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I soldi producono soldi! Perchè non si tassano?

Cari amici,

Sono ormai alcuni anni che osservo con attenzione la realtà economica che stiamo vivendo.

Spero che oggi chi mi legge mi ascolti con più attenzione, visto che ciò che scrivo è coerente con ciò che accade.

Oggi è il giorno giusto per ricordare che l’ economia è anzitutto una questione di potere.

Il potere economico e politico può essere assunto per vie legali o illegali, e mantenuto con mezzi legali o illegali.

Chi decide cosa è “illegale”? La società democratica oppure i mercati finanziari?

Questa domanda e soltanto questa domanda è il centro del problema che oggi sta sconvolgendo le nostre società economiche.

Per noi che desideriamo una società più solidale ed equa, è illegale che ci siano persone private che abbiano una disponibilità patrimoniale ed economica superiore ad un certo limite da concordare politicamente: Consiglio vivamente, prima che cominci la guerra civile, che i gruppi sociali “ricchi”, e i gruppi sociali “poveri” si siedano ad un tavolo e stabiliscano insieme il limite di ricchezza legale consentita al privato cittadino.

Preciso che mi riferisco soltanto alla ricchezza privata, ossia alla ricchezza che non viene impiegata in attività produttive.

Nella mia visione economica e fiscale, tassare le imprese è dannoso per la società. E’ necessario ridurre la pressione fiscale sulle imprese, ed innalzarla in modo progressivo sui privati.

Inoltre, a mio giudizio, è necessario creare delle vie nuove per finanziare il settore non profit.

Propongo, a questo riguardo, una volta stabilito per legge il limite legale di ricchezza privata, di obbligare queste persone eccessivamente ricche a destinare il patrimonio ritenuto per legge eccessivo ad enti di produzione sociale di loro gradimento.

Il punto di vista politico da promuovere a mio giudizio dovrebbe essere il seguente: O regali i soldi “eccessivi” ad enti di produzione sociale di tuo gradimento, con modalità trasparenti e controllabili da inventare; oppure te li tasso al 100%.

In questo modo si produrrebbe un riequilibro economico, perchè gli enti non profit potrebbero finalmente essere finanziati in modo adeguato e con meccanismi di mercato, ed inoltre si metterebbero in concorrenza tra loro in modo efficace ed efficiente.

Come fare a far diventare progetti questi sogni?

….per ora scrivo, …poi si vedrà!



Wall Street Italia


New York – Gli indici americani chiudono molto male, con accelerazione dei sell in chiusura. Il Dow Jones e’ sceso di 519 punti (-4,62%), a 10.706 punti; il Nasdaq ha ceduto il 4,09% a 2.381, mentre lo S&P 500 ha perso il 4,42% a 1.120. Banche nel mirino come in Europa, il colosso Bank of America ha perso -10%.

Il dato relativo alle scorte di magazzino non fa nulla per migliorare il sentiment di Wall Street. L’indicatore è cresciuto dello 0,6% nel mese di luglio, a un ritmo inferiore rispetto alle attese degli analisti. E’ durata il tempo di un giorno l’euforia di Wall Street successiva alla decisione della Fed di lasciare i tassi invariati fino al 2013.

Le condizioni di volatilità dei mercati sono tali che questa mattina il Nyse ha invocato la Rule 48: si tratta di una norma utilizzata raramente che consente al New York Stock Exchange di sospendere le richieste per diffondere le indicazioni sui prezzi in apertura degli scambi. In questo modo, è più semplice che le azioni entrino velocemente negli scambi. Tale norma è stata concepita per affrontare soltanto quelle situazioni in cui la volatilità dei mercati raggiunge un potenziale talmente elevato da tradursi in un’apertura non giusta e ordinata dei titoli azionari.

Il quadro a Wall Street è cambiato subito: all’indomani dei forti buy, che hanno portato l’indice Dow Jones a registrare il guadagno più sostenuto dal 23 marzo del 2009, gli investitori preferiscono smobilizzare le proprie posizioni. 


D’altronde, molti sono i dubbi che gli esperti hanno sull’efficacia della decisione del presidente della Fed Ben Bernanke e colleghi. Finora la stamperia dell’istituto ha inondato il sistema con una liquidità senza precedenti; in questo modo, negli anni successivi alla crisi finanziaria del 2008, sia l’azionario che l’economia americana hanno ricevuto benefici. Ma è anche vero che ora la congiuntura Usa, nonostante ben due manovre di politica monetaria espansiva, mostra ancora segnali di indebolimento. Si parla da più parti di un’economia drogata e il paragone con la “sindrome giapponese” appare per alcuni sempre più giustificato. Trappola della liquidità è la frase che associa in questo momento gli Stati Uniti con il Giappone.

Ecco perchè gli investitori propendono oggi per la cautela, dimenticando subito le rassicurazioni della Fed. A salire sono così i Treasury a dieci anni, con i rendimenti che scendono di 8 punti base al 2,15%. Forti acquisti anche sull’oro, che sul Comex mette a segno un balzo di $30, a $1.773,4 l’oncia. E i buy interessano anche i prezzi del petrolio, in crescita dell’1,5%, a $80,43 al barile.

Attenzione nella sessione odierna anche al fronte aziendale. Dopo la chiusura dei mercati, il colosso delle infrastrutture Internet Cisco pubblicherà infatti i risultati di bilancio relativi al quarto trimestre fiscale, così come il gigante dei media News Corp.Occhio anche a Capital One Financial Corp, che ha reso noto che acquisterà la divisione nazionale di carte di credito di HSBC Holdings a un premio di $2,6 miliardi circa.

Sul fronte dei mercati valutari, lievemente positiva la performance dell’indice che misura l’andamento del dollaro contro le principali valute, che si attesta a 74,002 punti.

grandeindio:
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