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Impareremo a volare

Molti anni fa, un vescovo della costa orientale
degli Stati Uniti visitò una piccola università
privata sulla costa occidentale.

Fu ospitato in casa del rettore,
il quale era un giovane insegnante di fisica e chimica,
dalle idee giovanissime e progressiste.

Il preside un giorno invitò a cena i membri
della sua facoltà, in modo che
potessero trarre frutto dalla saggezza
ed esperienza del vescovo.

Al termine della cena, la conversazione
si focalizzò sulla fine del mondo,
e il vescovo asserì che non poteva essere lontana.

Uno dei motivi da lui addotti a favore di quest’ idea,
era che ormai nella natura non c’ era più nulla
da scoprire e che tutte le invenzioni possibili
erano state esaurite.

Il preside dissentì garbatamente.
Spiegò che, secondo lui,
l’ umanità era alle soglie di nuove e
assai brillanti scoperte.

Il vescovo sfidò il preside a citarne una
e questi asserì di essere convinto che
nel giro di cinquant’ anni gli uomini
avrebbero imparato a volare.

Il vescovo scoppiò in una gran risata.
“Sciocchezze, mio caro”, esclamò,
“se fosse stato nei piani di Dio che noi volassimo,
Egli ci avrebbe fornito di ali.
Il volo è riservato agli uccelli e agli angeli”.

Il nome del vescovo era Wright.
Aveva due figli, Orville e Wilbur,
gli inventori del primo aereoplano.

 

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