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Olimpiade, contestata la fiaccola

Olimpiade, contestata la fiaccola
Ucciso agente cinese nel Sichuan
Scontri in Nepal. Tibetani in esilio: «140 i morti».
Rogge «Negoziato silenzioso su Tibet e diritti umani».

Cari amici,
E’ emozionante vedere ancora persone che lottano per la propria libertà e le proprie idee.
Il mondo è un palcoscenico, e tutti siamo attori e spettatori.
Le telecamere sono il teatro e ognuno desidera partecipare e dire la “sua” parola.

Leggendo questa notizia, è necessario ricordare che noi in occidente ci interessiamo in modo esclusivo a ciò che è importante per noi, lasciando in ombra le notizie che succedono nei tre quarti dell’ altro mondo.

E’ triste pensare che la ragione principale per cui siamo interessati alle notizie sul Tibet, è che lì ci andranno anche gli atleti italiani a caccia di medaglie.

Viviamo tutti in una dimensione di disinformazione permanente, perchè non c’ è mai il tempo di fermarsi e di valutare che cosa è importante.

Passiamo le giornate a fare sempre le stesse cose nello stesso modo, ed arriviamo a sera senza aver goduto del nostro tempo.

Ma credo che i giochi della nostra vita non siano ancora finiti.

Avremo il tempo di dire la nostra e di far sentire anche la nostra voce, se necessario rubando il microfono a chi trasmette notizie già “confezionate”!

Il Sole 24 Ore

La fiaccola olimpica di Pechino 2008 è stata accesa nel sito archeologico dell’Antica Olimpia, a 320 chilometri da Atene, ma tra le proteste. Due rappresentanti di Réporters sans Frontières hanno provato a impossessarsi del microfono durante il discorso del responsabile cinese del comitato organizzatore dei Giochi olimpici, Liu Qi, in apertura della cerimonia di accensione della fiaccola olimpica. Un altro contestatore è riuscito ad arrivare alle spalle di Liu Qi, mostrando una bandiera con la scritta “Boicottate i paesi che disprezzano i diritti umani”. L’uomo è stato subito allontanato dalle forze di polizia. Quanto alla televisione di stato cinese (il canale di news Cctv) ha prontamente interrotto la trasmissione della cerimonia, dopo che il contestatore ha afferrato il microfono del presidente del comitato organizzatore.

Una decina di manifestanti pro-Tibet, alcuni imbrattati di rosso, si sono stesi a terra per ricordare le vittime della repressione cinese su una strada di Olimpia, in Grecia, poco dopo la fine della cerimonia d’accensione della fiaccola olimpica di Pechino, tra le proteste di attivisti per i diritti umani. Intonando slogan anti-cinesi, sono usciti dal loro hotel e si sono appostati sulla via, mentre gli spettatori della cerimonia e le autorità uscivano dal sito archelogico di Olimpia, secondo numerosi foto-reporter. La polizia ha sgombrato immediatamente i manifestanti e ne ha condotti alcuni al commissariato.

Jacques Rogge, presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), ha ribadito oggi alla cerimonia di accensione della torcia a Olimpia che «nessun dei principali leader politici mondiali vuole boicottare» i giochi di Pechino 2008: «non lo vuole Bush, nè Sarkozy, nè Brown», ha spiegato Rogge. Per Rogge attribuire alla Cina l’organizzazione dei Giochi olimpici è stato giusto, nonostante le critiche per le presunte violazioni dei diritti umani in quel paese. «È stato giusto dare i Giochi alla Cina per due motivi – ha spiegato -: aprire agli ideali olimpici la nazione che contiene un quinto della popolazione mondiale e pensare che la Cina sarà sotto gli occhi di tutto nel mondo sono state due ragioni sufficienti. Tutto ciò avrà un grande effetto sull’evoluzione del paese». «Come ho già detto – ha aggiunto Rogge -, pensiamo che le Olimpiadi saranno un grande volano per il cambiamento».

