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Berlusconi, pentito si reca alla "Perdonanza"

Perdonanza, a cena Bertone e Berlusconi
Ma il Vaticano insiste: cambi lo stile di vita. Il Cavaliere irritato con Avvenire
Dopo gli attacchi dei vescovi, il capo del governo non ha frenato i ministri della Lega

Cari amici,

Il Cavaliere ha deciso di redimersi, e corre tra i pellegrini della Perdonanza Celestiniana a chiedere l’ indulgenza plenaria da ogni peccato.

Nello stesso tempo, più realisticamente, il Presidente cerca di farsi sentire dal Vaticano con le armi politiche che ha a disposizione, manifestando il proprio silenzioso appoggio alle bordate verdi della Lega.

Il messaggio è chiaro: Il perdono o perlomeno la tacita convivenza, oppure mi dimentico degli interessi della Chiesa in Italia.

Il Vaticano, come si sa, ha una lunga storia che si alimenta anche di queste convivenze difficili, pertanto vedremo come andrà a finire.

Comunque, il fatto che Berlusconi si dimostri contrito e pentito dei suoi peccati, almeno in teoria è un fatto positivo.

Tra l’ altro, come si sa, le vie del Signore sono infinite.

Ma esiste al giorno d’ oggi la cosiddetta “politica cristiana”?

Arturo Paoli afferma che esiste ed esprime le sue idee a riguardo in modo preciso:

      Tutta la politica che si dice cristiana, secondo me, è stata indirizzata a difendere la Chiesa come istituzione, piuttosto che a difendere il popolo e i poveri.
      Questo è a mio parere il peccato originale della nostra cultura politica.
      Per cui non possiamo neppure lamentarci di certi dettagli che osserviamo, come ad esempio la corruzione, perchè questi sono dettagli minori, mentre ad essere veramente sbagliata è la nostra visione politica.
      Noi quì, il più delle volte, ci perdiamo in lotte ideologiche rivolte lla difesa dei dettagli, di privilegi, ma non abbiamo la febbre – sì, proprio la febbre! – di costruire un mondo più giusto e più umano.
      Chi ha questa febbre nelle vene non può accettare nel mondo la situazione di ingiustizia imperante, in qualunque parte essa si trovi, in Africa, in America Latina o altrove.
      Chi ha questa febbre saprà trasmettere in tutte le esplicitazioni della vita questa visione politica rivolta alla trasformazione del mondo, aiutando i giovani nella loro crescita, nella loro formazione, interessandosi agli handicappati, agli svantaggiati.
      Invece, non essendo presi da questa grande visione evangelica, ci mettiamo nella tentazione di ridurre tutto alla buona azione.
      Direi che siamo dei perfetti scouts che fanno la buona azione: aiutare il cieco ad attraversare la strada, visitare la povera vecchierella e portarle la zuppa calda, ed altre cose simili.
      Con ciò non voglio assolutamente dire che queste azioni non vadano fatte, anzi esse rientrano nei contatti quotidiani, servono a migliorare le relazioni tra le persone, a creare nel mondo amicizia, a fare un mondo più umano.
      Sono perciò cose buone e giuste.

La Repubblica

ROMA – Scomparso dai radar da una settimana, Berlusconi riapparirà venerdì a l’Aquila tra i pellegrini della Perdonanza celestiniana, il rito che da 800 anni garantisce l’indulgenza da ogni peccato ai fedeli “sinceramente pentiti e confessati”. E venerdì sera, grazie al pressing di palazzo Chigi, Berlusconi si troverà accanto al segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, alla cena che tradizionalmente segue la cerimonia.

