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L’ Italia vive in un atmosmera da pre-golpe

Cari amici,

Pubblico volentieri di seguito la lettera aperta scritta da Luca Ciarrocca, il direttore di Wall Street Italia, che condivido quasi dalla prima all’ ultima parola.

Infatti questa pubblica analisi è indirizzata soltanto al Presidente della repubblica e al Segretario del partito democratico.

A mio giudizio mancano molti altri che potrebbero riceverla e leggerla con attenzione; in pratica tutti coloro che hanno il potere di incidere sulla pubblica opinione e “svegliarla” prima che sia troppo tardi.

Per grazia ricevuta, i capi partito del Pdl si sono guardati bene da realizzare la manifestazione di piazza che avevano annunciato, perchè oggi non è bene andare ad attizzare gli animi delle piazze.

Il punto della questione è che stiamo diventando il paese più chiacchierato del mondo|

La nostra gente all’ estero è accolta con sorrisini sarcastici che manifestano incredulità, sorpresa, inquietudine perchè, nonostante tutto, Silvio Berlusconi rimane saldamente al potere.

E’ ora del riscatto!

Per fortuna che mio figlio è ancora troppo piccolo per capire la situazione, perchè io non troverei parole per spiegargliela.

Vi lascio alla lettura del testo che segue, e vi chiedo di diffornderlo il più possibile, perchè ormai il paese ha bisogno di tutti noi per risollevarsi!

Buona giornata, ….e buona fortuna!

Wall Street Italia

(WSI) – Gentile signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, onorevole segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani,

Vi scrivo non per simpatia, ma perche’ rappresentate formalmente la piu’ alta carica dello Stato e la piu’ grande forza politica di opposizione all’attuale maggioranza di governo. Spieghero’ i concetti essenziali che stanno a cuore a me e ad una buona parte dei 300.000 lettori di Wall Street Italia, un gruppo coeso di persone con ruoli chiave nell’economia, produzione, sistema bancario, professioni, aziende, universita’ e mondo del lavoro, tutti cittadini attenti, assai disincantati e soprattutto allarmati per l’emergenza in cui e’ piombato il paese.

Alla luce del terribile clima politico/sociale, con il dibattito pubblico dominato dagli scandali sessuali del premier Silvio Berlusconi, dai suoi violenti attacchi ai poteri dello stato e la conseguente caparbia volonta’ di resistere nonostante lo stallo e lo sfacelo generali, in molti di noi si e’ fatta avanti l’idea che la colpa principale dell’attuale situazione in Italia non sia solo del presidente del consiglio, che pure e’ l’attore protagonista di questa indecente telenovela a luci rosse che ha superato ogni limite tollerabile; l’idea e’ che quanto sta accadendo alla nostra nazione sia, a questo punto, responsabilita’ anche del Partito Democratico e in ultima istanza soprattutto del Quirinale. Una colpa quasi ai limiti del reato: inazione, omissione, incapacita’ di vigilanza democratica di fronte a uno scenario non degno nemmeno del Botswana o della Tanzania.

Siete voi, signor Presidente della Repubblica e onorevole segretario del PD, che rappresentate l’Italia e la maggiore porzione degli eletti in Parlamento, a dover dichiarare formalmente e in modo definitivo che Silvio Berlusconi deve farsi da parte perché i suoi comportamenti violano la dignità e onorabilita’ della Presidenza del Consiglio e in sede internazionale hanno fatto diventare il nostro paese lo zimbello del mondo intero (l’articolo 54 della Costituzione impone al titolare di Palazzo Chigi di comportarsi “con decoro”, come qualsiasi altro dipendente pubblico che da mesi sarebbe stato gia’ licenziato per giusta causa). Non c’è concittadino oppure azienda italiana in viaggio o in attivita’ in qualsiasi angolo del pianeta, che non siano ormai esposti ad ironie e sarcasmi inerenti le assurde vicende del Cavaliere, per non parlare dei suoi abusi di potere e del populismo da caudillo latino-americano.

