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Acqua, aumento retroattivo delle tariffe idriche dal 1 gennaio 2018

L’ acqua è un bene pubblico

L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha autorizzato l’ aumento retroattivo delle tariffe idriche, in relazione ai consumi dell’ acquedotto.

Il punto di partenza per cui scatteranno gli aumenti delle nuove tariffe è stato fissato al 1° gennaio 2018.

A darne notizia è Il Sole 24 Ore nella sua edizione cartacea, notizia ripresa online poi dal portale La Legge per Tutti.

L’ obiettivo è “fare cassa” con la scusa di rendere i calcoli più semplici

L’obiettivo dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente è di “fare cassa” con la scusa di uniformare le diverse categorie di utenza e di rendere più semplice il calcolo dell’importo dovuto dal destinatario della bolletta dell’acqua al fornitore.

Se non fosse così è evidente che la norma non prevederebbe un incremento a partire dall’ inizio dell’ anno scorso.

ARERA ha stabilito il criterio in base al quale i costi cambieranno rispetto al numero dei componenti del nucleo familiare: pertanto più alto è il numero delle persone che abitano sotto lo stesso tetto, maggiore sarà il conto da pagare.

Di seguito condivido il link della delibera 09 luglio 2019 302/2019/R/idr oggetto di questo articolo.

L’ acqua è un bene pubblico

L’ acqua è un bene pubblico e dovrebbe avere un prezzo pubblico. Perchè non è così? Perchè lo stato è soggetto alle leggi di mercato. Perchè è soggetto? Perchè si è privato del diritto e del potere di stampare moneta a credito. Pertanto non ha la possibilità di finanziare i beni pubblici con moneta pubblica, ma bensì è costretto a farsela prestare dalla banca centrale, pagando un tasso di interesse.

Pertanto noi cittadini dobbiamo pagare le tasse per finanziare un servizio che dovrebbe avere un prezzo pubblico; in aggiunta dobbiamo pagare le tasse per pagare gli interessi sulla moneta a debito prestata dalla banca centrale, tramite l’ emissione del debito pubblico; infine dobbiamo pagare le tasse per finanziare i servizi di welfare.

Mi chiedo che condanna dobbiamo scontare per subire regole così inique.

Antonio Azzaretto:
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