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Il caso "Eluana" costringe la politica a scegliere

Eluana, Napolitano non firma il decreto
Il governo approva ddl in tempo record

Berlusconi: «Seduta straordinaria del Senato, potrebbe non essere tardi». Il Vaticano: «Ci hanno ascoltato»

Cari amici,

La vicenda Eluana, finalmente, sta costringendo la politica ad affrontare la questione e a risolvere il problema con una legge.

Sono convinto che la politica deve “scegliere” se in questo caso la situazione di Eluana sia di “vita” o di “morte”.

Io non sono competente per dirlo, la scienza ci da informazioni contraddittorie, la fede “impone” la propria visione, con il risultato che “tutti” sono un pochettino scontenti.

Sono contento che la politica ha scelto il verdetto “vita”, perchè nel dubbio si assolve, e non si è affatto sicuri che Eluana, e le altre persone che si trovano nella stessa situazione, sia in una situazione di “non vita”.

Potevano pensarci prima?

Forse, ma non ha senso farsi questa domanda.

L’ importante è che la politica ora trovi la forza per dare certezza giuridica a queste situazioni, in modo da poter trattare in modo coerente tutte le situazioni di “speranza di vita” simili a quelle di Eluana.

Corriere della sera

UDINE – Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che obbliga alimentazione e idratazione per soggetti non autosufficienti. Il testo recepisce le linee del decreto approvato venerdì mattina dal governo ma su cui il presidente Napolitano non ha apposto la firma. Alla riunione, presieduta dal premier Berlusconi, hanno partecipato il sottosegretario Gianni Letta, i ministri Altero Matteoli, Andrea Ronchi, Giorgia Meloni e Stefania Prestigiacomo. Assenti per motivi “logistici” i ministri della Lega, che però hanno chiamato il presidente del Consiglio per esprimere il proprio sostegno all’iniziativa. Il ddl è stato immediatamente inviato al Senato e Berlusconi non esclude che il via libera possa arrivare a breve: «Dipende da loro. I gruppi sono già in stretto contatto». Il presidente Napolitano ha autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge.

BERLUSCONI: APPELLO A SCHIFANI – «Abbiamo preso atto del rifiuto del capo dello Stato ma abbiamo ribadito l’urgenza del provvedimento – ha detto Berlusconi al termine del vertice di governo -. Ci siamo riuniti e abbiamo approvato un disegno di legge che recepisce il testo del decreto». Il premier ha detto che la risposta del Parlamento arriverà in breve tempo: «Il governo – ha spiegato – ha rivolto un accorato appello al presidente del Senato per una immediata convocazione del Senato in seduta straordinaria. Credo che convocherà subito una riunione dei gruppi e poi i gruppi decideranno quando potersi riunire. Se ci sarà la volontà di fare presto, noi crediamo ci possa essere una risposta da parte del Parlamento in pochissimo tempo». «Potrebbe non essere troppo tardi per Eluana – ha aggiunto Berlusconi -. Per una persona normale è possibile stare due o tre giorni senza bere, rivolgetevi a Pannella». «Siamo pronti a lavorare anche sabato e domenica per approvare la norma ‘salva-Eluana’» ha detto il presidente dei senatori dell’Udc Giampiero D’Alia.

L’ITER PARLAMENTARE – In realtà, salvo accelerazioni, il ddl inizierà il suo iter lunedì, dopo la conferenza dei capigruppo (prevista alle 12) che decide l’assegnazione del testo, presumibilmente alla commissione Sanità dove è già in atto la discussione sul testamento biologico. A quel punto il presidente della commissione Antonio Tomassini convoca l’ufficio di presidenza per disporre le procedure necessarie e verifica se esiste una volontà politica concorde per accelerare l’esame del provvedimento che, se approvato in sede deliberante, non dovrebbe passare in Aula. Nel caso non dovesse riscontrarsi un clima di concordia politica fra le diverse forze, sulla base dell’art. 72 della Costituzione, o il governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto dei commissari possono richiedere il passaggio in Aula. Si tratterebbe di una decisione strategica cui la maggioranza potrebbe fare ricorso perché, una volta in Aula, è possibile contingentare i tempi e far decadere eventuali emendamenti.