Sopratutto, in questo scenario, il paese e’ fermo, anzi va indietro.

Ora, caro signor Presidente della Repubblica e caro onorevole Bersani, forse voi non viaggiate cosi’ spesso fuori d’Italia perche’ troppo occupati con la politica romana a livello istituzionale e di partito, ma lasciate umilmente dire a me che vivo all’estero da 22 anni tra New York, Roma e Singapore, che il senso di incredulita’ per il baratro in cui e’ caduta l’Italia non lo si ritrova purtroppo più soltanto nelle nazioni del primo mondo, la verita’ e’ che ovunque si va ci si sente chiedere dieci volte a settimana perché un paese di cosi’ antica civiltà e “culla del diritto” continui a sopportare una simile assenza di reattivita’ politica; perche’ l’Italia preferisce tenersi al vertice come guida e rappresentante della nazione un premier squalificato o meglio (ormai e’ chiaro) un uomo malato non in grado di lavorare per il bene collettivo (avrebbe bisogno di un lungo periodo di rehab in una clinica specializzata in “dipendenze” come La Betty Ford Clinic in California).

Ma sull’altro fronte – è la risposta dei sostenitori di Berlusconi (che sono ancora una bella fetta come noi di Wall Street Italia sappiamo poiche’ li lasciamo sfogare sulle nostre pagine…) – dall’altra parte del fango, c’è il vuoto assoluto. Cioe’ ci siete voi, il Partito Democratico e il Quirinale. E purtroppo sembra di capire che nulla cambiera’ oppure se ci saranno le elezioni il Cavaliere le rivincera’ per l’ennesima volta, se il PD continuera’ ad agire come sta agendo. La verita’ e’ che questo PD non sara’ mai in grado di essere votato dalla maggioranza sana e “ancora” non contaminata del paese, pur essendo sulla carta tale maggioranza intorno al 60% dell’elettorato.

Dall’osservatorio privilegiato di Wall Street Italia a New York e Roma rileviamo in giro cosa pensa la vasta comunita’ di business e di imprese, mondo del lavoro, consumatori, cittadini, cioe’ quell’ampia classe che lavora duramente e senza sfoggi, che sta al passo coi tempi e vive in modi un milione di volte piu’ competitivi e – diciamolo – piu’ “intelligenti” rispetto alla mediocrita’ espressa dai politici nostri rappresentanti. Noi conosciamo questa classe di “intelligenti” (non di intellettuali, per carita’) sono le categorie che si preparano da sole al futuro, senza assolutamente il supporto del proprio paese, e anzi ostacolati da politica e governo, li leggiamo a migliaia mese dopo mese i commenti e le email che arrivano al sito: mediamente il PD e’ percepito come inabile nell’affermare un’alternanza concreta al berlusconismo, milioni di cittadini senza tessera eppure pronti a partecipare alla vita pubblica tramite voto non ci credono affatto, non vedono ne’ programmi, ne’ strategie, ne’ le persone adatte a gestire il cambiamento.

La grande maggioranza silenziosa civile e non schierata, quel 60-70% di italiani che costituisce il Grande Centro, pensa che allo stato attuale il PD sia “not fit” (inadatto) in termini di alternativa concreta di potere al governo di centro destra, non perche’ voi del PD siete “comunisti”, come sostiene abilmente lo stesso Berlusconi influenzando (con successo) la fascia bassa, rozza e piu’ becera del suo elettorato, ma per un motivo molto piu’ grave: perche’ il PD e’ di fatto complice e comprimario dell’andazzo politico. Vi dico la verita’: qualcuno dice anche senza mezzi termini, corresponsabili, collusi.

Valutate queste parole non come un’accusa o una provocazione, ma come un atto di “reporting” oggettivo, una descrizione di quel che pensano milioni di cittadini molto in gamba e molto stufi, la parte migliore della societa’, uomini e donne che non hanno rinunciato a un carattere fermo e all’indipendenza di giudizio. Gente che e’ fiera di non vendersi al migliore offerente, ne’ di fatto ne’ intellettualmente.

