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Berlusconi, La Corte Costituzionale sarebbe un organo politi

Consulta, nuovo scontro Fini-Berlusconi
Napolitano: violento attacco a istituzioni

Il presidente della Camera: «Chiarisca suo pensiero». E il premier: «Nulla da dire». Di Pietro: «Questo è fascismo»
Cari amici,

Berlusconi anche oggi è alla ribalta, e presenta la “sua” verità al Partito Popolare Europeo.

….che dire??

Non so se appartengo anch’ io al cosiddetto “popolo della sinistra”, ma certo quest’ uomo mi piace sempre di meno.

Sto scoprendo sulla mia pelle che le istituzioni dello Stato Italiano servono per garantire la libertà di tutti.

Il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, il Presidente della Camera, servono per far sapere molto bene a Berlusconi che egli deve rispettare le leggi.

Spero che si fermi presto questo rullo compressore che intende trasformare la giustizia in una corsa contro il tempo, la verità in un punto di vista di chi può urlarla alla televisione, la libertà in un diritto esclusivo di chi ha i soldi per pagarla.

Questo è un momento storico che ci chiede di lottare per gli ideali che guidano il nostro popolo italiano.

Una lotta senz’ armi ma con spirito di sacrificio e di abnegazione, affinchè la giustizia e la verità diventino valori di riferimento che servano per costruire le basi del nostro futuro.

Corriere della Sera

ROMA – Profondo rammarico e preoccupazione per le parole di Silvio Berlusconi al congresso del Ppe. Ad esprimersi in questi termini è la massima carica dello Stato, il presidente Giorgio Napolitano, che in una nota ufficiale diffusa dal Quirinale parla di «violento attacco contro le fondamentali istituzioni di garanzia in una importante sede politica internazionale», ovvero la Corte Costituzionale e lo stesso presidente della Repubblica. Napolitano ritiene che «per poter affrontare delicati problemi di carattere istituzionale, l’Italia abbia bisogno di quello spirito di leale collaborazione e di quell’impegno di condivisione che pochi giorni fa il Senato ha concordemente auspicato».

FINI: «CHIARISCA» – Anche Gianfranco Fini si smarca di nuovo da Berlusconi. Il presidente della Camera «non condivide» le affermazioni sulla Corte Costituzionale e sui giudici e invita il premier a «precisare meglio» il suo pensiero ai delegati per «non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo». Dice il capo di Montecitorio, riprendendo il presidente del Consiglio proprio su un articolo della Costituzione citato solo in parte: «È certamente vero che “la sovranità appartiene al popolo”, ma Berlusconi non può dimenticare che esso “la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indichino chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte Costituzionale». Questa, conclude Fini, «è la ragione per la quale le parole di Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo». Immediata e secca la contro replica di Silvio Berlusconi: «Non c’è niente da chiarire. Sono stanco delle ipocrisie, tutto qua» ha dichiarato lasciando il congresso del Ppe.

ANM: «COSTITUZIONE GARANZIA» – Le dichiarazioni di Berlusconi hanno creato scompiglio anche nell’opposizione e tra i magistrati. «Per fortuna di tutti l’ordinamento italiano e la Costituzione prevedono organi di garanzia e il controllo dell’operato di qualsiasi potere e ordine, magistratura compresa – dicono i vertici dell’Associazione nazionale magistrati -. La magistratura italiana non accetta classificazioni e inquadramenti forzati, che di volta in volta la colorerebbero di rosso o di nero, a seconda dei destinatari delle indagini; e di colore opposto quando assolve». Sulle riforme costituzionali ventilate dal premier, il sindacato delle toghe non nasconde la propria preoccupazione: «Tali annunci sembrano piuttosto stravolgimenti dell’attuale sistema democratico. Ma, sempre grazie alla Costituzione, sappiamo che ogni modifica richiede un lungo iter, larghe maggioranze e, eventualmente, l’interpello del popolo italiano. Perciò continuiamo ad operare serenamente».

DI PIETRO: «QUESTO È FASCISMO» – Sul fronte politico il commento più duro è quello del leader dell’Idv Antonio Di Pietro: «Berlusconi sta stracciando la Carta Costituzionale, prima riducendo il Parlamento a un servizio privato ora volendo eliminare la Consulta, ultimo baluardo della Costituzione. Se non è fascismo questo, che cosa ci vuole, l’olio di ricino?». Sempre nell’Idv, Felice Belisarioricorda che «anche gli alberi di Natale hanno le palle ma non pretendono di fare il presidente del Consiglio», mentre Massimo Donadi parla di «deriva populista sempre più evidente: ormai Berlusconi parla come un caudillo sudamericano e la Costituzione è l’ultimo argine prima di trasformare l’Italia in un regime».

FINOCCHIARO: «IMBARAZZO NELLA UE» – Vede il rischio di populismo anche il leader del Pd Pier Luigi Bersani: «Sono convinto che il Ppe si preoccuperà perché sa bene che cosa significa picconare la Costituzione. Credo si tratti di affermazioni gravissime che faranno il giro dell’Europa e drammatizzeranno ancora di più il caso Italia». Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd: «È triste aver assistito all’ennesimo show indecente del presidente del Consiglio. Credo che l’imbarazzo creato dalle sue parole sia ben evidenziato dagli atteggiamenti e dai no comment di capi di governo come Angela Merkel». Piero Fassino: «Mi sarei aspettato un intervento sulla crisi economica, l’unica cosa che sappiamo esportare sono i processi di Berlusconi. Indecente l’attacco a Scalfaro, Ciampi e Napolitano». Enrico Letta: «Dichiarazioni sconcertanti, il presidente del Consiglio ha fatto danno al suo Paese. Il suo comportamento da antitaliano è deprecabile». Per l’Udc parla il presidente Rocco Buttiglione, che rappresenta il partito al congresso Ppe: «Non fa bene trasferire in ambito europeo le vicende personali del presidente del Consiglio: conferma l’immagine dell’Italia come un Paese di Pulcinella. E preoccupa l’annuncio di voler cambiare la Costituzione per colpire la magistratura».

CAPEZZONE E BOSSI – Alla difesa del premier provvede Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: «Di Pietro e l’Idv hanno divorato il Pd, che ora è costretto a mutuare dai dipietristi perfino i toni, oltre che i contenuti. L’anomalia è la nostra: unico Paese occidentale in cui le carriere di giudici e pm non sono separate». Anche il leader della Lega Umberto Bossi mostra di apprezzare le parole di Berlusconi: «Ha le palle ed è l’unico che non si preoccupa della giustizia. Spatuzza e i Graviano? Certo, qualche problema possono crearlo, ma secondo me Berlusconi deve andare avanti. La mafia sta reagendo perché mai nessun governo ha fatto delle leggi contro la mafia come questo».

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