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Condominio condiviso, fare squadra e mettersi ognuno al servizio dell’altro

Condominio condiviso

Chi non ha mai avuto problemi con il proprio condominio si può ritenere fortunato.

A meno che non abbia adottato una strategia per il vivere sereno.

Allora, in quel caso, più che di fortuna dobbiamo parlare di merito.

È quello che possiamo dire del Condominio condiviso solidale di via Maringolli, a Firenze. Il nome dello stabile è di per sé eloquente: i condomini – 12 famiglie in tutto – hanno infatti abolito ogni lite, fino a diventare un’unica grande famiglia che collabora alla gestione del condominio e trova anche il piacere di trascorrere del tempo insieme.

Allora via libera a party condominiali con tanto cibo e musica.

L’idea è stata di Massimo Seravalli, settantenne fiorentino.

Lui, che prima era un imprenditore di vernici, ha scoperto di avere una dote innata per la pacificazione e ha saputo così orientare il condominio verso una logica di gestione zen.

«L’idea – ha spiegato il signor Seravalli – è nata proprio durante un’assemblea: fare squadra e mettersi ognuno al servizio dell’altro».

Come? Innanzitutto conoscendosi. E, per farlo, tutti hanno organizzato una sorta di cena itinerante proprio lungo le scale del palazzo.

«Le persone ‘annusandosi’ hanno scoperto di avere vite, passioni e professioni che potevano essere messe a servizio l’uno dell’altro».

Ora ognuno ha un compito: Rodolfo, ad esempio, è il guardiano, Marco si occupa di caldaie, condizionatori e connessione internet, e il signor Massimo di lavoretti da uomo tuttofare.

Insomma, un condominio da sogno.

Il segreto? Conoscersi. «Il lavoro è stato fatto sulle relazioni umane.

Invece di guardarci in cagnesco abbiamo deciso di conoscerci

In una società dove si tende a guardarsi in cagnesco e con sospetto noi abbiamo scelto di conoscerci.

Due anni fa siamo stati ospiti di un programma televisivo: ci misero in video-collegamento con un condominio del napoletano dove gli abitanti si minacciavano con la pistola.

Chiudersi a riccio può portare a situazioni fuori dal comune».

Il condominio zen, però, non si limita solo al proprio benessere e punta a diffondere a suon di musica il proprio modello di autogestione anche in altre aree del quartiere.

«Per farlo – spiega Massimo –  scenderemo in strada entro fine mese con un mercato, musica, cibo e la renderemo per qualche ora libera dalle auto in modo che i bimbi possano giocarci».

Il progetto dei condomini zen, inoltre, include la volontà di creare un marchio, Condominio Solidale, al quale possono aderire altre palazzine del fiorentino.

Il signor Massimo invita chiunque sia interessato a visitare la pagina Facebook Condominio Solidale Via G. dei Marignolli 79.

Chissà che il progetto non diventi ancora più ampio e arrivi a includere anche altre palazzine italiane.

Antonio Azzaretto:
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