Se volessimo essere onesti dovremmo dire che l’Italia vive ormai in un clima di assoluta emergenza democratica, un’atmosfera definibile da pre-golpe. Sappiamo fino alla noia i motivi, ma nessuno fa nulla, tutti coloro che potrebbero agire (la “Casta”) lasciano che al peggio non ci sia fine poiche’ hanno la copertura dei privilegi di chi amministra la cosa pubblica. Il fatto grave pero’ e’ che voi – il maggior partito di opposizione – continuate a chiacchierare e sembra siate dediti in via esclusiva a calcoli utilitaristici, al mantenimento delle posizioni, al bilanciamento prudente delle rendite acquisite, ai proclami fasulli come l’abusato “Berlusconi si dimetta”. La verita’ e’ che non si vedono mai quella passione e indignazione civile che dovrebbero ispirare, motivare e smuovere dall’apatia la gente, e non si vedono soprattutto gli atti, sembra non capiate proprio quel che i cittadini veramente vogliono.

Ci permettiamo caro Presidente Napolitano, lei che e’ il massimo organo istituzionale della Repubblica Italiana, eletto al Quirinale come esponente del Partito Democratico, ci permettiamo di consigliarle di andare al di la’ del mostrarsi “turbato” oppure “preoccupato” tramite le sue “note” fatte pervenire ai quirinalisti: per favore faccia di piu’, e’ suo dovere civico e istituzionale, non si senta ostaggio di una presunta neutralita’ derivante dalla carica. E’ dal basso, dal popolo, che sale la richiesta: smettete una volta per tutte di seguire questa linea politica vecchia, anzi stantia. Presidente Napolitano, lei potrebbe fare come Pertini! Potrebbe e non lo fa. Perche’? Potrebbe fare come Cossiga! Potrebbe convocare Berlusconi tutte le sere alle 19:00 al Colle, e strapazzarlo, ci perdoni il termine ma lei che e’ di Napoli capira’. Potrebbe inviare frequenti messaggi alle Camere, potrebbe riunire tutte le settimane a colloquio i presidenti di Camera e Senato, potrebbe ricorrere all’articolo 88 della Costituzione, cioe’ sciogliere le Camere. Insomma in pochi giorni, se lei volesse, potrebbe far precipitare la situazione politica a Roma, nel senso di imporre al paese uno shock anafilattico che rimetterebbe (forse) in circolo il dna della decenza e del civismo.

Soprattutto voi parlamentari del PD, caro onorevole Bersani, dovreste trovare il coraggio di “radicalizzare” il vostro messaggio e azione politica. Al momento siete annacquati, fiacchi, confusi, divisi e in litigio tra di voi; agli occhi del comune cittadino avete perso credibilita’ e agli occhi dei vostri militanti… non ci importa niente, perche’ il problema e’ collettivo. Ed e’ proprio per questo, per l’immobilismo paralizzante del PD, che il premier sta ancora li’, inchiodato alla poltrona di Palazzo Chigi e barricato nei suoi Palazzi, il che suscita l’incredulita’ dei governi ex amici di tutta l’Europa e di quei pochi sherpa che ancora ci seguono a Washington (non vi dico cosa racconta in privato di Silvio Berlusconi il segretario di Stato Usa Hillary Clinton).

I nostri alleati e partner commerciali non credono ai propri occhi osservando la situazione italiana avvitarsi su se’ stessa e il nostro bel paese, una volta ricco, elegante, piacevole, degradato a sub-democrazia periferica dove domina l’arrembaggio piratesco di bande e lobbies. Non sono i magistrati a dover detronizzare il presidente del consiglio, siete voi del PD ad avere questo compito, politicamente. E state attenti che se continua cosi’ ad un certo punto potrebbe verificarsi anche in Italia quel che accade in questi giorni in Egitto.

