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La ricercatrice e il suo stipendio

Scopre un nuovo Hiv: fra tre mesi
la ricercatrice resterà senza posto

La Foglieni, 32 anni: la mia paga? Mille euro al mese

Cari amici,

Questa notizia pubblicata sulla WebPage del Corriere della sera rappresenta uno spunto interessante per rappresentare le storture economiche della nostra società.

Le domanda sono: Come si crea il valore? Chi decide il valore da attribuire a chi lavora? Che cosa spinge una persona a “dare” valore?

Sono questioni che ci riguardano, poichè le risposte che diamo a queste domande “disegnano” i rapporti sociali che viviamo nelle nostre città.

Se tutto ciò che ci interessa è il “prezzo” dei beni e servizi, allora ci meritiamo lo sfruttamento, l’ immigrazione selvaggia, lo strapotere delle multinazionali.

Se, invece, andiamo al di là di ciò che si può comprare e vendere, allora possiamo diventare consapevoli di ciò che “possiamo” costruire con le nostre scelte di vita e con le nostre idee.

Ebbene, a mio giudizio si deve incominciare a dire che esiste un limite alla ricchezza personale.

Se scrivo, ad esempio, che mi sembra ingiusto poter guadagnare oltre 10.000 euro al mese, affermo qualcosa di antieconomico?

…non so! Eppure il limite esiste, anche se le ambizioni del capitalismo sembrano illimitate.

Non è un caso che ci siano sempre meno ricchi, e sempre più poveri!

Corriere della sera

MILANO — Nell’anno del premio Nobel al francese Luc Montagnier, scopritore del virus dell’Aids, una biologa molecolare italiana ne ha individuato una pericolosa variante: l’Hiv-1. Pericolosa perché non registrabile da alcuni dei test più frequentemente usati per sapere se l’infezione è in corso oppure no. Per esempio per valutare se il sangue donato è «pulito». Negli Stati Uniti la scoperta ha avuto il giusto risalto al meeting annuale dell’American association of Blood Banks (l’associazione americana delle banche del sangue), svoltosi nei giorni scorsi. L’Aids per il mondo è un nervo ancora scoperto e la «variante Lecco», così è stato chiamato l’Hiv-1 (frutto della ricombinazione di due ceppi diversi del virus), riaccende l’attenzione anche per quanto riguarda la sicurezza delle trasfusioni.

Quello che non è chiaro negli Stati Uniti, ma anche in Gran Bretagna dove la biologa di Lecco ha passato una settimana (a Cambridge con soldi dell’Unione europea) per sequenziare la «sua» variante, è che l’artefice della scoperta guadagna poco più di mille euro al mese (1.200 con gli straordinari) e che a fine marzo sarà disoccupata. È il «paradosso italiano» a colpire ancora. Barbara Foglieni, 32 anni, artefice della scoperta della nuova variante del virus dell’Aids, è una precaria. Tra tre mesi sarà disoccupata: il suo contratto a termine all’ospedale «Manzoni » di Lecco scade a fine marzo. «Spero me lo rinnovino», dice. Lei lavora nel laboratorio di Biologia molecolare del Dipartimento di medicina trasfusionale e di ematologia (Dmte) del «Manzoni», diretto da Daniele Prati. Ancora tre mesi di lavoro garantito. E poi? Potrebbe diventare un «cervello in fuga ».

È già corteggiata dai centri di ricerca di mezzo mondo. Dieci ore al giorno in laboratorio con una paga da badante, una passione per la ricerca scientifica e una vita di studi. L’amore per la scienza sbocciato sui banchi del liceo. «Dopo la lettura di un libro del nobel per la chimica Kary Mullis, la cui scoperta ha rivoluzionato la genetica», racconta. L’esperienza negli Usa (Clinica pediatrica di Philadelphia) e al San Raffaele di Milano. Quindi, nel 2007, Barbara torna a Lecco. Perché? «Per due motivi — risponde —: qui vive la mia famiglia e il primario Prati mi ha convinto a seguirlo da Milano a Lecco». Ma anche perché convinta che in un’ospedale di provincia «si possa fare dell’ottima ricerca, basta tantissima buona volontà». Tanta buona volontà. E Barbara Foglieni ne ha tanta. Basti pensare che per lavorare in una struttura pubblica, si è addirittura dovuta laureare due volte. Burocrazia italiana. Altro paradosso.

Una storia nella storia: «La prima laurea nel 2000 in Biotecnologie alla Statale di Milano non mi permetteva di iscrivermi all’ordine professionale dei Biologi. Mi hanno obbligato a conseguirne una seconda (a Napoli, dopo tre esami e una nuova tesi, nel settembre scorso), di quelle che adesso si chiamano “specialistiche”, sempre in biotecnologie. Stessi studi e stesse materie, ma ora posso lavorare nel pubblico». Vinta anche la burocrazia, due mesi fa Barbara, con l’équipe guidata da Prati, ha scoperto la «variante Lecco» del virus dell’Aids. In Inghilterra o negli Stati Uniti avrebbe già un finanziamento personale per portare avanti gli studi. In Italia no. Per la brillante Foglieni c’è lo spettro della disoccupazione.

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