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Tracollo a Wall Street : -7,3%

Tracollo a Wall Street : -7,3% L’Fmi: «Recessione globale»
23:03 Drammatico finale di seduta a New York: il Dow Jones brucia 678 punti, ai livelli di metà 2003. Gm ai minimi da oltre 50 anni.
Piazze europee in calo: Milano -1,63%, Francoforte -2,53%

Cari amici,

Da settimane assistiamo impotenti a questa continua “emorragia” di valore finanziario dai mercati.

Nei giorni scorsi ho approfondito e spiegato in modo semplice le cause e la dinamica della crisi finanziaria globale.

Oggi speriamo che vada meglio di ieri, ma la verità è che nessuno sa veramente quando le borse arriveranno al “fondo”, e ricominceranno a risalire.

Ciò in quanto non c’ è nulla di “realistico” nel funzionamento delle borse finanziarie.

Tutto funziona sulla base di “aspettative” che condizionano il comportamento dei “tecnici”, i quali, “spinti” dalla sete di denaro “facile” o dalla paura di perdite altrettanto immediate, “realizzano” ogni giorno i risultati delle borse mondiali che leggiamo sui giornali.

Questo modo di “creare” valore, a mio giudizio è demenziale!

La realtà economica funziona in modo molto differente da questa “giostra”, e, prima o poi, le borse si “scontrano” con il mondo reale e tirano le somme.

E’ evidente che dobbiamo cambiare strada!

L’ economia è uno specchio della vita, e la vita, come tutti sanno, è incerta e non si può programmare!

La “realtà” economica è fatta di “relazioni umane” che valorizzano le “cose”, e le utilizzano per vivere meglio.

La “prospettiva futura” non può diventare “guadagno immediato”! Questa convinzione è folle!

Di seguito vi copio una dichiarazione attribuita a John Maynard Keynes, padre della “rivoluzione” economica keynesiana, il quale aveva in proposito delle idee molto chiare:

“In realtà noi abbiamo, di regola, solo la più vaga idea di ogni conseguenza dei nostri atti che non sia delle più immediate.
Il fatto che la nostra conoscenza del futuro sia fluttuante, vaga e incerta rende “la ricchezza” un argomento di studio particolarmente inadatto per i metodi della teoria classica.

Tale teoria potrebbe funzionare molto bene in un mondo in cui i beni economici fossero necessariamente consumati entro un breve intervallo di tempo dalla loro produzione.

Con il termine “conoscenza incerta”, vorrei spiegare, non intendo semplicemente distinguere ciò che è conosciuto con certezza da ciò che è solamente probabile.
Il gioco della roulette non è soggetto, in questo senso, a incertezza, nè lo è la prospettiva che un titolo del debito della “Vittoria” venga estratto per il rimborso; ancora, la speranza di vita è solo leggermente incerta, e anche il tempo atmosferico è solo moderatamente incerto.

Il significato in cui io uso questo termine è quello per cui si può dire che sono incerti la prospettiva di una guerra in Europa (o in Iran n.d.r.), o il prezzo del rame (o del dollaro, o dell’ acqua…n.d.r.), e il tasso di interesse (euroribor….n.d.r.) da quì a vent’ anni, o l’ obsolescenza di una nuova invenzione, o la posizione dei proprietari di ricchezza privata (Capitalisti…n.d.r.) nel sistema sociale del 1970 (2010..n.d.r.).

Su queste cose non c’ è alcuna base scientifica su cui poter fondare un qualsivoglia calcolo probabilistico.

Noi, semplicemente, non sappiamo”.

Per ciò che mi riguarda ripeto ancora la convinzione che mi ha spinto a fondare la Community AziendaCondomìnio: Il valore economico proviene dalle relazioni umane, che pertanto devono essere adeguatamente supportate da progetti sociali di integrazione.

Sono le “relazioni umane” che portano alla costituzione di Comunità Residenziali vivibili, le quali hanno la possibilità e il potere politico di controllare e guidare i mercati al fine di “orientarli” per i loro interessi.

Al di fuori di questa prospettiva, tutto ciò che lega le persone alla società è la ricerca di profitto personale.

Ed è proprio questa “ossessione” di guadagno personale illimitato che sta spingendo le nostre società verso la solitudine, l’ individualismo, e la disperazione.

Corriere della sera

MILANO – La botta a Wall Street è giunta nel finale. Negli ultimi 90 minuti di contrattazione l’indice Dow Jones è caduto senza rete fino a chiudere con un pesante -7,33%. Dopo giorni di passione per le Borse mondiali, giovedì c’era la speranza che gli interventi decisi dai governi (mercoledì il varo del fondo da parte del Consiglio dei ministri e il taglio dei tassi da parte di sei banche centrali) potessero condizionare positivamente l’andamento dei mercati finanziari. Ma così non è stato. In effetti le Borse europee partivano con il segno positivo, con il Dj Stoxx 600, che sintetizza l’andamento dei principali listini del Vecchio Continente, in salita del 2,2%. Quest’ultimo indice però alla fine cedeva il 2,01% e le Borse europee bruciavano altri 100 miliardi di capitalizzazione. A Milano Mibtel a +1,92% in avvio di seduta, poi ancora rialzo, seguito però da un calo. Sulla scia della flessione di Wall Street infatti le Borse europee giravano tutte in negativo. Alla fine il Mibtel lasciava sul terreno l’1,63% lo S&P/Mib l’1,81%. Alla fine Parigi perdeva l’1,55%, Francoforte il 2,53% e Londra l’1,15%.

