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PD, Tre milioni di "associati" hanno promosso Bersani segretario

Pd, è Bersani il nuovo segretario
«Saremo il partito dell’alternativa»

Il vincitore delle primarie: «Dentro la vittoria di tutti c’è anche la mia». Affluenza: tre milioni di votanti

Cari amici,

Mi piace promuovere questo “atto politico” che ieri si è celebrato nel nostro paese.

Una tra le più importanti associazioni politiche italiane, ieri, ha liberamente scelto il segretario mediante una votazione democratica.

Ho pensato seriamente di recarmi anch’ io alle urne, ma alla fine ho scelto di non partecipare al voto, poichè non mi ritengo “parte” del PD.

Però mi interessa che questo partito rimanga forte e “alternativo” al Pdl, perchè è molto importante valorizzare ogni opportunità per costruire un’ alternativa politica possibile.

Purtroppo credo che siamo ancora lontani da questo traguardo; Berlusconi, infatti, ha monopolizzato il dibattito politico riuscendo a concetrarlo sulla propria immagine, con il risultato che appare improbabile la sua sostituzione a breve termine.

Comunque i miracoli a volte succedono, ed io non cesso di sperare!

Pertanto invio i miei migliori auguri al nuovo segretario del PD Bersani; spero con tutto il cuore che saprà affrontare le dure sfide che lo attendono.

Corriere della sera

MILANO – Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario del Partito democratico. Dopo le prime indiscrezioni sui risultati diramate dal suo comitato elettorale («ha più del 50% dei voti»), l’ex ministro ha ricevuto l’investitura direttamente dal segretario uscente, Dario Franceschini, suo principale sfidante nella corsa alla segreteria: «Dai dati in arrivo emerge chiaramente la scelta degli elettori». Elettori che sono stati più di due milioni e mezzo, secondo quanto annunciato da Maurizio Migliavacca, responsabile organizzativo del partito. I primi risultati ufficiali, che hanno iniziato ad arrivare attorno alla mezzanotte, hanno confermato il trionfo dell’ex ministro dell’Industria.

«VITTORIA DI TUTTI» – Il neosegretario ha rialsciato via Twitter il suo primo commento, poco prima delle 23: «Dentro la vittoria di tutti c’è anche la mia». Un concetto poi ribadito mezz’ora più tardi, davanti a microfoni e telecamere nella sede del partito: «Gli iscritti e gli elettori non sono due razze diverse, io l’ho sempre detto. Farò il leader a modo mio, come uno che pensa che il Pd non può essere il partito di un uomo solo. Un grande partito popolare è un collettivo di protagonisti e questa sarà la chiave del mio lavoro». Spiegando che il suo sarà un «partito dell’alternativa» e non solo di opposizione («perché stare in un angolo ad urlare non serve a niente») e che fin da subito cercherà di coinvolgere sia Franceschini sia Marino, Bersani ha detto di voler tornare allo spirito dell’Ulivo, al dialogo con il resto delle forze di opposizione e ha annunciato che il primo atto sarà quello di incontrare lunedì mattina un gruppo di artigiani a Prato, una delle aree del Paese che accusano fortemente la crisi economica. «Noi siamo orgogliosi di essere quelli che stanno costruendo un partito – ha poi aggiunto con un riferimento indiretto al Pdl- . Chi fa un partito realizza la costituzione repubblicana che parla di partiti e non di “popoli”. Questo mette l’Italia al pari delle altre democrazie mondiali che non hanno partiti con dei padroni». E ancora: «Spero che questo nostro esempio induca qualcuno a riflettere sull’assenza di trasparenza su altri soggetti politici. Noi siamo stati e siamo un libro aperto».

