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Mediatrade-Rti: Berlusconi e Pier Silvio tra gli indagati

Cari amici,

Ancora una volta leggo che Silvio Berlusconi è accusato di appropriazione indebita per 34 milioni di dollari.

Ancora una volta leggo che, a giudizio degli avvocati del Premier, i Giudici di Milano sono soltanto dei mistificatori comunisti che hanno deciso di destituire il premier con le “armi” giudiziarie.

Inoltre, sui giornali sono pubblicate le tesi della difesa, come se fossero la “verità”.

Ma la domanda me la voglio porre lo stesso:

I trentaquattro milioni di dollari sono spariti nelle tasche di Berlusconi o no?

Perchè non possiamo andare avanti così! Una soluzione dobbiamo trovarla, perchè altrimenti non ci schiodiamo da questo macigno giudiziario e politico!

O Berlusconi si assolve per legge, oppure si dimetta.

Non si può continuare ad avere questo “ostaggio” che ci impedisce di trattare in modo sereno i nostri problemi politici e sociali (…che sono tanti!)

…non ce lo siamo mica sposato Berlusconi!

Il sole 24 ore

C’è anche Pier Silvio Berlusconi, il figlio del premier, tra gli indagati nell’inchiesta Mediatrade-Rti per la quale il pm di Milano Fabio De Pasquale ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini.
Pier Silvio Berlusconi, è stato consigliere di amministrazione e vice presidente di Mediatrade.
Le persone indagate in questo filone di inchiesta sono in tutto 12, tra cui anche Fedele Confalonieri, il banchiere Paolo Del Bue, il produttore Frank Agrama, tre dirigenti di Mediaset e due cittadini di Hong Kong.
I reati contestati, a vario titolo, sono: concorso in appropriazione indebita, frode fiscale e riciclaggio. Nei confronti del premier Silvio Berlusconi è stato ipotizzato il reato di appropriazione indebita, come all’inizio dell’indagine, mentre per il figlio Pier Silvio e Confalonieri quello di frode fiscale.

In una nota diffusa in serata Mediaset ribadisce che «i diritti cinematografici oggetto dell’inchiesta sono stati acquistati a prezzi di mercato e che tutti i bilanci e le dichiarazioni fiscali della società sono stati redatti nella più rigorosa osservanza dei criteri di trasparenza e delle norme di legge». «La documentazione – è scritto nella nota – dimostrerà la totale estraneità di Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi alle accuse ipotizzate di frode fiscale. Non si può infine evitare di sottolineare l’assurdità delle contestazioni: un procedimento in cui Mediaset è semmai parte lesa si ritorce infatti contro la società stessa e i suoi massimi dirigenti».

Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato del premier contesta la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi da parte di Mediatrade. «La Procura di Milano – scrive in una nota – ancora una volta continua nella pervicace volontà di sottoporre a processo Silvio Berlusconi. Le contestazioni mosse hanno dell’incredibile sia per il contenuto delle stesse sia per gli anni a cui si riferiscono, periodo in cui Silvio Berlusconi non aveva la benchè minima possibilità di incidere sull’azienda». «Estendere l’incolpazione a Piersilivio Berlusconi, colpevole evidentemente di essere figlio di Silvio Berlusconi, – prosegue Ghedini – è poi del tutto sconnesso da qualsiasi logica e da qualsiasi realtà fattuale essendo già da tempo dimostrata in atti, con documenti e testimonianze, la sua totale estraneità ai fatti contestati. L’ennesimo procedimento – conclude Ghedini – che non potrà che risolversi in una declaratoria di insussistenza dei fatti, alla vigilia di una delicata competizione elettorale e proprio quando si stanno discutendo le riforme della giustizia non può non destare una straordinaria indignazione».

La vicenda:

È di circa 34 milioni di dollari l’appropriazione indebita contestata a Silvio Berlusconi in concorso con il produttore Frank Agrama, con Daniele Lorenzano (ex capo acquisti diritti di trasmissione per il gruppo Fininvest e per Mediaset), Roberto Pace e Gabriella Ballabio, ex manager di Mediatrade, nell’inchiesta Mediatrade-Rti di cui oggi si sono chiuse le indagini. La somma contestata si riferisce a fatti «allo stato non coperti da prescrizione».
L’appropriazione indebita, che ha «l’aggravante del danno di rilevante entità », secondo l’accusa, è stata consumata tra Milano e Dublino dal 30 luglio 2002 fino al 30 novembre 2005. Quanto alla frode fiscale, contestata fino al 30 settembre 2009, al premier, al figlio Pier Silvio, a Fedele Confalonieri, ad Agrama, Lorenzano, Pace, Ballabio e Giorgio Dal Negro (definito socio occulto di Lorenzano) sarebbe di circa 8 milioni di euro evasi. L’ accusa nei confronti di Pier Silvio Berlusconi, come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, si riferisce ai suoi incarichi di presidente di Rti e vice presidente di Mediaset.

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