In realta’, facendo un passo indietro, e’ successo quanto segue: a causa di una linea politica del PD da anni compromissoria, di difesa e mai di attacco, senza visione e senza programmi, senza nerbo e senza spina dorsale (il neologismo “inciucista” e’ brutto ma rende l’idea) nell’ultimo ventennio la piu’ grande forza di opposizione ha consentito che l’Italia si trasformasse in una tele-democrazia di fatto, a livello nazionale, con il contentino del controllo di poteri e amministrazioni locali in alcune regioni e province. Il che ora sta pure venendo meno, se guardiamo ai risultati delle ultime elezioni regionali.

Mentre a livello locale perfino gli operai votano ormai Lega, e una fascia sempre piu’ ampia si riavvicina alla Fiom per contrastare la “marchionnizzazione” delle aziende in stile Fiat (in realta’ si tratta solo di gestire le aziende come si fa in India, Cina o a Detroit) a livello nazionale continua a far danni collaterali devastanti il grave “peccato originale” commesso dal PD, cioe’ l’aver consentito a Berlusconi di manipolare a suo piacimento (per l’assenza di leggi ad hoc che lo impedissero) la coscienza politica e soprattutto culturale del paese, grazie a 25 anni di lavaggio del cervello tramite Tv, dosi massicce di Grande Fratello e programmi di intrattenimento qualunquistico e idiota. E da 3 anni poi il controllo diretto molto marcato dell’informazione a livello dei telegiornali ha fatto il resto.

Insomma le escort di Arcore, il Bunga Bunga e l’ambaradam semi-porno di infimo livello che da mesi annientano il paese e lo distraggono dai veri problemi, hanno il copyright © Fininvest. Da quasi due generazioni l’Italia e’ in preda all’inebetimento collettivo propinato dalle Tv/droga berlusconiane. Sindrome che ovviamente ha fatto scivolare gli elettori/consumatori molto piu’ a destra di prima, in quanto la tele-democrazia lanciata e gestita da Papi (lui ormai parla solo tramite messaggi video e telefonate trasmesse in tv: finira’ come Osama bin Laden…) ha portato al consumo individualistico fine a se’ stesso, allo spregio e all’infrazione plateale delle leggi, alla sine-cura dello Stato, all’ignoranza di massa, alla volgarita’ (bestemmie e turpiloquio in Tv e su tutti i giornali) infine alla marginalizzazione e all’insulto degli onesti e di quelli che pagano le tasse.

E’ anche per colpa del vuoto pneumatico creato dal PD (poiche’ agli occhi dei cittadini non risulta alternativa credibile al governo PdL/Lega) che l’Italia e’ ultima in Europa in tutte le classifiche economiche che contano (meno il debito pubblico dove invece siamo incontrastati al primo posto). In teoria Berlusconi avrebbe potuto essere il Ronald Reagan italiano, cioe’ un campione di liberismo, benessere in economia e crescita. Invece, niente: ovviamente ha fatto solo i fatti suoi pensando ad arricchirsi e a consolidare la posizione nella lista dei miliardari di Forbes, a comprare ville all’estero evadendo le leggi, a difendersi da legittimi processi in tribunale dove non compare mai perche’ sbeffeggia la legge, che per la prima volta in 150 anni di storia d’Italia non e’ piu’ uguale per tutti.

Per la corresponsabilita’ e acquiescenza del PD sono anni che il paese arretra e si africanizza dal punto di vista sociale, culturale ed economico. I giovani tra i 15 e i 24 anni sono disoccupati tre volte di piu’ rispetto alla media europea: quasi il 30% non ha lavoro. E’ una dramma sociale immenso ma – sempre per colpa ovviamente del PdL ma anche del PD – al di la’ del caso Ruby, del Lodo Alfano, dello scudo fiscale, delle leggi ad personam e di come imbavagliare la magistratura, di Annozero e di Ballaro’, mai che se ne parlasse (come se in Italia esistesse solo la Fiat). Niente, il nulla assoluto, in Parlamento, sui media.