Una partecipazione inattesa quella del presidente del Consiglio, confermata solo ieri ufficialmente, che ha destato stupore nel comitato organizzatore della Perdonanza: “Gli altri anni al massimo si faceva vedere un sottosegretario abruzzese”. E invece stavolta si materializzerà il presidente del Consiglio in persona, accompagnato da Gianni Letta, il regista del tentativo di riavvicinamento fra Berlusconi e la Santa Sede. Una scommessa tutta in salita quella dell’ala “filovaticana” del governo, se è vero che lo stesso Cavaliere sarebbe ancora irritato, come riferiscono fonti vicine a Berlusconi, per “l’attacco gratuito” ricevuto da l’Avvenire a ferragosto, quando il quotidiano della Cei arrivò a stigmatizzare la “tracotante messa in mora di uno stile sobrio” da parte del premier.

E non è certo un caso, fanno notare nel Pdl, se il premier non abbia detto nulla in questi giorni contro la Lega, lasciando che dal Carroccio si scatenasse un’offensiva senza precedenti contro il Vaticano sulla questione immigrazione. “Se i vescovi non frenano le critiche al governo – è il ragionamento che si fa nelle stanze del governo – perché dovremmo noi aprire una polemica con la Lega per difenderli?”. Lo stesso discorso potrebbe valere per tutti gli altri dossier che da settembre si apriranno in Parlamento, in primis la legge sul testamento biologico. “Non c’è fretta”, si lasciano sfuggire ai piani alti del Pdl, lasciando intendere che l’iter del ddl che sta a cuore alla Chiesa sarà influenzato anche dall’atteggiamento che gli organi di stampa vaticani e “certi vescovi” terranno nei confronti del premier.

Venerdì sera, comunque, Berlusconi finalmente potrà incontrarsi col cardinale Bertone, un sogno che il premier ha accarezzato da quando è al centro delle critiche per le sue vicende personali. Ma Oltretevere frenano gli entusiasmi. All’Aquila non ci sarà nessun colloquio riservato tra Berlusconi e il Segretario di Stato, più “realisticamente” si tratterà di un semplice incontro di cortesia istituzionale che, oltretutto – puntualizzano i collaboratori di Bertone – non è stato chiesto “né dal Vaticano né, tantomeno, dalla curia dell’Aquila”. Più semplicemente, è stato Palazzo Chigi a decidere che quest’anno a rappresentare il governo alla Perdonanza sarebbe stato Berlusconi in persona.

“Se il premier non cambia stile di vita l’incontro della Perdonanza non avrà nessun effetto”, avvertono tuttavia in Vaticano, dove nessuno è pronto a giurare che gli uomini di papa Ratzinger siano disposti a dimenticare tanto facilmente “i pubblici scandali” che stanno ruotando intorno al nome del premier. È una situazione che sta creando non poco imbarazzo in Curia, dove non a caso finora hanno sempre respinto, per motivi di “opportunità”, il pressing di Palazzo Chigi per un vertice Berlusconi-Benedetto XVI. E questo malgrado l’intenso lavorìo diplomatico di Gianni Letta presso l’entourage papale per tentare di far spalancare il Portone di Bronzo al premier.

Comunque, al di là di quello che Berlusconi venerdì sera dirà al cardinale Bertone, in Vaticano avvertono che dalla Santa Sede non ci sarà nessun “colpo di spugna” sulla vita privata del Cavaliere, che la Chiesa non sarà mai disposta ad accettare “contropartite governative” (finanziamenti alle scuole private, testamento biologico, stop ai progetti sulle unioni di fatto) e che resta sempre valido “il riferimento all’insegnamento di Santa Maria Goretti fatto dal segretario della Cei, il vescovo Crociata, quando ha richiamato i politici italiani ad uno stile di vita più sobrio e più rispettoso della morale e dell’etica”.

In ogni caso, nonostante la Perdonanza, Berlusconi non potrà ottenere per sé l’indulgenza plenaria come gli altri diecimila pellegrini. “Il premier non la otterrà – puntualizza il portavoce dell’arcidiocesi dell’Aquila, don Claudio Tracanna – perché, in quanto divorziato, non può accedere al sacramento della comunione”.

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