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Tremonti: Previsti aiuti ai redditi di lavoro dipendente

Tremonti: impegno per sostenere i salari
Il ministro dell’Economia davanti alla commissione bilancio di Camera e Senato: Prima dell’estate dal governo impegno in favore dei redditi famiglie e pensionati

Cari amici,

Mi piace leggere e trovarmi parzialmente d’ accordo con il ministro dell’ Economia.

Leggo quindi con piacere che gli aiuti ai redditi di lavoro dipendente arriveranno!

Ciò che vorrei anche leggere, e invece manca, riguarda le cause “strutturali” di questa situazione, poichè, se non si adottano rimedi che incidano sulle cause che portano alla perdita di potere di acquisto dei dipendenti, le soluzioni ipotizzate dal governo saranno utili soltanto a tamponare la situazione; non a risolverla.

Pertanto è bene ricordare che il reddito nazionale complessivo prodotto, è distribuito in modo iniquo; più precisamente la maggior parte del reddito nazionale, puntualmente, è dirottato nelle tasche di chi ha il potere “di mercato” di prenderselo.

Ci sono persone schifosamente “ricche”, che si trovano in situazioni favorevoli per speculare ulteriormente ed avere così la possibilità di arricchirsi ancora di più.

Inoltre, questi personaggi si ritrovano anche nella possibilità di approfittare della globalizzazione, e per questo motivo si prendono il potere di eludere le leggi nazionali, allocando le proprie risorse finanziarie nei paesi esteri in cui il capitale rende economicamente di più.

Nella nostra società l’ unico valore socialmente riconosciuto è il guadagno e il consumo!

E’ necessario riconoscere con chiarezza che chi si è adeguato meglio al mercato liberista globalizzato moderno, oggigiorno è il camorrista!

E’ evidente, a mio giudizio, che è necessario cambiare prospettiva.

Pertanto, se si vuole tendere a risolvere i problemi che abbiamo, è necessario cominciare a dichiarare che è la ricchezza manifestata che dovrebbe essere la base per calcolare le imposte, e non il reddito.

Ciò in quanto il reddito è un valore evanescente, mentre la ricchezza rimane!

Per ricchezza intendo “l’ insieme di beni mobili, immobili, cartolari e in valuta attribuibili al soggetto passivo di imposta ad una certa data”.

E’ questo insieme che dovrebbe essere dichiarato e tassato!

Fino a quando non si prenderà in considerazione questa idea, il “nero” sarà sempre di più un valore nascosto ed esentasse, perchè si può nascondere troppo facilmente per essere scoperto.

E il “nero” è valore “rubato” a chi è costretto a dichiarare tutto: ossia i lavoratori dipendenti e i pensionati.

Il sole 24 ore

Prima dell’estate il Governo formalizzerà un impegno in favore dei redditi delle famiglie e dei pensionati. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti durante l’audizione sul Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria) davanti alle commissione Bilancio di Camera e Senato. «Se c’è sviluppo e ricchezza da distribuire questa va distribuita in termini fiscali a favore dei redditi da lavoro dipendente, delle pensioni e della famiglia – ha detto Tremonti -. È un impegno che pensiamo di formalizzare e prendere prima dell’estate».

La conversione di Draghi e il nodo speculazione.
Tremonti non ha risparmiata una frecciata al governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, intervenuto ieri all’Aspen Institute con un discorso nel quale ha registrato l’erosione dei salari e la situazione critica per i risparmi degli italiani. «Nel 2007 la Banca d’Italia diceva che la crisi finanziaria globale era solo un turbamento, ancora nella relazione la considerava quasi superata e priva di un impatto sull’economia reale». Oggi, ha rilevato il ministro, comincia a considerarla. «Prendiamo atto della conversione di illustri personaggi sulle nostre. Sappiamo bene che i redditi sono oggetto di una erosione, ma sappiamo anche che questo dipende dalla speculazione e non lo abbiamo ancora sentito». Tremonti ha anche dichiarato: «Chiederemo in Europa l’applicazione dell’articolo 81 del trattato di Roma: è l’articolo che riguarda le manipolazioni di mercato, che abbiamo ragione di tenere che si applichi anche ad operatori che non sono dentro il perimetro europeo».