A 130 giorni dall’inizio delle Olimpiadi di Pechino, comincia ad Olimpia il viaggio della fiaccola che sarà di 137mila chilometri attraverso cinque continenti. Il viaggio della torcia dei Giochi finirà l’8 agosto, quando l’ultimo tedoforo entrerà nello stadio dove sarà in corso la cerimonia d’apertura e accenderà il braciere con la fiamma che arderà durante tutta la durata delle competizioni. Queste le principali località toccate dalla fiaccola: 24 marzo: accensione ad Olimpia dal 25 al 29 marzo: giro in Grecia, con arrivo ad Atene 30 marzo: cerimonia di consegna agli organizzatori cinesi, nello stadio che ospitò i Giochi del 1896 31 marzo: cerimonia accoglienza a Pechino 2 aprile: Almaty 3 aprile: Istanbul 5 aprile: San Pietroburgo 6 aprile: Londra 7 aprile: Parigi 9 aprile: San Francisco 11 aprile: Buenos Aires 13 aprile: Dar es Salaam 14 aprile: Mascate 16 aprile: Islamabad 17 aprile: Bombay 19 aprile: Bangkok 21 aprile: Kuala Lumpur 22 aprile: Giakarta 24 aprile: Canberra 26 aprile: Nagano 27 aprile: Seul 28 aprile: Pyongyang 29 aprile: Ho Chi Minh City 2 maggio: Hong Kong 3 maggio: Macao dal 4 maggio al 7 agosto: giro in Cina (in Tibet dal 19 al 21 giugno) 8 agosto: arrivo nello stadio olimpico di Pechino.

Repubblica

ATENE – Una fiamma olimpica contestata, quella accesa nel corso di una solenne cerimonia nell’antico sito di Olimpia, in Grecia. Un’occasione, com’era prevedibile, per spostare l’attenzione sulla questione tibetana. A sostenere la protesta anche due membri di Reporters sans Frontières, fra cui il fondatore dell’associazione, Robert Menard, che hanno distratto il servizio d’ordine permettendo a un tibetano di sventolare per qualche istante una bandiera nera, con un paio di manette formate dai cinque anelli olimpici, alle spalle di Liu Qi, presidente del comitato organizzatore di Pechino 2008. Le immagini, in mondovisione, sono state brevemente oscurate dalla tv cinese che, per scongiurare incidenti, le ha trasmesse in differita.

Le contestazioni. Proseguiranno fino all’8 agosto, giorno dell’apertura dei Giochi, le azioni di disturbo inaugurate oggi da Rsf. Lo annuncia lo stesso Menard, fermato dalla polizia greca con altri due militanti: “Vogliamo che i capi di Stato stranieri boicottino l’apertura dei Giochi. Non abbiamo niente contro le Olimpiadi o contro gli atleti, ricordiamo agli Stati che la Cina è la più grande prigione del mondo”. E una tedofora thailandese, Narisa Chakrabongse, presidente della Green World Foundation, annuncia che per protesta non porterà la fiaccola: “Voglio mandare un messaggio alla Cina, le sue azioni non possono essere accettate dalla comunità internazionale. La sua politica nei confronti del Tibet va rivista con urgenza”.

Oltre 20 fermati. Oltre al gesto di Menard, circa dieci manifestanti hanno tentato, senza successo, di ostacolare la corsa del primo tedoforo, il greco Alexandros Nikolaidis. La polizia riferisce che in totale sono state fermate 25 persone.

Il viaggio della torcia. La torcia portata da circa quattromila tedofori di tutto il mondo percorrerà, nei prossimi 130 giorni, 137 mila chilometri, fino a Pechino, passando anche per il Tibet. I Giochi si concluderanno il 24 agosto.

Cio: “No al boicottaggio”. Il presidente del Comitato olimpico, Jacques Rogge, torna a escludere qualsiasi ipotesi di boicottaggio: “Nessuno dei grandi leader internazionali lo vuole, rispetto l’opinione delle organizzazioni umanitarie, ma non sono rappresentative dell’opinione dei loro Paesi”. A chi critica il silenzio del Comitato davanti alle violenze tibetane, Rogge esprime la speranza che i Giochi possano rappresentare la leva del cambiamento in Cina: “Sono impegnato in un’attività negoziale silenziosa con Pechino”.

