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A Bologna il condominio diventa società

Spesa in comune e scambi di favori tra vicini. Così si abbattono i costi nel palazzo

Il socialismo reale esiste, e potrebbe essere sul pianerottolo di casa. Così è, da qualche tempo, a Bologna. Dove nel 2012, da un’idea di Confabitare, sono nati i condomini-famiglia. Ognuno fa quel che può per rendersi utile, ciascuno paga i servizi solo per le ore in cui effettivamente li utilizza, con un abbattimento dei costi e un guadagno sociale notevole.

L’iniziativa è in continua espansione, nel capoluogo di Regione emiliano conta già più di mille famiglie divise in 80 caseggiati, e si sta allargando anche al resto d’Italia.

SERVIZI BARATTATI. Tanto che si è resa necessaria l’istituzione di una banca del tempo. Ognuno mette a disposizione il suo, oltre alle proprie capacità. Così se c’è un cavo scoperto, si può chiamare l’elettricista del terzo piano, che magari avrà bisogno dell’insegnante che vive al quinto per le ripetizioni di matematica alla figlia.
«Baratti e condivisioni che migliorano la qualità della vita e dei rapporti», ha spiegato a la Repubblica Alberto Zanni, presidente di Confabitare.

«Da quando abbiamo lanciato l’idea di spesa e badanti in comune, non solo la gente ha dimezzato i costi perché essendo 25-30 famiglie o coppie per palazzo possono fare economie di scala andando all’ortomercato o acquistando all’ingrosso, ma si sono creati rapporti di pianerottolo. Gente che non si rivolgeva la parola ora si scamba saluti e favori».

UN MODO PER SENTIRSI UTILI. E qualcuno che era andato in pensione e si annoiava ha trovato un nuovo modo per impiegare il proprio tempo libero. Giuseppe, 70 anni, raccoglie le ordinazioni e va a far la spesa con un vicino due volte alla settimana: «Ho tanto tempo, mi sveglio presto e la bicicletta come unico impegno era una gran noia. Ora invece mi sento utile, chiacchiero con tutti e alla fine mi ritrovo invitato dai vicini a bere un bicchiere, e la signora della scala B mi ha regalato una torta».

In alcuni palazzi hanno organizzato una cassa comune, altri hanno addirittura aperto un conto in banca. La valuta più preziosa in questo sistema, però, non è l’euro, ma il tempo.
http://www.lettera43.it/economia/person … 589355.htm

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