Robin Tax, vietato scaricarla sui consumatori.
Il ministro ha anche puntualizzato che i costi della Robin Tax non dovranno essere scaricati da banche, assicurazioni e compagnie petrolifere sui consumatori, pena «un ulteriore appesantimento fiscale». La stretta, infatti, ha riguardato «settori in grado di assorbire in modo non problematico un’imposta che è una riduzione relativa dei profitti. Mi pare che i settori l’abbiano assorbita, pur con dialettiche, con responsabilità nazionale. Tutti quei soldi sono andatia finanziare il sociale, altrimenti avremmo dovuto ridurlo».

Deficit in salita, niente tesoretti.
Ma ci sono i soldi per contratto statali. A proposito dei conti pubblici Tremonti ha ricordato il «dato oggettivo» che mostra un cambiamento di direzione del deficit, che, a differenza del passato, «ora è in salita», ed è stimato attorno al 2,5% contro 1,9% dell’anno precedente. In corso d’anno – ha precisato il ministro – «anche per l’emersione di dati precedentemente non rilevati, si è rovesciata la tendenza conti pubblici». Secondo Tremonti, inoltre, i dati sulle entrate tributarie «fanno escludere l’esistenza di tesoretti». Si tratta di una conferma a un dibattito ampiamente esaurito durante la campagna elettorale. Tuttavia il Governo, ha sottolineato il resposnsabile dell’Economia, ha le risorse per firmare «un buon contratto» con i sindacati nel settore del pubblico impiego.

Crescita zero, difficoltà copertura da taglio Ires.
Sul fronte della crescita, come noto, si va verso lo zero, ma in più ci sono delle «criticità di copertura» sulla riforma fiscale «fatte dal precedente governo in favore delle imprese» riducendo l’Ires dal 33 al 27,5 per cento. Tra le criticità anche la possibile «sentenza della Corte Costituzionale sulla deducibilità dell’Irap dall’ Ires».

La crisi più grave dal Dopoguerra.
Tremonti ha poi spiegato che le coordinate economiche del Dpef sono state sviluppate sotto il vincolo della grave crisi economica in atto in Italia e nel mondo. Negli anni passati siamo stati accusati di non essere pro mercato, adesso molti si interrogano sui limiti del mercato». Nell’estate del 2007 – ha aggiunto – qualcuno aveva parlato di una crisi soltanto finanziaria, senza effetti sull’economia reale. Adesso si scopre che è la crisi più grave dal Dopoguerra con effetti non limitati al solo campo finanziario, ma estesi anche alla vita della gente. Io ho i titoli per discutere di questo, altri non hanno i titoli morali perché hanno concorso a creare il male che sta arrivando».

Bersani (Pd) attacca:
«Manovra regressiva». Il ministro “ombra” dell’Economia, Pierluigi Bersani, ha espresso la «profonda irritazione dell’opposizione per il meccanismo di discussione» della manovra che a suo giudizio è inoltre un provvedimento «regressivo». Bersani è intervenuto subito dopo il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato impegnate nell’esame del Dpef. «È vergognoso – ha incalzato Bersani – ci avete messo 9 minuti ad approvarla, 9 giorni a scriverla e non so quante ore prevedete per la discussione in Parlamento». Poi Bersani chiede: «Come fa a non essere regressiva questa manovra con l’inflazione programmata all’1,7% e senza interventi su salari e pensioni?».

La replica del ministro.
L’inflazione programmata indicata nel Dpef all’ 1,7% «è un numero che ci sembrava coerente con le strutture del sistema ma sappiamo bene che quel numero non rispetta la realtà», ha replicato Tremonti. Quanto ai conti pubblici il titolare di via Venti Settembre ha ribadito che il governo Prodi non ha avviato un vero risanamento strutturale.

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