PASSAGGIO DI TESTIMONE – «I dati usciranno più tardi e non saranno geograficamente omogenei – aveva spiegato poco prima Franceschini dagli stessi microfoni della sala stampa allestita nella sede del Pd -. Ma dai dati che abbiamo emerge con chiarezza che Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario. Gliene dò atto. Gli ho già telefonato. La scelta è stata quella dei nostri elettori». Prima ancora di avere i dati ufficiali, dunque, è stato formalizzato il passaggio di testimone al vertice del centrosinistra. Lo stesso Franceschini aveva del resto già fatto sapere che qualunque fossero stati i risultati avrebbe comunque riversato i propri consensi a chi avesse avuto anche un solo voto più di lui, rendendo di fatto inutile la verifica del superamento della soglia del 50% necessaria per la proclamazione immediata del vincitore. E questo perché «serve un segretario subito».

MARINO SODDISFATTO – Anche il terzo contendente, Ignazio Marino, ha commentato il risultato, prendendo la parola subito dopo Franceschini: «Sono comunque soddisfatto, la nostra mozione si colloca tra il 10 e il 20%. Vuol dire che i temi dell’ambiente e dell’energia, la lotta al precariato, la diminuzione delle tasse per chi vive di lavoro dipendente o pensione e i diritti per tutti diventano temi che entrano di forza nel dna del Partito democratico». Quanto a Bersani, Marino ha spiegato che «avrà la forza per lavorare per allontanare questa destra che sta lasciando dietro di sè solo rovine».

SCONTRO D’ALEMA-PARISI- Tra i primi commenti degli altri big del centrosinistra dopo l’annuncio sul nuovo segretario c’è quello di Massimo D’Alema, che ha parlato di una «scelta chiara» che dimostra che gli iscritti del Pd «non sono marziani» e ora Bersani darà innanzitutto un segnale «di unità». Ma questo commento ha subito provocato la reazione del prodiano Arturo Parisi: «Nnon avendoci detto su quale linea cercava il consenso, Bersani ci dica finalmente dopo la vittoria su che linea ha vinto. Il fatto che ce lo dica D’Alema è già una conferma dei timori della vigilia.

L’AFFLUENZA – Il dato definitivo dell’affluenza parla di tre milioni gli elettori. A causa della grande affluenza non è stato possibile rispettare l’orario di chiusura dei seggi, inizialmente fissato alle 20, essendoci state a quell’ora ancora lunghe code di elettori in fila per votare, «soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud». Alle 17,30, secondo i primi dati ufficiali, erano già stati superati i due milioni di votanti. Due anni fa alla stessa ora i votanti erano stati 1,5 milioni, ora per l’esattezza sono 1.962.397. La regione che ha più votato è l’Emilia Romagna (400 mila persone), seguita dalla Lombardia (300 mila) e dal Lazio (200 mila).

CONTESTAZIONI E MINACCE – Qualche contestazione è stata registrata in provincia di Messina, a Napoli e a Massa. Nel primo caso a Brolo, davanti all’unico gazebo per le primarie, ci sono stati scambi di accuse fra i sostenitori delle tre mozioni: alcuni esponenti del circolo pro Franceschini e il candidato alla segreteria regionale Giuseppe Lupo, pagano – sostengono gli avversari – la prevista quota di due euro agli elettori. Spintoni e schede a soqquadro nel capoluogo campano, per una controversia relativa a una persona senza certificato elettorale che intendeva votare. A Massa, scambio di offese tra il sindaco Pucci e il presidente del seggio, che gli ha contestato il diritto di voto in base allo statuto del partito. Il problema è nato alle scorse amministrative, per le quali non furono fatte le primarie, quando Pucci si è candidato con una lista civica, vincendo le elezioni al ballottaggio contro il candidato ufficiale del Pd. Minacce, infine, contro la candidata alla segreteria regionale del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani. Un caricatore di pistola vuoto, con un foglietto di insulti, è stato trovato in un seggio di Trieste. Gli investigatori ritengono di aver già identificato il responsabile: sarebbe un pregiudicato triestino già noto per aver recapitato in passato «innumerevoli» lettere minatorie, corredate anche di proiettili a molti esponenti politici, tra i quali anche Violante e Berlusconi.

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