Con Berlusconi al governo, e il PD all’opposizione, il debito pubblico dell’Italia ha toccato un nuovo massimo storico e si avvicina a grandi passi alla quota da allarme rosso dei 2 trilioni di euro, il 118% del Pil quest’anno e una stima del 124,7% per il 2015. Un baratro che evoca i default di Grecia e Irlanda solo che stavolta si tratta del piu’ alto debito pubblico tra i 27 paesi Ue. Circa il Pil Italia, registra una crescita deprimente da prefisso telefonico, peggior paese in assoluto del gruppo G8 (ma ne facciamo ancora parte?) e anche qui ben distanziati dai partner europei. In termini di competitività internazionale, non parliamone neppure, siamo al 48esimo posto su 139 paesi (ci precedono nazioni con cui c’e’ da vergognarsi a paragonarsi, come le isole Barbados, 43esime, o Porto Rico 41esimo). Sono evidenti le conseguenze della nostra pessima performance economica a livello globale: nessuna azienda estera da anni vuole investire piu’ nella penisola. Infine, un italiano su quattro e’ povero, statisticamente e in termini di stili di vita. Tanto come modello “inconscio” il povero puo’ sempre aspirare a diventare ricco come il signore di Arcore con la sua corte di escort.

Le linee guida di cui si dovrebbe discutere sia al governo che in Parlamento – le idee e le leggi e gli stimoli pensati per un’Italia seria che lavora, produce, esporta, studia, ricerca; in una parola l’Italia che progetta il proprio futuro cercando di migliorarlo – caro Presidente della Repubblica Napolitano e caro onorevole Bersani – putroppo tutte le strategie possibili e immaginabili cadono miseramente e ormai squallidamente di fronte alla seguente banale constatazione: il 70% degli italiani (parliamo della vasta classe media, quelli che un tempo venivano definiti “piccolo-borghesi”) si forma un’opinione su quale partito votare alle elezioni da cio’ che vede in TV e quel che e’ peggio, dicono le statistiche, nell’ultima settimana che precede il voto elettorale.

E’ il punto cruciale della mia critica, Presidente Napolitano, onorevole Bersani: la tele-democrazia in cui siamo costretti a vivere da anni – quella alla quale gli intelligenti si ribellano mentre gli incolti ci sguazzano – e a maggior ragione dai tempi del breve governo presieduto da Massimo D’Alema in poi, ecco, questa situazione il PD nella realta’ l’ha alimentata e fatta prosperare al di la’ di ogni concepibile ragionevolezza, per un paese europeo della nostra stazza e tradizione. Sarebbe masochismo se non fosse infatti complicita’.

Cio’ ha cresciuto il mostro di un populismo sempre piu’ autocratico che comincia a essere pericoloso come e peggio di una dittatura. Perche’ prima il mostro si e’ sviluppato in modo soft, inconscio, nella sotto-cultura e psicologia apatica e “apolitica” della gente, in quello stile di vita di cui il premier stesso e’ la metafora quintessenziale e aspirazione per il popolino addomesticato, ma poi ha cominciato a mostrare il suo lato incarognito, avido e di lotta senza quartiere per la ebbra difesa del potere acquisito contro tutti gli altri poteri dello stato, uno contro tutti, esattamente la fase in cui e’ impegnato Berlusconi in queste settimane. “E’ la guerra finale, se perdo, perdo tutto. Tutt’al piu’ ho le mie ville”, ha detto il presidente del consiglio qualche giorno fa.

Questa atmosfera politica – che forse voi del PD che siete “casta” non riconoscete nemmeno piu’ come allarmante – richiederebbe in verita’ un’opposizione d’acciao, durissima, spietata, intransingente, consapevole del marketing politico piu’ sofisticato, realizzata tramite un testa-a-testa e un muro-contro-muro senza fine contro l’attuale potere esecutivo. Bisogna che ci sia un’alternativa vera, pesante e motivata a questa pseudo destra indegna che ha portato l’Italia “al disfacimento” (parole dell’ex capo di Berlusconi Licio Gelli, fondatore della Loggia massonica P2 di cui il premier ha fatto parte per anni). Invece lei, caro onorevole Bersani, nelle sue uscite pubbliche, scusi, sembra davvero l’imitazione che Crozza fa di Pierluigi Bersani… col suo accento emiliano: “ma dai, ragassi”… L’inadeguatezza fatta persona, di fronte alla evidente perversa avida ferocia del Drago/caudillo.