SCONTRO ISTITUZIONALE – La vicenda di Eluana Englaro, dopo l’avvio della procedura di graduale abbandono delle terapie nella clinica La Quiete di Udine, ha assunto il risvolto di un gravissimo scontro istituzionale dopo che il presidente Napolitano si è rifiutato di firmare il decreto legge del governo. Il conflitto è esploso a metà giornata, quando il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per bloccare i medici nonostante la contrarietà del presidente della Repubblica. Dopo il via libera, Giorgio Napolitano ha però confermato la propria posizione: non firmerà il provvedimento. La decisione del Consiglio del ministri è stata invece accolta positivamente dal Vaticano: «Una scelta coraggiosa». Diversa la posizione del presidente della Camera: Gianfranco Fini ha espresso «preoccupazione» per il no del Consiglio dei ministri all’invito di Napolitano, mentre un altro esponente di An, Ignazio La Russa, ha sottolineato che «si apre un problema serio. Ora la soluzione è quella del ddl da approvare in tempi rapidi». Critiche dall’opposizione: per il leader del Pd Veltroni Silvio Berlusconi vuole «un incidente istituzionale» e si è macchiato di «un comportamento totalmente irresponsabile».

ISPETTORI NELLA CLINICA – E mentre i legali della famiglia Englaro hanno assicurato che si andrà avanti con la procedura, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha inviato gli ispettori a Udine. Un fatto che non preoccupa i legali della famiglia Englaro, come spiegato dall’avvocato Giuseppe Campeis: «Stiamo operando al di fuori del servizio sanitario nazionale, in quanto si tratta di un servizio appaltato tra l’associazione ‘Per Eluana’ e la casa di riposo». «Il decreto legge emanato dal governo Berlusconi non ha la firma del capo dello Stato per cui come tale noi andiamo avanti con il protocollo – ha aggiunto Campeis -. Se non ci saranno fatti nuovi e se non avverranno altri impedimenti, si proseguirà». Circa il fascicolo aperto dalla Procura di Udine, l’avvocato ha precisato che «c’è già stato un chiarimento da parte del procuratore generale di Trieste per cui noi andiamo avanti nella legalità». Beppino Englaro, il padre di Eluana, rilascia un unico commento: «Sono sconvolto, è un tormento senza fine, non riesco neppure a pensare e riflettere e preferisco continuare a restare nel silenzio».

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Lo strappo tra governo e Quirinale si è consumato dopo la lettera del presidente della Repubblica al Consiglio dei ministri. «Non sussistono le ragioni di necessità e di urgenza», ha spiegato nella missiva Giorgio Napolitano, esprimendo perplessità anche sulla nuova bozza riformulata dal ministero del Welfare e che conterrebbe, secondo quanto annunciato dal governo, i rilievi del presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida; questi però ha negato con fermezza: «Hanno strumentalizzato le mie parole, disconosco nella maniera più assoluta qualunque mia partecipazione alla stesura del testo di un decreto legge che non ritengo nemmeno di commentare». Il via libera dal Consiglio dei ministri al provvedimento è arrivato ugualmente. Una decisione adottata all’unanimità dopo una lunga discussione (la Prestigiacomo era orientata all’astensione, ma sarebbe stata convinta a votare sì). Berlusconi ha incassato anche il sostegno dell’Udc: Casini ha telefonato al premier per esprimere il suo consenso all’iniziativa del governo.

LA RUSSA: «QUASI VOTO DI FIDUCIA» – Al momento della votazione in Consiglio dei ministri sul varo del decreto Berlusconi «ha quasi posto il voto di fiducia». Lo ha detto il ministro della Difesa La Russa. «Prestigiacomo non ha preso la parola e alla fine, quando si votava, ha dato l’impressione di volersi astenere. Il presidente del Consiglio le ha detto che preferiva una non astensione: su questa questione ha quasi posto il voto di fiducia. Qualcuno aveva espresso problemi di opportunità, io tra questi, ma non c’erano stati interventi contrari». E sulla differente posizione di Fini: «Sì, ha espresso una posizione diversa, ma non era in Consiglio dei ministri a dover votare in un modo o nell’altro e a dover dare una valenza politica alla questione su chi deve decidere riguardo alla necessità e all’urgenza. Decisione che spetta al governo».

