenza a partire dal prossimo 9 luglio. Si tratta della prima variazione decisa dall’istituzione monetaria dal giugno del 2007, quando venne effettuato l’ultimo di una serie di rialzi nell’ambito di una manovra restrittiva iniziata nel dicembre del 2005. Successivamente l’ondata di insolvenze sui mutui subprime negli Stati Uniti ha innescato una gigantesca crisi finanziaria globale, tutt’ora in corso e che ha sconvolto i piani di tutte le Banche centrali, inclusa l’istituzione di Francoforte. La fase di strette venne quindi bloccata e la Bce ha tenuto il costo del danaro fermo per oltre un anno.

Restano invece tutte da chiarire le intenzioni dell’Eurotower per i mesi futuri. Fino a pochi giorni fa lo stesso Trichet e diversi esponenti della Bce avevano precisato che questa singola mossa non preludeva all’avvio di una vera e propria manovra restrittiva, fatta di rialzi in serie. Tuttavia l’andamento dell’inflazione non è confortante, e ancor meno quello delle sottostanti componenti che creano pressioni al rialzo sui prezzi, petrolio innanzitutto, ma anche materie prime in generale e beni alimentari. Proprio per cercare di cogliere quali orientamenti stiamo maturando in seno alla Bce, analisti e operatori seguiranno con la massima attenzione la consueta conferenza stampa esplicativa che Trichet terrà nel pomeriggio.

Intanto il tasso interbancario Euribor sulla scadenza a tre mesi è risalito ai massimi da sette anni. al 4,97% – secondo quanto comunicato dall’European Banking Federation – che rappresenta il livello più alto da dicembre 2000 e che era già stato raggiunto all’inizio di giugno. In deciso anche rialzo il tasso interbancario ad una settimana che – riferisce l’agenzia Bloomberg – è salito di nove punti base al 4,23%. Lo scorso 20 giugno, l’Euribor a una settimana era balzato ai massimi da dicembre al 4,43%. Sempre oggi, 3 luglio, laBanca centrale svedese ha deciso di innalzare il costo del denaro di un quarto di punto portandolo al 4,50 pe cento. È il livello più alto da 12 anni a questa parte. L’istituto centrale – riferisce l’agenzia Bloomberg – ha dichiarato che probabilmente dovrà elevare ancora i tassi di interesse per contenere le pressioni inflazionistiche.

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