Per inciso, un’opposizione nuova dovrebbe partire anche dalle scelte piu’ semplici. Finitela per esempio di usare tra di voi il patetico appellativo “compagni” che da’ i brividi a chiunque dal Grande Centro (anche gli elettori di Casini e Fini, yes) potrebbe in teoria votare PD se il PD avesse una linea e una visione politica moderne. I “compagni” non potranno mai essere pro-mercato, meritocratici, oserei dire digitali e non analogici pur sapendo che non capite che vuol dire… insomma un gruppo dirigente che guarda al futuro e non al passato, con programmi concreti per un governo alternativo al conservatorismo di plastica a soli scopi di negozio che ha paralizzato la societa’ italiana; una linea politica e una strategia simili a quelle che nel 2008 portarono Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti (a proposito, onorevole Bersani, immagini se Obama chiamasse “compagni” gli elettori del Partito Democratico americano!).

Quindi se il PD vuole sopravvivere, deve fare davvero opposizione, un’opposizione cattiva, convinta, nel paese e in Parlamento, buttando al macero l’attuale tattica (strategia sarebbe troppo) inconcludente, timorosa, indecisa a tutto. E non si tratta di fare dell’anti-berlusconismo la linea politica principale: si tratta invece di cominciare ad eliminare una ad una tutte le macroscopiche patologie che hanno fatto scivolare l’Italia al livello di un paese sudamericano (senza offesa per Cile, Argentina e Venezuela).

Parliamoci chiaro: secondo voi, signor Presidente della Repubblica Napolitano e onorevole segretario del PD Bersani, sarebbe consentito a Sarkozy o ad Obama di governare in Francia o in America controllando l’80% delle TV nazionali, sapendo che il 70% dei cittadini si forma un’opinione politica proprio dalle TV? E perche’ da noi invece e’ consentito? La domanda e’ cosi’ banale che sembra stupida, ma tant’e’. In una vera democrazia occidentale, in un paese civile, serio, europeo, che guarda al 2020 e oltre e non a dopodomani (mi viene in mente chissa’ perche’ quello slogan vuoto di progettualita’ e visione sul “rimboccarsi le maniche”, onorevole Bersani, con la sua gigantografia in camicia bianca) in una nazione che dovrebbe ritrovare l’orgoglio dei suoi 150 anni di storia, quanto sta accadendo in questi mesi in Italia non sarebbe ne’ accettabile e nemmeno pensabile, politicamente!

E’ una questione di civilta’, pesi e contrappesi, un’idea della societa’. Che noi italiani abbiamo completamente perso. Sarebbe quasi meglio avere a che fare con una pura dittatura militare o una sorta di commissario straordinario che faccia per lo meno funzionare il paese (situazione in cui chi si oppone passa in clandestinita’ oppure si distanzia non interloquendo mai col nemico oppure lavorando sodo e basta) rispetto a questo ibrido e indegno commercio con il quale la classe dirigente del PD ha voluto convivere per un ventennio senza mai porsi problemi e senza mai reagire, come e’ ovvio perche’ ne siete parte integrante e ne traete ampi e solidi benefici.

Nel corso degli anni il Parlamento ha continuato a sfornare leggi ad uso e consumo non del paese, ma del ricco miliardario proprietario di TV. Il quale ha acquisito un potere mediatico e di manipolazione tale da poter distorcere la legislazione a suo favore. E qui ritorniamo al Quirinale. Lo sappiamo bene, ma non si puo’ non sottolinearlo ancora una volta perche’ nessuno stranamente osa scriverlo nero su bianco, che il disastro si e’ compiuto senza mai un cenno di genuino soprassalto o di indignazione autentica da parte sua, signor Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: la verita’ e’ che sotto la sua gestione del Colle tutto, e di piu’, e’ stato consentito al facoltoso cittadino Silvio Berlusconi. Lei ha veramente tollerato troppo, signor Presidente, con la scusa o l’alibi dell’imparzialita’ e del voler essere o apparire super partes. Forse perche’ psicologicamente doveva emanciparsi dell’aver militato con convinzione tra i comunisti doc, quando lo eravate davvero.

