Go to Top

Elezioni Europee 2009; Hanno vinto "gli altri"

Europee: il Pdl non sfonda, il Pd arranca
Per le amministrative ha votato il 76,70 per cento. Ue, partecipazione al minimo storico; Crescono Idv e Lega, cala Udc. Sinistra radicale fuori da Europarlamento. Affluenza globale al 65% (estero 7%)

Cari amici,

Ieri si sono svolte le elezioni europee ed amministrative.

A mio giudizio è evidente che il Pdl e il PD sono “dimagriti” rispetto alle precedenti elezioni.

A beneficiare di questa emorragia di consensi sono stati gli “altri” partiti, che pertanto risultanto i vincitori.

Tra questi il risultato più incoraggiante l’ hanno ottenuto l’ Italia dei Valori e, purtroppo, la Lega Nord.

Il punto che mi interessa evidenziare, è la formazione di un blocco politico potenziale alternativo, formato da Italia dei Valori e Unione di centro il quale, in teoria, potrebbe costituire un polo di attrazione alternativo sia al Popolo della Libertà, sia al PD.

A mio giudizio, questa ipotesi sarebbe molto vantaggiosa per il sistema politico italiano, soprattutto perchè finirebbe il monopolio del PDL, il quale è ormai troppo invischiato con le questioni personali ed economiche del fondatore per sperare di avere un futuro politico possibile.

Affinchè questo progetto possa realizzarsi, a mio giudizio, è necessario trovare un leader di riferimento che non sia il “proprietario” di uno dei due partiti (Di Pietro o Casini).

C’ è bisogno di un leader indipendente, che “entri in campo” e sia sostenuto per diventare un alternativa sia al Cavaliere, sia al prossimo leader che succederà al PD in vista delle prossime elezioni politiche.

Chi si candida?

Corriere della sera

MILANO – Il Pdl cresce rispetto alle precedenti Europee ma non realizza lo sfondamento del 40% auspicato alla vigilia del voto, anzi perde rispetto alle precedenti politiche; il Pd perde consensi ma resta vicino alla soglia psicologica del 27% indicata come livello minimo di sopravvivenza. Lega Nord e Italia dei valori in netta crescita, così come l’Udc. Sinistra radicale esclusa anche dal Parlamento europeo dopo essere già scomparsa, con le elezioni politiche di un anno fa, dagli scranni di Camera e Senato. Quando mancano meno di 600 sezioni da scrutinare (63.769 su 64.328 sezioni complessive in Italia e all’estero) il Pdl risulta al 35,25%, il Pd al 26,13%, la Lega al 10,21%, l’Idv al 7,99% e l’Udc al 6,51%. L’alleanza di Sinistra europea-Prc-Pdci al 3,38%, Sinistra e libertà-Verdi si è fermata al 3,12%. Entrambe le forze della sinistra radicale, dunque, non superano lo sbarramento del 4% al di sotto del quale non si conquista alcun seggio per l’Assemblea di Strasburgo e Bruxelles. Stessa sorte per i radicali, che si fermano al 2,42% e per gli autonomisti del Pda insieme a Pensionati e La Destra, al 2,22%. Tutti gli altri partiti sono sotto l’uno percento. Sulla base di questi dati, il Pdl potrebbe contare su 29 eurodeputati, il Pd su 22. La Lega potrebbe portare all’Europarlamento 8 eletti, l’Idv 7, l’Udc 5.

LE REAZIONI – Seppure con tutte le cautele del caso, nell’attesa dei risultati definitivi, le forze politiche hanno già iniziato a dare le valutazioni del caso. Mentre il Pdl cerca di minimizzare sul proprio risultato al di sotto delle aspettative, facendo notare il maggiore calo percentuale registrato dal Pd e recriminando sul forte astensionismo, nel fronte dell’opposizione va registrata la forte esultanzadell’Italia dei valori. Altamente soddisfatta la Lega, che ritiene di aver avuto consensi soprattutto per la battaglia contro i clandestini. Casini, invece, legge nel risultato del voto un rifiuto del bipartitismo da parte degli elettori. Le sinistre divise sono rimaste fuori dall’Europa. Ferrero infatti parla di una «scissione di troppo». I radicali, infine, lamentano la loro sostanziale assenza nei programmi incormativi della tv pubblica e si rendono protagonisti di una lite in diretta con Bruno Vespa durante lo speciale di Porta a Porta.

L’AFFLUENZA – Quello che è già certo è che si accentua il calo dell’affluenza alle urne. Complessivamente, su scala europea, si è raggiunto il minimo storico del 43,02%: nel 2004 la partecipazione era stata del 45,47 per cento. Ma seppure con numeri più incoraggianti, l’affluenza è in calo anche in Italia: 65,04% degli elettori alle urne (66,46% in Italia, e solo il 7,1% all’estero) rispetto al 73,9% delle europee del 2004, con un calo quindi dell’8,87% dei votanti, un record se si guarda all’affluenza media del continente, ma un primato «in negativo» per le consuetudini della penisola. Anche in questa tornata elettorale «si conferma la maggiore affluenza nelle circoscrizioni del nordovest con il 72,75%, nordest con il 71,89% e centro con il 72,13%». Lo ha detto il ministro dell’interno, Roberto Maroni, commentando dati non ancora del tutto definitivi. Si registra invece «un’affluenza più bassa nell’Italia meridionale (64,21%), molto molto bassa – ha proseguito – nell’Italia insulare (47,33% contro 64,75% delle precedenti elezioni europee)». Il ministro dell’interno ha poi sottolineato che «quest’anno per la prima volta tutti i dati sono on-line e quindi anche quelli relativi all’affluenza sono aggiornati in tempo reale e possono essere consultati da tutti».

AMMINISTRATIVE – Invece l’affluenza alle urne per il rinnovo delle amministrazioni comunali è stata del 76,70 per cento, contro il 79,33 per cento della precedente consultazione. Il dato finale del ministero dell’Interno indica un calo del numero dei votanti di -2,63 per cento.

TUTTO REGOLARE – «Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, non ci sono stati incidenti rilevanti di nessun tipo». Lo ha detto al Viminale il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. «Anche gli scrutini procedono regolarmente», ha aggiunto. «Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, non ci sono stati incidenti rilevanti di nessun tipo». Ai seggi, aperti dalle 7 (sabato si è votato dalle 15 alle 22), gli elettori italiani si sono recati per scegliere i 72 componenti del Parlamento europeo spettanti all’Italia, i presidenti e i consigli di 62 Province e i sindaci e di consigli di 4.281 Comuni (di cui 30 capoluogo). Per le Europee sono stati chiamati al voto in Italia oltre 49 milioni di elettori, mentre le elezioni amministrative interessano quasi 33 milioni e mezzo di elettori.

Lascia un commento