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Condominio sommerso dai debiti, provvedimenti creativi

Condominio sommerso dai debiti, provvedimenti creativi
Grattacielo di via Pisa, chi non salda va a piedi. Ma è bagarre dopo l’iniziativa dell’amministratore Lui si difende: «Così ognuno versa in base a quel che può». Fioccano denunce: «Non è corretto»

Cosa fare se il condominio ha un buco di bilancio da 350 mila euro? Nel grattacielo di via Pisa, dopo mesi di conti, proposte, ingiunzioni di pagamento da parte dei fornitori di luce, acqua, gpl, l’amminstratore di condominio ha deciso di puntare sull’unica cosa della quale tutti non potevano fare a meno, la casa, e trattandosi di un grattacielo di 18 piani ha messo a pagamento gli ascensori.

Da giovedì sera infatti, tutti e due i sistemi a servizio delle oltre 90 famiglie che vivono nella torre sono vincolati all’utilizzo di una tessera elettronica. Senza, gli ascensori non si muovono, e per averla ogni inquilino ha dovuto pagare in tutto o in quota parte le spese condominiali arretrate. Chiamatela finanza creativa, chiamatele assurdità, ma il sistema è attivo e non ha mancato di scatenare una vera e propria bagarre all’interno del condominio dove in meno di due giorni si sono succeduti avvocati, denunce, interventi della polizia intervenuta proprio mercoledì sera per fare un modo che una delle residenti, furiosa, potesse salire ai piani senza calpestare centinaia di gradini. Ieri, ancora pesantissimi scontri verbali perchè nonostante il progetto sia stato approvato dell’assemblea condominiale tenutasi lo scorso dicembre, gli animi ribollono.

C’è chi contesta nettamente un presunto abuso d’ufficio dell’amministratore, Giancarlo Ricciulli, chiamando in causa proprio il regolamento comunale, che per dare il via a un simile piano «richiede una maggioranza di condomini ben diversa da quella che ha votato quel giorno, e che oltrettutto» tuonano dalla Grifone immobiliare, intestataria di alcuni appartamenti agli ultimi piani, «non è quella riportata a verbale».

L’amministratore, di contro, replica a muso duro: «Tutto in regola. Le accuse? Provate vuoi a mettere d’accordo un centinaio di famiglie con i problemi di questo condominio.

Qui si parla di conti da saldare, imprese da pagare, non si può avere il riscaldamento e l’acqua calda sempre pronti e poi infischiarsene di pagare i conti». Così è avvenuto per molto tempo a causa di inquilini scorretti e forse una gestione più lasca di quella dettata opra da Ricciulli che non intende fare dietro front sugli ascensori a pagamento.

Come funziona il sistema? A rate. «Ogni tessera elettronica è collegata a un’utenza» spiega Ricciulli, «per averla ogni famiglia paga quello che può in funzione del debito e delle condizioni economiche. Al pagamento, io consegno la tessera che è attiva per un mese, scaduto il trenta giorni, o l’inquilino versa un’altra rata, o la tessera che permette l’attivazione dell’ascensore viene bloccata».

Un ricatto? «L’ascensore è un servizio, e come tale va pagato. Deve finire sempre che paga Pantalone? Così facendo recupero denaro che può permettere al grattacielo di saldare i sospesi un po’ alla volta».

Costo della tessera? «Non ha un costo» spiega l’amministratore, «non posso chiedere a persone che magari sono in difficoltà di darmi cento, trecento, mille euro. Chiedo quanto possono versare mensilmente in base al debito che hanno con le casse del condominio, e tanto mi faccio dare. Anche solo 10 euro». Certo, se c’è da recuperare un tesoro da 700 milioni di lire… la strada è lunga, «ma che altro posso fare? Smetto di pagare il riscaldamento?».
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