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Sole di Tabriz

Che far dunque o musulmani, ch’ io me stesso non conosco?
Non giudeo sono, nè cristiano, nè son ghebro o musulmano!

Nè orientale, nè occidentale, nè terrestre, nè marino,
nè impastato son di terra, nè venuto son dal cielo!

Non di Terra, non di Acqua, non di Vento, non di Fuoco
non d’ Empireo, non di Trono, non di Essere o d’ Essenza!

E non dì India, non di Cina, nè Sassonia o Bulgaria,
non di Persia o Babilonia, nè del Khorasan io sono!

Non del mondo, non dell’ altro, non d’ inferno o paradiso,
non d’ Adamo, non di Eva, non di eterei giardini!

Il mio luogo è lì Oltrespazio, il mio Segno è il senza Segno,
non è anima, non corpo: sono solo dell’ Amato!

Via da me cacciai ogni Due, dei due mondi Un Solo vedo,
Uno cerco, Uno conosco, Uno canto, Uno contemplo.

Egli è l’ Ultimo, Egli è il Primo, Egli è l’ Intimo, Egli è il Fuori,
Solo Ya hù e Yà man hù io conosco, io solo canto!

Ebbro al calice dì Amore, non so più mondo, nè cielo,
più di nulla so vantarmi, svergognato e libertino!

Se ho passato in vita mia un sol giorno senza Te,
io mi pento della vita, per quel giorno e per quell’ ora!

Se nel mondo con te solo star potessi un sol momento,
sotto i piedi mi porrei i due mondi in gioia e danza!

O tu Sole di Tabrìz, così ebbro sono al mondo
chè non so più cantar d’ altro che di vino e di vergogna!

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