«PRESUPPOSTI DI URGENZA» – Il premier, in conferenza stampa, ha spiegato che nel caso di Eluana «sussistono i presupposti di necessità e urgenza, presupposti che sono affidati alla responsabilità del governo: poi spetta al Parlamento decidere se confermare o meno questi presupposti». «Eluana è una persona viva – ha aggiunto Berlusconi – respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire». Il premier ha poi criticato l’atteggiamento di Napolitano: «Con la sua lettera si introduce una innovazione: il capo dello Stato in corso d’opera del Cdm può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento. Per questo abbiamo deciso all’unanimità di affermare con forza che il giudizio è assegnato alla responsabilità del governo. Se il capo dello Stato non firmasse e si caricasse di questa responsabilità nei confronti di una vita, noi inviteremmo immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas e approvare in due o tre giorni una legge che anticipasse quella legge che è già nell’iter legislativo». A una specifica domanda di un giornalista, Berlusconi ha comunque assicurato che i rapporti con il presidente della Repubblica restano «cordiali» e che non sta pensando assolutamente all’impeachment.

NAPOLITANO NON FIRMA – Poco dopo, però, Napolitano ha confermato di non voler firmare il decreto. Il presidente, si legge in un comunicato, «ha preso atto con rammarico della deliberazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge relativo al caso Englaro. Avendo verificato che il testo approvato non supera le obiezioni di incostituzionalità da lui tempestivamente rappresentate e motivate, il presidente – conclude la nota – ritiene di non poter procedere alla emanazione del decreto». Napolitano ha ricevuto l’appoggio di Fini: «Desta forte preoccupazione – ha dichiarato il presidente della Camera – che il Consiglio dei ministri non abbia accolto l’invito del capo dello Stato, ampiamente motivato sotto il profilo costituzionale e giuridico, a evitare un contrasto formale in materia di decretazione d’urgenza».

PLAUSO DEL VATICANO – All’esecutivo arriva invece il plauso del Vaticano. Approvando il decreto legge sul caso di Eluana Englaro, ha affermato monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita, «il governo ha fatto un gesto di grande coraggio, che sarà apprezzato dalla grande maggioranza di tutti i cittadini». «Pur nella differenza delle competenze che abbiamo – conclude Fisichella – ci rallegriamo che le istanze che abbiamo portato avanti in questi mesi sono state ascoltate e accolte». Il Vaticano critica Napolitano: «Sono costernato che in tutte queste diatribe politiche si ammazzi una persona – ha affermato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace – e sono profondamente deluso (dalla decisione del presidente di non firmare il decreto, ndr)».

AVANTI LA PROCEDURA – Intanto, nella clinica friulana dove si trova Eluana Englaro, la “fase due” della procedura per la riduzione della nutrizione è iniziata. La conferma arriva dall’avvocato Franca Alessio, curatrice di Eluana: «Penso che tutto si stia svolgendo come previsto. Il protocollo prevede che dopo tre giorni cominci lo stop all’alimentazione – ha aggiunto il legale -. I tre giorni sono passati e non intervenendo fatti nuovi si procede come previsto». Nella clinica sono attesi sabato gli ispettori inviati dal ministro Sacconi per verificare alcune caratteristiche della struttura. I medici, coordinati dall’anestesista Amato De Monte, vanno avanti con il protocollo concordato tra La Quiete, l’Azienda Sanitaria 4 Medio Friuli e l’associazione «Per Eluana», in attuazione del decreto della Corte di Appello di Milano. Venerdì sera due consulenti della Procura di Udine hanno controllato e verificato la congruità dell’operato dell’equipe medica. Per sabato è prevista una nuova riduzione, l’ultima domenica: poi termineranno nutrizione e idratazione artificiali.

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