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Condominio, la riforma tradita

Condominio, la riforma tradita

Genova – Dal 18 giugno nel condominio tutto è cambiato: perché poco cambi, si potrebbe dire, visto che buona parte delle riforme immaginate dal legislatore sono rimaste lettera morta. I primi scossoni si avvertiranno in queste settimane, almeno a Genova e nelle altre città più importanti. Le nuove regole di costituzione dell’assemblea non hanno fatto la differenza nelle riunioni estive e cosi sarà in quelle del prossimo autunno.

È sulle singole situazioni piuttosto che nell’impianto generale che la riforma produce i suoi effetti più chiari. La più controversa resta l’obbligo di costituire tutto e subito il fondo spese straordinarie prima dell’appalto dei lavori. Giudicato da tutti come assurdo in tempi di crisi, anche per i timori di non avere un controllo diretto sulle somme e sul loro pagamento a fronte dei lavori svolti, non trova soluzione. Anche la lettura “correttiva” della norma, che trova proprio nel tribunale di Genova, le posizioni più avanzate in campo nazionale, e cioè la costituzione progressiva del fondo spese in modo corrispondente allo stato di avanzamento lavori pattuito nel contratto d’appalto, non risolve: in caso di morosità i lavori si bloccano ed il condominio é esposto alle conseguenze per l’inadempimento.

La proposta di legge di modifica tanto annunciata non é stata al momento nemmeno ancora presentata. I tempi parlamentari sono tali che solo un provvedimento governativo potrebbe porre rimedio all’ assurda situazione che vede da una parte concedere detrazioni fiscali del 50 e 65 per cento e dall’altra obbliga al deposito anticipato dell’intero importo, congelando di fatto ogni intervento. L’aumento della morosità, oggi superiore al venti per cento é l’altro elemento che frenerà gli interventi di manutenzione, anche dove le riparazioni sono urgenti e necessarie. Se la riforma del condominio era stata presentata come la possibilità del distacco del riscaldamento e di detenere cani e gatti negli edifici laddove il regolamento lo vietava, si è subito capito che nulla era cambiato. Sul distacco del riscaldamento il decreto del fare ha portato altre novità, rendendolo di fatto impossibile, se non con spese ingenti e grandi difficoltà operative.

Un buco nero invece le nuove modalità di gestione del “supercondominio”: nei complessi di più edifici con più di sessanta condomini, la nomina dell’amministratore e la gestione delle spese ordinarie avverrà con la nomina del “rappresentante” nominato dall’assemblea del singolo edificio. Se l’esigenza era quella di semplificare, la nuova regola sarà mal percepita dai singoli che partecipavano e che non potranno più decidere su questioni importanti: le sole assemblee aperte ai singoli condomini saranno quelle per la manutenzione straordinaria.

Un capitolo a parte meriterebbe il discorso della morosità: la riforma consente ai creditori di rivolgersi direttamente ai condomini morosi, ma il problema non si risolve se questi non continuano a pagare. Proprio da Genova, al tavolo delle ardesie della Camera di Commercio erano partite proposte per risolvere i tanti problemi irrisolti che al momento restano tali. Anche se sembra che oggi, o nei prossimi giorni, il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri sottoporrà al governo una serie di modifiche urgenti, specie sulle questioni della morosità e del fondo per i lavori straordinari, da adottare nell’atteso decreto “del fare” bis.
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013 … orma.shtml

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