«Degrado politico, manca la qualità»
Il presidente della Cei: «Trascurata la famiglia e
le conseguenze le pagano i più giovani»
Cari amici,
Di seguito riporto una frase che Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ha detto di recente, e che condivido in pieno:
«Taluni fenomeni di degrado politico cui assistiamo oggi e che rivelano mancanza di progettualità e resa ad interessi di corto respiro così come recenti episodi di abbrutimento finanziario che hanno portato al collasso del sistema economico, colpendo le fasce più deboli dei risparmiatori confermano che l’etica sociale si regge soltanto sulla base della qualità delle singole persone».
E’ evidente, a mio giudizio, che sono le scelte personali che costruiscono le relazioni sociali ed economiche, e ne danno spessore e significato.
Non esiste società responsabile senza persone responsabili.
Questa relazione è verificabile in tutti i campi e a tutti i livelli laddove le comunità umane si organizzano, producono valore relazionale, “fanno” società.
E’ necessario valorizzare le persone, dare possibilità di miglioramento personale, creare poli di aggregazione sociale efficaci, affinchè le persone abbiano la possibilità di superare l’ isolamento e la solitudine.
E’ chiaro, a mio giudizio, che negli ultimi vent’ anni i concetti che abbiamo imparato dall’ economia e dalla società si possono riassumere in una semplice frase:
“IO VALGO”.
Non è vero! Non è assolutamente vero!
L’ uomo “vale” solo quando riesce a relazionarsi ad altre persone, contestualizzando e relativizzando la propria vita, in modo che il valore riesca ad avere un senso reale.
Il valore, se non è frutto di condivisione e di relazione, non esiste!
E’ soltanto un’ illusione che può essere costruita da persone scaltre, al fine di poterla vendere a caro prezzo.
E’ il valore relazionale che consente di godere delle cose.
Da soli, la propria “roba” non ha alcun significato economico, crea divisione e spazi desolanti, anche se apparentemente gradevoli.
Da soli non si ha alcun valore: Si può essere soltanto ricchi!
Corriere della sera
GENOVA- Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei è chiaro: «Taluni fenomeni di degrado politico cui assistiamo oggi e che rivelano mancanza di progettualità e resa ad interessi di corto respiro così come recenti episodi di abbrutimento finanziario che hanno portato al collasso del sistema economico, colpendo le fasce più deboli dei risparmiatori confermano che l’etica sociale si regge soltanto sulla base della qualità delle singole persone».Un messaggio espresso in una lectio magistralis sull’Enciclica «Caritas in veritate» che si è tenuta a Genova.
FAMIGLIA E GIUSTIZIA SOCIALE – «Aver sottovalutato l’impatto della famiglia sul piano sociale ed economico riconducendola ad una questione privata, quando non addirittura ad un retaggio culturale del passato, è stata una miopia di cui oggi pagano le conseguenze soprattutto le generazioni più giovani, sempre meno numerose e sempre meno importanti». Per Bagnasco non si possono «tenere separati i temi della giustizia sociale da quelli del rispetto della vita e della famiglia». Quindi «sbagliano quanti in questi anni, anche nel nostro Paese, si sono contrapposti tra difensori dell’etica individuale e propugnatori dell’etica sociale». Perché «in realtà le due cose stanno insieme». Lo dimostra anche «la crescente consapevolezza che la questione demografica, che attiene certamente alla dinamica affettiva e familiare, rappresenti pure uno snodo decisivo delle politiche economiche e perfino del Welfare». Secondo il presidente della Cei, affrontando questi temi l’Enciclica «aiuta a far emergere un più profondo senso dello sviluppo che sa porre in relazione i diritti individuali con un quadro di doveri più ampio, aiutando così ad intendere correttamente la libertà individuale che deve sempre fare i conti anche con la responsabilità sociale».
LA VITA- Il porporato ha poi aggiunto che per il Papa «l’eugenetica è molto più preoccupante della perdita della biodiversità nell’ecosistema», così come «l’aborto e l’eutanasia corrodono il senso della legge e impediscono all’origine l’accoglienza dei più deboli, rappresentando una ferita alla comunità umana dalle enormi conseguenze di degrado».
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