Voi del PD, onorevole Bersani, continuate a brillare per la vostra colpevole negligenza, un mancato guadagno in termini di capitale politico e una dispersione immensa di valori e voti, sempre nell’illusione popolare dell’apparente legalità democratica e della tenuta delle istituzioni. E’ uno scandalo permanente di cui nessuno si scandalizza piu’, nel generale menefreghismo in cui galleggia il paese. Ancor piu’ grave e’ che pure voi del Partito Democratico siete ormai al 100% assuefatti (l’intera dirigenza del PD avrebbe bisogno di un periodo di rehab nella clinica Betty Ford, come il premier).

Egregio Presidente della Repubblica Napolitano e gentile onorevole Bersani, la sola strada percorribile per il futuro di un’Italia che cerca il riscatto e pensa ai propri figli non e’ quella della solita strategia politica che sa tanto di armamentario “storico” obsoleto, jurassico per gli iscritti al PD e figuriamoci per tutti gli altri (cito testualmente da una sua lettera, onorevole Bersani, di qualche mese fa: “Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci come un partito fondato sul lavoro, il partito della Costituzione, il partito di una nuova unità della nazione” – ma certo: lo diamo per scontato, no?); la sola strada percorribile e’ invece – mai stancarsi di ripetere il concetto – fare opposizione forte, una durissima opposizione, un’opposizione radicale contro questo esecutivo, in Parlamento e nel paese, nel mondo del lavoro, nella societa’ civile.

Voi dovete salire sull’Aventino, caro Bersani. Senza alcun riferimento all’episodio storico che non si concluse bene, e’ la metafora che qui conta: dovete uscire dal Parlamento in blocco, tutti, non rientrare piu’, stoppare i lavori di Camera e Senato, creare un terremoto istituzionale, tracciare questa linea nella sabbia, passata la quale e’ guerra. Immagino sia dura per voi dare le dimissioni, visto che sembrate tutti pensare mediocremente alla pensione e ai privilegi dorati da parlamentari, vero?

Se io fossi il capo del PD, proporrei dimissioni in massa. E chi non ci sta, cambi partito, se ne vada da qualche altra parte, che i seggi non mancheranno mai. Dovete puntare ad un atto veramente rivoluzionario, nei limiti consentiti dalle leggi di un paese democratico, un’azione politica estremamente forte, dirompente. A quel punto il Quirinale dovrebbe finalmente prendere atto della degenerazione del quadro politico, facendo scattare, al momento opportuno, la previsione dell’articolo 88 della Costituzione, e quindi lo scioglimento anticipato delle Camere.

E’ l’ora che il PD prenda le distanze da tutto quel che e’ accaduto fin qui, e’ fondamentale che smettiate di rimanere impelagati nel piccolo cabotaggio con l’occhio al breve termine e a posti e prebende e sindaci e presidenti e governatori e al mercimonio che viene col potere. E’ doveroso creare le pre-condizioni per un’avvitarsi a candela della crisi politica, emancipandosi finalmente dalla melassa sconveniente del Sex Scandal Berlusconi che domina su tutti i giornali del mondo, per ricominciare da capo. Abbiatene il coraggio. A nome del paese e del popolo italiano.

Se l’intera opposizione uscisse in questa legislatura dal Parlamento, se il PD si ritirasse sull’Aventino affinche’ l’abominevole storia a luci rosse delle escort abbia termine e il plateale conflitto di interessi del premier in stile Zimbawe finisca finalmente sotto gli occhi del mondo civile, se il PD e il Quirinale avessero la spina dorsale e la visione politica per cambiare e dare una scossa all’Italia, allora qualcosa di cui storicamente si sente il bisogno potrebbe davvero accadere. E’ utopistico tutto cio’? Esatto. Ma e’ proprio quel di cui c’e’ urgenza in Italia. E detto da un sito di Economia letto da tutta la comunita’ di business, e’ il colmo.

