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L’Italia spenderà nel 2012 86,119 miliardi per interessi

Ecco gli effetti dello spread: l’Italia spenderà nel 2012 8 miliardi in più di interessi per il debito

Cari amici,

Perchè gli stati devono pagare gli interessi sul debito?

Gli interessi sono la condanna dei debitori, e ciò è vero soprattutto quando la ricchezza reale (i servizi e i beni "veri" dell’ economia) non aumenta.

La ricchezza finanziaria, infatti, (ossia la quantità di moneta circolante, il valore economico creato dalla speculazione, gli interessi inventati sulla circolazione del denaro) è in effetti soltanto un invenzione che si posa sull’ economia e la schiaccia!

Soltanto la politica può trovare delle soluzioni a questo esproprio che viene imposto "a norma di legge".

Gli otto miliardi inventati dalla speculazione, non li potremo pagare con l’ incremento del valore economico reale (perchè non c’ è), e pertanto saremo costretti a pagarlo con un’ incremento delle tasse, oppure con un decremento della spesa pubblica.

Per questo motivo il tessuto economico reale deperirà ulteriormente.

Questo non è affatto giusto!

Corriere della sera

Ora sappiamo quanto. L’andamento schizofrenico dello spread, il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi, ci costerà quest’anno otto miliardi in più rispetto al 2011. L’Italia spenderà infatti nel 2012 86,119 miliardi per gli interessi sul debito, ossia otto miliardi di euro in più. Nel 2013 la spesa salirà ancora a 89,2 miliardi, mentre nel 2015 supererà i 100 miliardi (105,394 miliardi di euro). È quanto si legge nella nota di aggiornamento al Def, il documento di economia e finanza che ha quantificato gli interessi sul debito dell’Italia. Ma non solo. I consumi delle famiglie italiane, secondo il Def, dovrebbero registrare quest’anno un calo del 3,3% e dello 0,5% nel 2013. La spesa invece dovrebbe registrare un +0,6% e un +0,8% nel 2014 e 2015.

LA COMMISSIONE – Secondo Bruxelles è «importante» che l’Italia «mantenga la stessa determinazione» nell’andare avanti sulla strada delle riforme come fatto finora: la Commissione Ue , dopo la presentazione del Def rivisto, ha fatto sapere che «continuerà a monitorare da vicino» l’evoluzione della situazione. «Spetta all’Italia», infatti, anche se ha già preso «misure significative» (in particolare per rendere «più dinamico» il mercato del lavoro e l’ambiente per le imprese, ma anche per rendere più concorrenziali i servizi), adoperarsi per «mettere in atto rapidamente le misure adottate». Allo stesso modo, secondo Bruxelles, il Paese deve «mantenere lo slancio» nelle riforme per affrontare quelle debolezze strutturali di vecchia data che le impediscono di crescere.

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