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La storia delle cose

Fabris: «Così la crisi ha smascherato
la bulimia del consumismo»

 

Cari amici,

Oggi sulla WebPage del sole 24 ore, ho letto un articolo interessante che vi propongo, il quale critica il sistema del consumismo, e auspica una riforma del sistema di distribuzione delle cosiddette “cose”.

Il sociologo Giampaolo Fabris, è convinto che le famiglie italiane stiano diventando sempre più attente al loro modo di consumare.

In particolare ciò che sta cambiando è “l’ atteggiamento” critico verso i consumi, ossia proprio la visione necessaria per immaginare un miglioramento possibile della nostra società.

Sono convinto che non sia possibile restare tutti concentrati “soltanto” sulle convenienze economiche, perchè così si assume una consapevolezza distorta della realtà.

Tutti noi viviamo in modo sempre più precario “proprio” perchè non sappiamo alzare la testa su ciò che è importante, e restiamo imprigionati nella logica economica del consumo di massa.

Il PIL (Prodotto interno lordo), ormai è diventato uno strumento di misura anacronistico, che non serve a misurare il benessere del paese.

Credo che dobbiamo e possiamo cambiare sistema economico a partire dalle nostre comunità residenziali, in modo da creare delle reti solidali capaci di promuovere una sana economia locale sul territorio.

Farò il possibile per contribuire a questo grande progetto di economia relazionale e solidale.

Il sole 24 ore

“Questo è stato l’anno in cui la crisi ha cambiato l’economia delle famiglie” secondo il sociologo Giampaolo Fabris, presidente del comitato scientifico di Gpf, ospite del Festival dell’Economia nell’incontro con Diego Della Valle su “La costruzione del brand”, moderato da Paola Bottelli del Sole 24 Ore.
“A fianco delle difficoltà create dalla situazione congiunturale – sottolinea Fabris- c’è una grossa parte di popolazione che ha modificato il proprio atteggiamento verso i consumi. E le abitudini di acquisto stanno cambiando: ora c’è una sensibilità inedita per il prezzo rispetto al passato. Gli italiani si sono resi conto di avere troppo in alcune merceologie. E come l’obesità che sta aumentando, anche loro sono diventati bulimici. E’ la fine di un consumismo avido e ingordo che aveva perso qualunque relazione con i valori dell’uso del prodotto.”

grandeindio:
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