WALL STREET – In serata a New York ha subito un ulteriore scossone, in particolare nell’ultima ora e mezza di contrattazioni per finire con -7,33% dell’indice Dow Jones e -5,47% del Nasdaq. Il DJ è sceso sotto la soglia psicologica dei 9 mila punti, perdendo circa 660 punti a 8.586. Eppure Wall Street aveva aperto in rialzo, con il Dow Jones a +0,91% e il Nasdaq a +1,48%. Tuttavia dopo poco l’indice cedeva di nuovo e finiva per ritrovarsi in rosso. Sul Dow Jones, per la prima volta sotto la soglia dei 9 mila punti dal 6 agosto 2003, si mette in evidenza il crollo la GM (-33%), scesa ai suoi livelli degli anni cinquanta, oltre ai bancari, con Morgan Stanley che arretra di circa il 20%. In questi ultimi giorni il Dow Jones ha perso il 15% circa, e rispetto al record assoluto di circa un anno fa, ad oltre 14.164 punti, la perdita è del 35%.

TITOLI – A Milano gran parte della seduta era comunque caratterizzata dagli acquisti, con forti flessioni nel finale. Fra i titoli del listino milanese, in evidenza Italcementi che recuperava oltre sette punti percentuali. Bene anche Unicredit (+5,5%), Mediolanum, Ubi Banca e Impregilo. Fra i maggiori ribassi del listino, invece, Enel dopo essere stata sospesa per eccesso di ribasso, che cedeva oltre sei punti, seguita da Terna, Bulgari, Intesa Sanpaolo e Prysmian.

TOKYO CHIUDE MALE – Ancora una chiusura di segno negativo anche per la Borsa di Tokyo, che ha perso tono nell’ultima fase a causa dei realizzi legati al rimbalzo impostato nella prima parte dopo il tonfo storico (-9,4%) della vigilia. Il Nikkei, dopo un’apertura con il segno meno e una ripresa a metà seduta, ha chiuso a -0,50%. La mattinata è stata segnata da una prudente altalena dell’indice, che alle 11 locali (le 4 in Italia) aveva guadagnato l’1,25%. Intanto la Banca del Giappone (BoJ) ha annunciato l’immissione di 4mila miliardi di yen (30 miliardi di euro) sul mercato bancario. Si tratta del più forte intervento di urgenza deciso dall’istituzione finanziaria nipponica dall’inizio della crisi.

TAGLIO DEI TASSI – Si muoveva anche la banca centrale di Taiwan, con l’annuncio di aver ridotto il tasso di riferimento per la seconda volta in due settimane, per tener conto del rallentamento dell’economia. Il tasso per prestiti a breve termine (dieci giorni) è ora al 3,25%, rispetto al precedente 3,5%. Anche la banca centrale sudcoreana, Bank of Korea, ha deciso la riduzione dello 0,25% del tasso d’interesse, portandolo dal 5,25% al 5%. Infine Hong Kong ha annunciato la riduzione di 50 punti base del suo principale tasso d’interesse, che scende così al 2%.

CHIUSA GIACARTA – Un intervento che ha permesso alla Borsa di Hong Kong di chiudere in positivo, al +3,3%. Mercoledì aveva chiuso a -8,2%.. Porte chiuse invece alla Borsa di Giacarta dopo il tonfo di mercoledì, quando l’indice Jsx ha registrato perdite del 10,4%, costringendo le autorità a sospendere le contrattazioni. Lo ha riferito il ministro delle Imprese statali, Sofyan Jalil, dopo una riunione del governo durata fino a tarda notte. Oro in calo sui mercati asiatici: è scambiato a 892,92 dollari l’oncia (-1,6%).

GIÙ IL PETROLIO – Ancora in calo il prezzo del greggio. Dopo una flessione sui mercati asiatici in apertura al Nymex di New York il Wti con consegna a novembre ha chiuso ai minimi dell’anno, a 86,59 dollari al barile, in calo di 2,36 dollari rispetto a mercoledì. Si tratta del sesto segno negativo nelle ultime sette sedute e della quotazione più bassa dall’inizio dell’anno. L’oro nero torna così ad avvicinarsi verso quota 85 dollari al barile, considerata dal mercato una soglia sotto la quale si potrebbe assistere a un ulteriore crollo dei prezzi. Per far fronte ai ribassi l’Opec, l’organizzazione dei paesi produttori che controlla circa il 40% della produzione mondiale, ha annunciato una riunione straordinaria per il prossimo 18 novembre a Vienna. In meno di tre mesi il greggio ha perso circa il 40% del proprio valore rispetto alle contrattazioni record del luglio scorso, quando aveva toccato quota 147,27 dollari al barile. Secondo gli analisti la minaccia dell’Opec di tagliare ulteriormente la produzione potrebbe non essere sufficiente a fermare il calo dei prezzi che hanno continuato a scendere anche dopo il taglio nella produzione di 520.000 barili al giorno deciso a settembre.

ISLANDA – Intanto l’Islanda, pesantemente toccata dalla crisi, ha preso il controllo della banca Kaupthing, la principale del Paese. Era l’unica grande banca dell’Islanda rimasta indipendente dopo che il governo, nello sforzo di salvare gli altri due maggiori istituti bancari, aveva nazionalizzato Landsbanki e messo in amministrazione controllata Glitnir. La borsa dell’Islanda, parte del gruppo Nasdaq, ha annunciato che ha sospeso le contrattazioni del suo listino. In un comunicato, precisa che gli scambi riprenderanno lunedì prossimo. Il presidente islandese Lafur Ragnar Grimsson è stato ricoverato in ospedale a inizio settimana per problemi cardiaci. Dimesso dopo breve tempo, Grimsson ha poi ripreso la gran parte delle sue attività.

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