Nuovi scontri in Cina. In Cina non si ferma la protesta. Un poliziotto cinese è stato ucciso e alcuni altri sono rimasti feriti durante una manifestazione nella provincia del Sichuan, ampiamente popolata da tibetani. Secondo le autorità cinesi, 381 persone coinvolte negli scontri si sarebbero arrese alla polizia. Esuli tibetani riferiscono di manifestazioni, sabato, nella contea tibetana di Chentsa, nella provincia del Qinghai e presso il monastero di Makur Namgyaling. Le fonti aggiungono che lo scorso 16 marzo, a Aba, nella provincia del Sichuan, 23 persone sarebbero state uccise dalla polizia, che avrebbe fatto fuoco sui manifestanti. Nuove proteste anche a Kathmandu, in Nepal, dove la polizia ha arrestato circa 400 persone, in gran parte esuli tibetani.

Le vittime. Il sito ufficiale del governo tibetano in esilio afferma che il bilancio dei morti delle scorse settimane, a Lhasa, capitale del Tibet, e in altre province della regione è salito a 140. Il precedente bilancio degli esuli era di 99 vittime, mentre quello delle autorità di Pechino è di 19 morti, di cui 18 civili cinesi “innocenti” uccisi dai manifestanti, e un poliziotto.

Pechino accusa la stampa straniera. La Cina accusa ancora la stampa internazionale di “distorcere la realtà” nel riferire delle violenze in Tibet. L’agenzia ufficiale Nuova Cina punta l’indice in particolare contro l’americana Cnn, perché ha mandato in onda una foto dell’agenzia France Press dalla quale sarebbero stati “tagliati” i manifestanti tibetani che tiravano pietre contro due veicoli militari. Il Tibet è stato chiuso alla stampa e agli osservatori indipendenti e, alla luce delle ripetute accuse epsresse da Pechino, è improbabile che venga riaperto nel prossimo futuro.

Il Corriere della Sera

OLIMPIA (Grecia) – E’ stata accesa la fiaccola olimpica, ma non si spengono le tensioni intorno ai Giochi di Pechino a causa della violenze in Tibet , che lunedì hanno fatto registrare anche la morte di un poliziotto cinese nel Sichuan.

CONTESTAZIONI – A Olimpia la polizia greca ha blindato il sito archeologico in occasione della cerimonia per l’accensione della fiaccola, che è avvenuta alle 10.45 italiane con gli specchi ustori al tempio di Hera a Olimpia. Si temeva infatti un
La contestazione mentre parlava il presidente del Comitato organizzatore di Pechino (da Sky Tg24)
gesto mediatico degli attivisti tibetani davanti a centinaia di giornalisti e migliaia di persone che hanno seguito la cerimonia, fatto però che è puntualmente avvenuto. Non erano però tibetani, bensì rappresentanti di Reporters sans Frontières, l’associazione che si batte per i diritti della libera stampa, quelli entrati in azione mentre parlava Liu Qi, presidente del comitato organizzatore di Pechino 2008. Due gli attivisti in azione, Jean-François Juilliard e Vincent Brossel: uno ha sventolato una bandiera con i cinque cerchi olimpici a forma di manette e la scritta «boicottate i Paesi che disprezzano i diritti umani», l’altro ha cercato di impadronirsi del microfono. Sono stati subito bloccati dal servizio di sicurezza. Una dozzina di manifestanti ha poi inscenato una protesta nelle strade di Olimpia. «È triste che avvengano queste cose», ha dichiarato in seguito Rogge, «almeno però non si è trattato di manifestazioni violente».

SOSPESA «DIRETTA» – La televisione cinese ha sospeso brevemente la trasmissione in diretta della cerimonia durante la contestazione. Le immagini sono state diffuse in leggera differita, nonostante fosse stata annunciata la «diretta». Il programma si è interrotto per alcuni secondi, senza alcuna spiegazione, poco dopo l’inizio del discorso di Liu Qi e sono state mandate in onda immagini di archivio di Olimpia e di una vecchia torcia olimpica.

LA RICHIESTA- Un gruppo di dissidenti tibetani aveva annunciato che avrebbe inscenato una protesta durante la cerimonia d’accensione. Tenzin Dorjee, portavoce del gruppo degli Studenti per un Tibet libero, ha chiesto al Cio di escludere il Tibet dal percorso della torcia ma le autorità cinesi hanno già fatto sapere che il percorso stabilito sarà rispettato, compresa la scalata dell’Everest con la fiaccola olimpica.

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