L’Italia fa parte dell’Unione Europea e il ritiro di una fetta pari al 40% dei parlamentari dal corpo legislativo della Repubblica Italiana sarebbe un evento cosi’ clamoroso e sconvolgente da attirare finalmente l’attenzione dell’Europa e dei nostri alleati: le enormi anomalie messe in atto dall’attuale potere esecutivo e dalla peggiore maggioranza di governo della storia italiana, diventerebbero di nuovo centrali. Si parlerebbe allora di politica e non soltanto del vecchio e ricco presidente del consiglio malato di sesso e di potere. L’Aventino, ci pensi, onorevole Bersani, pensateci signor Presidente della Repubblica. L’Aventino invece delle orge di Arcore.

Lo scioglimento delle Camere potrebbe pero’ avvenire in un secondo momento. Ammesso e non concesso che con il ritiro del PD e del centro sinistra, Berlusconi – pugile gran combattente ma ormai alle corde – getti la spugna, la domanda e’: che fare dopo? Ebbene, una strategia politica di puro buon senso suggerirebbe di costituire con l’avallo del Presidente della Repubblica un piano di emergenza, una sorta di Grande Coalizione Nazionale, che comprenda tutti i gruppi politici interessati al ripristino della grammatica democratica elementare, a partire dalla destra intendiamoci, cioe’ il nuovo partito di Fini, la Lega e quegli esponenti ancora sani nelle file del PdL al governo e al Parlamento.

Il primo passo obbligato che dovrebbe precedere lo scioglimento delle Camere è il cambio della legge elettorale definita “porcata” dai suoi stessi autori, che consenta agli italiani di tornare ad esprimere le preferenze e impedisca a chi vince di avere una schiacciante maggioranza in Parlamento anche se rappresenta a stento un italiano su quattro (è il caso del Popolo della Libertà) magari con un uninominale a doppio turno di ballottaggio. Un governo di emergenza a tempo per riportare a una corretta dialettica le regole del gioco e per spersonalizzare la lotta politica, per ridare dignita’ e decoro al discorso pubblico e ovviamente affrontare la crisi dell’economia (nel marasma attuale seguito alla Grande Recessione 2008-2009 il dramma della non crescita e’ stato totalmente ignorato: c’e’ solo Giulio Tremonti a guardia del bidone, il quale fa di conto solo su quanto lo stato incassa e quanto deve spendere in interessi monstre su Btp e CCt).

Wall Street Italia che e’ molto “tecnocratica” e che parla a una fascia di persone competenti e piu’ “attrezzate” della media, propone una soluzione assai poco popolare nel paese reale degli ideologizzati e politicizzati (sia a destra che a sinistra) e cioe’ un esecutivo tecnico di emergenza nazionale, un “governo di guerra” per evitare la guerra civile di due fazioni che si odiano, un esecutivo guidato da un tecnico illuminato o da un politico moderato (i nomi in concreto possibili sono pochi: Mario Monti e il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, tra i tecnici, e tra i politici Gianni Letta e Pier Ferdinando Casini piu’ un altro paio di parlamentari) il tutto nel rispetto dell’ultimo responso delle urne. Il Presidente della Repubblica, come dice la Costituzione, tra le sue prerogative puo’ dare l’incarico ad un altro premier presentando un nuovo programma al Parlamento senza che si parli di golpe, come sostengono i piu’ faziosi fan del cavaliere. Dopo, verranno sciolte le Camere e si tornera’ a votare. Con una destra non più populista ma europea contro una sinistra moderna e capitalista. Come avviene in tutti i paesi di vera democrazia efficiente che guardano alla mappa di un mondo globalizzato e pianificano per i prossimi 30 anni, non per il prossimo week end.

grazie dell’attenzione

Luca Ciarrocca

Direttore
Wall Street Italia
http://www.wallstreetitalia.com/

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